Montagne di rifiuti, se cittadini e Messinambiente sono corresponsabili

Montagne di rifiuti, se cittadini e Messinambiente sono corresponsabili

Montagne di rifiuti, se cittadini e Messinambiente sono corresponsabili

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martedì 20 Giugno 2017 - 09:57

Un nostro lettore testimonia con alcune foto la situazione di degrado lungo la statale 113 e sottolinea: «è inaccettabile che la mancata prestazione del servizio diventi l’arma utilizzata per fare pressione sul consiglio comunale»

Dentro il palazzo il braccio di ferro tra Giunta e Consiglio comunale sulla Messinaservizi; fuori dal palazzo montagne di rifiuti che rendono l’aria irrespirabile e consegnano ai turisti, ma anche ai residenti, una cartolina vergognosa della città. La gestione dei rifiuti vive uno dei suoi periodi peggiori e mentre al Comune si continua a giocare allo scaricabarile, con rimpallo di responsabilità tra amministratori, che puntano il dito contro i consiglieri per avere bocciato la delibera sull’affidamento del servizio alla nuova società, e questi ultimi che accusano l’esecutivo di fare pressioni e voler condizionare la libertà di voto, cresce la rabbia dei cittadini.

Le precarie condizioni igienico-sanitarie in cui versa la città creano allarme e alimentano il malcontento dei messinesi, costretti a pagare una tari tra le più alte d’Italia. Giornalmente al nostro numero whatsapp arrivano decine di foto che immortalano sacchetti della spazzatura accatastati fuori dai cassonetti, tanto in periferia quanto in centro città. L’ultima segnalazione in ordine di tempo giunta alla nostra redazione riguarda «la situazione di lerciume in cui versa ormai da tempo la statale 113 in corrispondenza del rettilineo di Spartà», come testimonia attraverso le immagini scattate ieri sera Giuseppe La Penna, che si autodefinisce «lettore e (purtroppo) cittadino di Messina»

«In un tratto lungo poco più di un chilometro – scrive nella lettera – si susseguono una serie di cassonetti sepolti da montagne di rifiuti».

Oltre all’inevitabile sfogo, il nostro lettore prova ad analizzare l’attuale situazione puntando l’attenzione su quanto sta accadendo dentro Messinambiente: «sebbene comprensibili le preoccupazioni dei dipendenti della società in oggetto in ordine alla precaria situazione che Tutti conosciamo – sottolinea – è inaccettabile che la mancata prestazione del servizio diventi l’arma utilizzata per fare pressione sul consiglio comunale».

«La società ed i suoi dipendenti – continua – sono impegnati in un contratto che non è ancora scaduto. La mancata prestazione d’opera rappresenta una grave violazione dei criteri di diligenza a cui devono attenersi tutti i lavoratori nello svolgimento dei compiti loro assegnati. In giurisprudenza, essa è motivo di legittimo di licenziamento nonché di richiesta di risarcimento danni».

«Proprio tale odioso comportamento, perpetrato per anni dalla Messinambiente e che lede la tutela della salute della cittadinanza, basterebbe – scrive ancora il nostro lettore – a giustificare il mancato rinnovo del contratto di cui si discute oggi»

Giuseppe La Penna allega alla sua lettera le foto scattate lungo la statale 113, per rimarcare e sottolienare anche le responsabilità dei cittadini: «A fronte di un regolamento che, da sempre ed in tutta Italia, richiede di depositare i rifiuti nei cassonetti non lasciandoli in terra (foto 1), lasciamo la nostra immondizia dove ci pare, decidendo che un qualsiasi punto ai margini di una strada è una discarica (foto 3, 4, 5, 7, 8, 9, 10); a fronte di un tentativo, seppur inefficiente, di organizzare la raccolta differenziata, rispondiamo gettando nel contenitore per la carta e per la plastica quanta più indifferenziata possibile (foto 8); a fronte di una spesa per l’acquisto dei cassonetti speciali da parte di un comune dal bilancio disastrato, ci divertiamo, autolesionisticamente, a spaccarli e renderli inservibili (foto 8)».

«Normalmente, in una città “sana”, tutto ciò repelle alla coscienza collettiva», conclude amareggiato il nostro lettore. A Messina purtroppo ci siamo abituati al peggio e quasi non ci facciamo più caso, aggiungiamo noi.

Danila La Torre

4 commenti

  1. Messinambiente è da sempre stata al servizio delle politica e degli interessi personali di pochi.
    Non è una sociètà sana come non lo sono i suoi dirigenti e assieme ad essi gran parte dei dipendenti assunti non per concorso.
    Partendo dal presupposto che tutto gli sia dovuto.
    Il comparto rifiuti a questo punto va solo azzerato e ricostruito.
    Consiglio e giunta semplicemente vuoi per calcolo politico vuoi per incapacità non sono state non sono più in grado di farlo.
    la nuova società con vecchi dipendenti non va bene, nè per numero nè per qualità. La professionalità tanto decantata dai sindacati è solo pura fantasia, e se paragonata a contesti mediamente funzionanti risulta addirittura ridicola.

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  2. Messinambiente è da sempre stata al servizio delle politica e degli interessi personali di pochi.
    Non è una sociètà sana come non lo sono i suoi dirigenti e assieme ad essi gran parte dei dipendenti assunti non per concorso.
    Partendo dal presupposto che tutto gli sia dovuto.
    Il comparto rifiuti a questo punto va solo azzerato e ricostruito.
    Consiglio e giunta semplicemente vuoi per calcolo politico vuoi per incapacità non sono state non sono più in grado di farlo.
    la nuova società con vecchi dipendenti non va bene, nè per numero nè per qualità. La professionalità tanto decantata dai sindacati è solo pura fantasia, e se paragonata a contesti mediamente funzionanti risulta addirittura ridicola.

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  3. Ci meritiamo accorinti & co.

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  4. Ci meritiamo accorinti & co.

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