Festa della Polizia di Stato, "Storia di coraggio ed innovazione"

Festa della Polizia di Stato, “Storia di coraggio ed innovazione”

Festa della Polizia di Stato, “Storia di coraggio ed innovazione”

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lunedì 28 Maggio 2012 - 05:06

In occasione della ricorrenza, che nella nostra città si festeggerà martedì 29, il Sindacato italiano unitario lavoratori polizia - primo sindacato nazionale - ha ritenuto di offrire una lettura differente da quella strettamente istituzionale. La pubblichiamo integralmente a firma del segretario generale Maria Isabella Marcelletti

“Storia di coraggio ed innovazione”. E’ lo slogan scelto quest’anno per celebrare il 160^ anniversario della fondazione della Polizia di Stato. Che la storia quotidiana delle donne e degli uomini dalla divisa blu sia un esempio di coraggio è ben noto, ma non tanto e non solo per quei singoli eroici episodi di cui la nostra storia è costellata, ma per le difficoltà concrete, spicciole che ogni giorno si devono affrontare per cercare di far funzionare al meglio il sistema sicurezza. Quante volte si sono denunciati tagli indiscriminati alle risorse destinate al Comparto Sicurezza? Quante volte per essere ascoltati siamo dovuti ricorrere a particolari iniziative come la manifestazione dell’ottobre scorso per raccogliere i fondi per il carburante. Solo nella Polizia di Stato vi è una carenza di organico di circa 14 mila unità e cosa è stato fatto nel corso degli ultimi anni? Nulla. L’unica iniziativa dell’attuale governo si è esplicata nel proporre di allungare l’età pensionabile. Verrebbe la tentazione di dire: ma cos’è che dobbiamo festeggiare? Non si hanno gli strumenti in misura adeguata (dalle auto alla semplice carta), sempre meno uomini a garantire il controllo del territorio, strutture sempre più fatiscenti – che se fossero private sarebbero state già chiuse – ed uffici sempre meno a misura d’uomo. Cosa dobbiamo festeggiare? Che nonostante tutto la Polizia funziona non per il sistema di comando o la volontà politica ma per le singole volontà e coscienze? Anche il termine “innovazione” ci fa sorridere. Certo se per innovativi s’intende “inventivi” allora sì. Perché nella gran parte delle realtà locali (quelle lontane dai palazzi) i colleghi per lavorare debbono inventarsi le soluzioni, diventare elettricisti, imbianchini, equilibristi, o “prestare” i loro strumenti personali all’ufficio di appartenenza. Ma quanto può durare questa dedizione?
Ciò che più amareggia è la totale assenza della politica nazionale e locale. L’impressione (e purtroppo non solo quella) è che l’interesse per la sicurezza si risvegli improvvisamente in campagna elettorale o di fronte a fatti purtroppo eclatanti, come ci ricordano gli ultimi drammatici avvenimenti. Poi, con lo spegnersi dei riflettori tutto ritorna come prima. Anzi peggio. La politica torna sostanzialmente a disinteressarsi di quegli uomini in divisa, dei suoi uomini. Ma le prime vittime non siamo noi, al contrario di ciò che si possa pensare, bensì i cittadini, sempre meno protetti a dispetto di dati e fredde statistiche – ciò che non si considera, ad esempio, che sempre più frequentemente i piccoli furti non vengono più denunciati, perché ritenuto inutile. Solo la Questura di Messina negli ultimissimi anni ha perso circa 300 unità. Sì, 300 poliziotti in meno. Questo ha implicato ed implica meno auto a disposizione per controllare il territorio, tempi più lunghi per il cittadino che cerca soccorso e che deve sentirsi dire dall’operatore 113 “non abbiamo pattuglie disponibili”. Non è mancanza di sensibilità, è mancanza di risorse. Grazie al lavoro dei colleghi della Polizia Stradale, la Polizia di Stato ha ricevuto quest’anno la medaglia d’oro al valore civile. Forse sono i colleghi “meno amati”, ma il loro lavoro è indispensabile per garantire la sicurezza delle nostre autostrade, per evitare che ogni singolo incidente si trasformi in una strage, pagando questo senso di responsabilità anche con la loro vita o integrità fisica, come più volte purtroppo è accaduto. La medaglia d’oro sicuramente è riconoscimento formale importante, però, se nel frattempo si coprissero le vacanze di organico sarebbe più gradito. Le sezioni della Polizia Stradale di Messina soffrono di una perdita costante di circa il 15% rispetti agli organici previsti, a cui va aggiunto il fattore età più verso i cinquanta che verso i quaranta anni. Perché la politica anche locale non solleva mai la sua voce, pur debole che sia? Eppure dovrebbe avere a cuore la sicurezza dei cittadini che amministra.
Per queste ragioni, forse, quello che oggi preferiamo festeggiare non è la Polizia di Statoì – apparato di Stato e sistema di palazzo – ma ogni suo singolo appartenente, che, nel più assoluto silenzio, nonostante tutto, ancora crede in questo duro e silente lavoro.

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