“Questi non sono lavori da femmina”, il calendario Fisac Cgil che combatte gli stereotipi

“Questi non sono lavori da femmina”, il calendario Fisac Cgil che combatte gli stereotipi

Francesca Stornante

“Questi non sono lavori da femmina”, il calendario Fisac Cgil che combatte gli stereotipi

Tag:

sabato 09 Maggio 2015 - 23:35

Durante l'iniziativa "Il lavoro, le donne e gli altri" patrocinato dalla Fisac Cgil di Messina intenso dibattito dedicato al lavoro con un prospettiva di genere e al calendario dedicato alle donne. Alla realizzazione hanno contribuito anche gli Istituti artistici di Messina e Milazzo, vincitori del concorso indetto dal sindacato, tante le riflessioni su stereotipi e luoghi comuni.

Un calendario per le donne, con le donne, sulle donne. Un calendario lontano anni luce da quelli patinati con modelle super perfette e quasi sempre super svestite. Un calendario che parla delle donne normali, di quelle che tra mille difficoltà ogni giorno provano a farsi spazio in un mondo del lavoro che sembra non volerle, di quelle che vogliono essere anche madri e mogli senza per questo dover rinunciare a sogni e ambizioni. “Questi non sono lavori da femmina”, questo il titolo provocatorio che racchiude l’essenza e il messaggio che quest’anno la Fisac Cgil, Federazione Italiana Sindacato Assicurazione Credito, vuole lanciare attraverso il calendario che promuove ormai da circa vent’anni e che però quest’anno ha varcato i confini del sindacato e ha coinvolto numerosi istituti artistici di tutta Italia.

E’ stato presentato venerdì pomeriggio presso la chiesa di S. Maria Alemanna durante l’incontro “Il lavoro, le donne e gli altri”, patrocinato dalla Fisac Cgil di Messina. Un dibattito appassionato dedicato al lavoro visto dalla prospettiva delle donne, un incontro che ha voluto però parlare anche agli uomini, perché chiudere le riflessioni dentro steccati di genere di certo non consentirà di fare quel cammino verso una parità che nel mondo del lavoro è ancora lontana. Tra i relatori Chiara Rossi, Segreteria Donne Fisac nazionale, Cecilia Tumino, Delegata Fisac Cgil alle politiche di genere, Roberta Curreri e il segretario Andrea Scarfì per la Fisac Cgil Messina, ospite dell’iniziativa la vignettista e conduttrice del programma radiofonico Caterpillar Cinzia Poli. Tutti coordinati da Marcella Magistro, Dirigente nazionale Fisac Cgil.

Protagonista indiscusso è stato il calendario, che ha anche un sapore tutto nostrano perché tra gli istituti italiani partecipanti sono stati selezionati anche i due progetti del Liceo artistico “Ernesto Basile” di Messina ed il Liceo artistico “Guttuso” di Milazzo.

Il mese di luglio porta il nome di Ylenia Sfameni, Lorenza Lanza, Ramona Marchetta, Ramona Marchetta, Vera Marziano, Rosamaria Da Campo, Veronica Mandanici della V F del Guttuso di Milazzo che, con il supporto dei loro docenti, hanno messo in risalto la contrapposizione tra il tacco 12, i rossetti, le spazzole e tutto l’universo che si può trovare nelle borse delle donne, e scarponi e caschi da lavoro. Gennaio è stato invece dedicato le barriere fisiche, giuridiche e psicologiche che ancora oggi impediscono alle donne di esprimere ed esercitare ciò in cui credono, con queste parole Aura Calarco e Giorgia Gennario della V C del Basile hanno spiegato la scelta di puntare sullo stereotipo del direttore d’orchestra come mestiere adatto solo agli uomini.

Stereotipi da superare e abbattere che però purtroppo ancora oggi determinano il nostro modo di pensare e vivere, probabilmente anche senza che ce ne rendiamo conto. Ed è partito proprio dagli stereotipi di genere l’intervento di Chiara Rossi, stereotipi che segnano le differenza tra uomo e donna e che rendono difficile anche trovare lavoro. “In Italia le donne occupate sono di meno rispetto agli uomini e naturalmente guadagnano circa il 30% in meno. Il 42% dei laureati maschi ha uno stipendio che oscilla tra i 1200 euro e i 1700 euro, le donne che possono vantare queste cifre sono solo il 28%, nonostante il tasso delle donne che si laureano sia nettamente più alto. Ci sono poi gli stereotipi che riguardano le aspettative su abilità competenze approccio: si dà per scontato che una donna sia più incline all’educazione e alla cura della famiglia, mentre l’uomo abbia maggiori abilità scientifiche. Si tratta di stereotipi che limitano la concezione che ognuno ha di se e finiscono per delineare il nostro destino”.

A Roberta Curreri, della segreteria provinciale di Messina, è toccato il compito di fotografre attraverso i numeri del V Studio sullo stato dell’occupazione nel territorio curato dalla Cgil di Messina (vedi articolo correlato). “Rispetto al 2005, se il Mezzogiorno perde tanta occupazione, il resto del Paese avanza e analizzando i dati si nota come il confronto sia ancor più negativo per il territorio messinese se si prendono a riferimento i dati dell’occupazione femminile: rispetto al 2005 l’occupazione femminile, pur essendo uno dei punti deboli dell’Italia, cresce nel Paese tranne che in Sicilia e a Messina dove arretra di ben 12 punti percentuali”.

Di stereotipi ha parlato anche Cecilia Tumino, raccontando la storia di sua madre: una donna degli anni ’30 che ad un certo punto della sua vita decide di non essere più soltanto “l’angelo del focolare”, ma si dedica a coltivare il suo pezzo di terra, combattendo anche contro gli sguardi strani e le voci di paese che respingevano l’idea che una donna di buona famiglia si mettesse a lavorare nei campi. E anche la Coldiretti non voleva riconoscerle lo status di coltivatrice diretta perché la madre di Cecilia non aveva rinunciato ai suoi abiti, alla sua eleganza e femminilità. “Mia madre ha abbattuto uno stereotipo a ha insegnato ai suoi figli a ragionare fuori da quegli schemi mentali. Ma se pensiamo che tutto questo sia stato superato ci sbagliamo. Basta guardare le pubblicità, in cui si perpetra un continuo abuso del corpo delle donne. Questo limita la donna, la costringe in un angolo e al fatto che la donna sia quella e solo quella. Dobbiamo invece cercare ogni giorno un altro punto di vista e chiedere sempre più politiche attive per il lavoro e per il genere. Dobbiamo chiedere alle scuole di parlare con un linguaggio diverso. Le donne sono considerate meno affidabili dalle aziende e questo si traduce in minori opportunità, minori salari, minori pensioni. E’ anche per questo che abbiamo lanciato la raccolta firme per chiedere il riconoscimento del salario al 100% per le donne in gravidanza a rischio”.

Orgogliose dei risultati ottenuti e in prima linea affinchè queste battaglie siano trasmesse anche ai giovani le due dirigenti scolastiche degli Istituti vincitori, le professoresse Pucci Prestipino per il Liceo Basile e Delfina Guidaldi per il Liceo Guttuso.

Per chiudere in bellezza e con tante risate le vignette di Cinzia Poli e la sua esperienza di vignettista in un settore che è monopolio indiscusso degli uomini. “Ho tante colleghe che lavorano in noti programmi televisivi e che mi dicono che non ho speranza di essere assunta. Ma non perché non sono brava o all’altezza. Il fatto è che una donna che arriva in gruppi di soli uomini rompe equilibri consolidati e crea scompiglio. Questo non mi fa perdere l’entusiasmo e la voglia di andare avanti, ma è vero che guadagno meno dei miei colleghi uomini ed è vero che a volte mi è capitato di sentirmi chiedere se le vignette satiriche siano davvero realizzate da me. A nessuno verrebbe in mente di chiederlo ad un uomo”.

Nella chiesa di S. Maria Alemanna tante donne hanno parlato ad altre donne, giovani e meno giovani. Tutte consapevoli che la strada è ancora lunga, ma certe che se ci si unisce in un percorso comune si può vincere.

Francesca Stornante

4 commenti

  1. Oggi, a Bergamo, durante il giuramento dei finanzieri, una sottufficiale è crollata a terra svenuta perchè il tessuto della divisa “è pesante”.
    E stiamo parlando di una divisa….
    Figurati uno zaino.
    Sì, lo so, è impossibile, visto che sarebbe una cosa troppo seria.
    George
    George.

    0
    0
  2. Oggi, a Bergamo, durante il giuramento dei finanzieri, una sottufficiale è crollata a terra svenuta perchè il tessuto della divisa “è pesante”.
    E stiamo parlando di una divisa….
    Figurati uno zaino.
    Sì, lo so, è impossibile, visto che sarebbe una cosa troppo seria.
    George
    George.

    0
    0
  3. CHE COSA HA FATTO FARE MORTADELLA COMA HA RIDOTTO LE FF.AA E POI ALLA FINE DEGLI ANNI 70 C’ERA UN MINISTRO TANTO CARO ALLE DONNE. VEDETE QUELLO CHE HA COMBIANTO NEL SUO MINISTERO. HA DETTO LE DONNE SONO STATE MALTRATTATE NEGLI ULTIMI SECOLI DEVONO OCCUPARE TUTTI I POSTI E A TUTI I COSTI. COI BEI RISULTATI

    0
    0
  4. CHE COSA HA FATTO FARE MORTADELLA COMA HA RIDOTTO LE FF.AA E POI ALLA FINE DEGLI ANNI 70 C’ERA UN MINISTRO TANTO CARO ALLE DONNE. VEDETE QUELLO CHE HA COMBIANTO NEL SUO MINISTERO. HA DETTO LE DONNE SONO STATE MALTRATTATE NEGLI ULTIMI SECOLI DEVONO OCCUPARE TUTTI I POSTI E A TUTI I COSTI. COI BEI RISULTATI

    0
    0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007