"Le baby gang e il razzismo esistono. Ecco cosa avviene sul treno verso casa"

“Le baby gang e il razzismo esistono. Ecco cosa avviene sul treno verso casa”

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“Le baby gang e il razzismo esistono. Ecco cosa avviene sul treno verso casa”

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lunedì 02 Marzo 2020 - 07:15

Lettera aperta di un pendolare ferroviario della tratta Messina-Giampilieri. "Vi racconto cosa fa il branco ad una signora e come i controlli siano inesistenti"

Mi chiamo Maurizio Gemelli, sono un cittadino messinese, residente nella zona sud della città, impiegato nel centro città, pendolare ferroviario. Sono inoltre presidente del Comitato DDS (Uniti per il diritto e la dignità sociale).

Escalation di episodi

Solo ora, smaltita un po’ la rabbia e la frustrazione, riesco a scrivere dell’increscioso episodio avvenuto  giovedì 27 febbraio alla stazione ferroviaria di Messina Centrale, episodio culmine di una escalation che da un paio di settimane mi ha visto più volte testimone di pericolose avvisaglie. Vengo ai fatti raccontando in premessa l’escalation sopra accennata.

Sul treno verso Giampilieri

Ogni qualvolta mi trovo a tornare da Messina centro verso casa, prendo il treno 12831 delle 13.35, fino alla stazione di Giampilieri Marina. Da mesi mi ritrovo come compagna di viaggio una gentile signora di origini sudamericane, di circa 60-65 anni, e da mesi l’ho sempre vista indossare una maschera sanitaria in viso.

La baby gang contro una donna

Negli ultimi 10-15 giorni i gravissimi episodi che avvengono riguardano un gruppo (che d’ora in poi, più appropriatamente, definirò “branco”) di una decina di ragazzine e ragazzini adolescenti, in età scolare, probabilmente minorenni, che apostrofano la signora con i seguenti epiteti che per completezza di informazione mi sforzo di elencare: “fai puzza”, “sporca”, “malata”, “torna nel tuo paese”, “cessa”.

Le minacce del branco

La scorsa settimana mi trovo sul convoglio e incorro nella scena. Intervengo riprendendo i ragazzi, invitandoli a smetterla immediatamente ed assumere un comportamento rispettoso nei confronti della signora, avvisando che mi sarei altrimenti immediatamente rivolto alla pubblica autorità. Non intimoriti dall’avvertimento il branco ha continuato ad inveire ed insultare fino all’arrivo del treno alla stazione di Giampilieri, fermata anche della signora e anche di una parte del branco. Codesti, non paghi della performance in carrozza, continuano ad insultare la signora camminandole accanto anche nel percorso che porta dal binario all’uscita della stazione di Giampilieri, portando la vittima, al culmine dell’esasperazione, quasi all’impulso di reagire.

L’arrivo della polizia

Incorro nuovamente nella contemporanea presenza della signora e del branco, come anticipato, lo scorso giovedì 27 febbraio e le offese cominciano nella carrozza qualche minuto prima della partenza, quindi con il convoglio ancora fermo al binario 5.
Noto la presenza di 2 agenti della Polizia ferroviaria nella banchina, e prontamente richiamo la loro attenzione. Gli agenti salgono sul treno e raccolgono il racconto di quanto accaduto per bocca della signora stessa, di altri viaggiatori che hanno assistito alla scena, oltre che naturalmente del sottoscritto.

Un bonario “richiamo” verbale

L’intervento degli agenti si limita ad un richiamo verbale ai ragazzi, nel frattempo ammutoliti, mentre qualcuno di loro tenta goffamente di negare. Faccio notare i precedenti che riguardavano le aggressioni verbali perpetrate anche una volta scesi dal treno alla fermata di Giampilieri, sottolineando che in quel momento la signora si sarebbe trovata parte del branco di fronte, quindi con la potenziale situazione di loro intenzioni di vendetta sulla signora per la nostra denuncia.

La vittima è terrorizzata

A seguito di questa mia insistenza gli agenti hanno appuntano i nomi dei soli componenti del branco che avrebbero effettuato la fermata alla stazione di Giampilieri. Non tranquillizzato dall’effetto deterrente del provvedimento preso dagli agenti, mi sono premurato di scortare personalmente la signora fino all’uscita della stazione
Venerdì 28 febbraio verso le 8, incontro la signora sempre alla stazione di Giampilieri in attesa del treno che quotidianamente la porta a Messina Centrale, e la stessa mi comunicava che avrebbe lasciato passare il treno abituale per aspettare il successivo, al fine di evitare di incontrare gli sgradevoli compagni di viaggio anche nel viaggio di andata. Aggiungendo che purtroppo non ha modo di usare lo stesso accorgimento per il viaggio di ritorno.

Il razzismo aumenta

Leggendo i recenti fatti di cronaca cittadina, intendo le aggressioni delle baby gang, gli episodi di razzismo che negli ultimi anni si sono moltiplicati in tutto il Paese, esacerbati nelle ultime settimane dalle conseguenze di odio razziale che l’attuale crisi sanitaria ha portato, informandomi su tutto questo ho sempre ritenuto che in presenza di tali episodi le azioni da compiere da parte di un buon cittadino debbano fondamentalmente essere 2:

1) Prendere nell’immediato le difese delle persone offese;

2) Avvisare la pubblica autorità.

Serve maggiore attenzione

Sulla scia di quanto sopra, mi chiedo e chiedo alla vs.Spett.le redazione ed ai dirigenti di pubblica sicurezza che ci leggono in copia: è questo il segnale che deve dare la polizia in presenza di casi così gravi? Una bonaria ramanzina e l’appuntare parte dei nomi solo su mia insistenza? Non sarebbe stato il caso di prendere i nominativi di tutti ed in caso di minore età contattare i genitori? Avvisare i servizi sociali comunali ed i dirigenti delle scuole di appartenenza?

Cordiali saluti Maurizio Gemelli

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4 commenti

  1. Daniela Castiglione 2 Marzo 2020 09:10

    Sono pienamente d’accordo con lei. Che tristezza: ora sono ragazzi, ma da adulti che persone saranno?

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  2. Giuseppe Mastrojeni 2 Marzo 2020 10:17

    Confermo il commento precedente.

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  3. Ma chi la polizia ferroviaria??? Li vedo giornalmente…al 90% si siddiunu unico obbiettivo ..la pensione

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  4. Mi dispiace dover contraddire quanto è stato riferito, poiché viaggiando spesso dalla stazione di messina, ho potuto constatare la professionalità e la prontezza della Polfer nella tutela dei passeggeri.

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