Lega, le sferzate del coordinatore calabrese Saccomanno: «Individualismo senza freni»

Lega, le sferzate del coordinatore calabrese Saccomanno: «Individualismo senza freni»

mario meliado

Lega, le sferzate del coordinatore calabrese Saccomanno: «Individualismo senza freni»

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martedì 07 Giugno 2022 - 08:20

L'ex sindaco di Rosarno non si risparmia. Alle nostre domande sul Carroccio in Calabria, risposte poco diplomatiche, a volte severissime verso i "frontman"

REGGIO CALABRIA – Momento delicato, su più versanti, per la Lega di Matteo Salvini. Che vuol “cambiar pelle”, e per motivi elettorali ospiterà due big nel Reggino: il segretario-questore di Palazzo Madama, senatore Paolo Arrigoni, e il vicepresidente del Senato della Repubblica ed ex ministro Roberto Calderoli.

Magari, però, fosse questo il primo problema del Carroccio calabrese oggi…

Invece, il partito è squassato dalle contestazioni interne, dalle accuse sulla totale improvvisazione di molti collaboratori nelle strutture, da faide sotterranee ben conosciute, però, a chi anima il partito di Matteo Salvini nei vari territori calabresi.
Frangenti su cui abbiamo voluto sentire il coordinatore calabrese della Lega, l’ex sindaco di Rosarno Gianfranco Saccomanno

Accusa durissima: squadra penalizzata per interessi personali

Saccomanno, ma la Lega a che punto è in termini organizzativi? Prima tutti a lamentarsi di Furgiuele, poi tutti a lamentarsi di Invernizzi “lo straniero”… E ora?

«La Lega in Calabria si sta riorganizzando molto bene. Abbiamo molte adesioni di consiglieri comunali, cittadini comuni e persone che vogliono dare un concreto contributo alla crescita della Calabria. Costruire un partito non è facile, specialmente dinnanzi ad un individualismo sfrenato che spesso impedisce il gioco di squadra per previlegiare gli interessi personali o di lobby affaristiche e di potere».

«Regionalismo fallimentare da vent’anni, qui… L’inversione di rotta è possibile solo se si rema tutti dalla stessa parte»

Il Palazzo della Regione "Jole Santelli" a Germaneto (Catanzaro)
Palazzo “Jole Santelli”, a Germaneto: ospita gli uffici della Giunta regionale

Una domanda per chi ha le redini del partito su scala calabrese è d’obbligo. Ma come “sente” la qualità dell’attività politico-istituzionale a Germaneto e a Palazzo Campanella?

«La situazione generale della Calabria, per come è noto, non risulta delle migliori. La posizione nelle varie classifiche, ove occupiamo quasi sempre gli ultimi posti, è un indice preciso che si commenta da solo. Questo vuol dire che negli ultimi vent’anni almeno la gestione della Regione non è stata all’altezza delle sfide nazionali ed europee. Oggi si sta tentando di fare qualcosa e l’attivismo del presidente Occhiuto dimostra che vi è una volontà precisa di voltare pagina. Naturalmente, la situazione ereditata è molto difficile e, quindi, si tratta di sollevare un gigante caduto in un dirupo! Certamente, se la squadra rema tutta verso una direzione unica i risultati ci possono essere. Se, invece, si lavora in solitudine e senza una collegamento in rete, la situazione difficilmente potrà modificarsi».

«Frequenti le sortite fuori luogo»: è ‘cartellino giallo’

Ma che forma-partito sta assumendo un soggetto politico in cui chiunque – da semplici militanti fino a persone che magari rivestono o hanno rivestito anche ruoli istituzionali importanti – “si alza la mattina” e dice una cosa, spesso del tutto slegata dal sentire di gruppo del Carroccio?

da sx: il vicecoordinatore calabrese della Lega Roy Biasi,
il leader Matteo Salvini, il coordinatore Gianfranco Saccomanno

«Diciamo che la Lega, anche in Calabria, è cresciuta di molto e velocemente. Con la conseguenza che ancora non si ha la mentalità di vera squadra e mancano quei meccanismi che la possono rendere vincente. È necessario che s’inizi un periodo d’informazione e formazione che possa educare tutti i soggetti che formano il partito, evitando sortite che, spesso, sono fuori luogo. Ma, la Lega, così come tutti gli altri partiti, sono il frutto di una società che non funziona e che rappresenta il decadimento di un modello passato e la mancanza di un nuovo modello che possa adeguarsi all’evoluzione della società. Per quanto ci riguarda stiamo cercando di attrezzarci con la costruzione di una nuova generazione di amministratori e di classe dirigente che possano dimostrare, sul campo, di come stiano veramente le cose e di come è fondamentale premiare la vera meritocrazia. Molto probabilmente, a breve, si proseguirà nella scuola politica che da anni viene svolta a Milano e speriamo di poterla, in qualche modo, averla anche in Calabria»

Trascurato il bene comune. A breve, riflessione sulle strutture

Vari osservatori sono molto critici sulla scelta dei collaboratori di questo o di quello. Ma pure sulla blanda attività sul territorio dei “graduati” leghisti catanzaresi, visto che nel capoluogo calabrese si vota alle Amministrative…

«Dobbiamo essere sinceri. A volte manca la politica vera e quindi si formano storture che non hanno nulla a che fare con quella necessaria formazione che dovrebbe avere al primo posto il bene comune. Catanzaro è un qualcosa di nuovo e diverso. Dinnanzi ad una mancanza di coesione del centrodestra ed ai soliti giochetti di palazzo, la Lega ha rotto gli indugi ed ha privilegiato l’interesse della città cercando di creare un’aggregazione di qualità, con il candidato a Sindaco che, in quel momento, era l’unico riferimento possibile. Una scelta difficile, ma indirizzata verso il bene dei catanzaresi e verso un’amministrazione competente ed adeguata al capoluogo della regione. Sul problema dei collaboratori anche io sono molto critico e posso dire con franchezza che il partito, escluso qualche caso isolato, non ha partecipato alla creazione delle strutture regionali. Su questo, naturalmente, al momento opportuno, bisogna fare una riflessione forte».

Un Dna politico che appare stravolto. O no?

Ma non s’era detto che la Lega era il “partito del popolo”, anche un po’ giacobino se vogliamo…, destinato a rappresentare (anche) il proletariato avvicendando l’ex Pci? Oggi, siete frontalmente contro quello che qualcuno di voi definisce direttamente il “partito dei giudici”: a parte i modi del leader Salvini, cambia anche l’elettorato di riferimento?

«La Lega continua ad essere il partito della gente e di coloro i quali vogliono cambiare un sistema che ha dimostrato molte pecche e poche virtù.

Negli ultimi anni, a causa del Covid, vi è stato un allontanamento dai territori ma, se non vi saranno sorprese, si sta riprendendo l’attività di dialogo con i territori e con il popolo. La posizione sulla Giustizia è netta: non funziona e spesso è gestita in modo irregolare. Senza andare lontano è sufficiente leggere i libri di Luca Palamara, che rappresentano uno spaccato reale della effettiva situazione in cui versano i magistrati. Dispiace soltanto che il centrosinistra, e in particolare il Pd ed i Cinquestelle, non si rendano conto di ciò. Molto probabilmente riescono ad avere un dialogo che agli altri partiti e ai cittadini è completamente negato. Non pare sia necessario evidenziare che diversi pm hanno utilizzato ed utilizzano la funzione per distruggere questo o quel personaggio. E a me pare che non sia questo il modo di gestire il sistema Giustizia.

La maggior parte dei magistrati sono persone per bene che lavorano tanto nell’interesse della collettività con onestà e trasparenza. Altri, però, non operano in questo modo. Il punto, quindi, non è se sia cambiata la Lega… Se si vuole un’Italia all’altezza dell’attuali condizioni, certamente difficili, bisogna puntare sulla qualità, sulla trasparenza, sulla indipendenza, sulla autorevolezza delle persone. Sovente si registra una caduta di professionalità, di stile, di preparazione, di cognizione che ha svuotato completamente la più importante assiste democratica. Questo è quello che oggi la società e la politica riescono a sfornare! Come può un territorio crescere?».

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