SS 114 - Spisone: dalla frana del 2012 ecco cosa è cambiato in un anno

SS 114 – Spisone: dalla frana del 2012 ecco cosa è cambiato in un anno

Giusy Briguglio

SS 114 – Spisone: dalla frana del 2012 ecco cosa è cambiato in un anno

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giovedì 21 Febbraio 2013 - 09:53

Uno smottamento del terreno sovrastante la linea ferroviaria invadeva i binari causando il deragliamento del treno Siracusa-Messina. Da allora, i lavori sulla Ss 114 sono proceduti a rilento. L’assessore regionale alle infrastrutture Nino Bartolotta la scorsa settimana ha organizzato un sopralluogo: Anas e Rfi sembrano finalmente aver trovato un accordo

La politica dei “vedremo” e dei “si farà” la conosciamo tutti. E’ la politica del futuro, non nel senso progressista che tanto ci piacerebbe, ma di un futuro indefinito, quello che si usa quando qualcosa si deve pur dire ma non si sa bene cosa. Risale esattamente a un anno fa la frana nella zona di Spisone, sulla strada statale 114 tra Letojanni e Taormina. Il 21 febbraio del 2012 uno smottamento del terreno sovrastante la linea ferroviaria invadeva i binari causando il deragliamento del treno Siracusa-Messina: due macchinisti feriti lievemente e tanta paura per gli ottanta passeggeri del convoglio. Incidenti che possono capitare, in un territorio come quello siciliano non troppo al sicuro dal punto di vista idrogeologico. L’accaduto, dicevamo, risale a un anno fa, ma da allora, i lavori sulla Ss 114 sono proceduti a rilento: solo un rimpallo di responsabilità e nessun intervento definitivo. In un anno l’unica soluzione trovata è stato il senso unico alternato. Non c’è da gioire, insomma, soprattutto se la zona di cui stiamo parlando è l’arteria principale che attraversa la zona a mare di Taormina, percorsa dai turisti in vacanza nella perla dello jonio. La strada fu inizialmente chiusa totalmente al traffico – decisione che aizzò i maggiori ristoratori e albergatori di Taormina preoccupati per l’incidenza negativa sul turismo – per poi essere riaperta ma solo parzialmente. A cadenza regolare, l’intervento del politico di turno sollecitava i lavori. E a cadenza regolare tutto finiva nel dimenticatoio. A oggi, la questione è ancora aperta e la stagione estiva alle porte la rende di nuovo una questione bollente, soprattutto se Taormina è in pieno clima elettorale per le amministrative di primavera. L’ultimo ad arrivare in soccorso è stato l’assessore regionale alle infrastrutture Nino Bartolotta, che fin dall’inizio del suo incarico a Palermo ha dimostrato sensibilità verso la sua zona jonica di appartenenza. L’ex sindaco di Savoca, durante un incontro coordinato dal movimento “Orizzonte 2020” gli inizi di febbraio, aveva promesso sviluppi positivi per la questione. In poco meno di una settimana, Bartolotta ha organizzato un sopralluogo a cui hanno preso parte Dario Lo Bosco, presidente di Rfi, e gli ingegneri Ugo Dibennardo e Salvatore Tonti, per conto dell’Anas in Sicilia. Sembra – ma a questo punto è necessario vedere per credere – essere giunti almeno a un accordo tra Anas e Rfi che si sono impegnati a intervenire. Meglio tardi che mai. La magra consolazione è tutto quello che resta agli abitanti che avevano preventivato anche azioni eclatanti di protesta di fronte all’indifferenza generale. Dopo il progetto da 500 milioni di euro, adesso c’è anche il benestare degli organi competenti. L’ultimo nodo da scongiurare sembrano però essere i tempi di intervento. Se non si ottiene la procedura d’urgenza è difficile che tutto sia risolto prima della stagione estiva ma, dopo un anno di indifferenza politica e lentezza burocratica, questo sembra comunque essere il male minore. (Giusy Briguglio)

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