Sveva Casati Modignani - “La moglie magica”: una storia di violenza domestica

Sveva Casati Modignani – “La moglie magica”: una storia di violenza domestica

Laura Giacobbe

Sveva Casati Modignani – “La moglie magica”: una storia di violenza domestica

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mercoledì 06 Agosto 2014 - 11:11

L'autrice si allontana dal suo genere favorito, la saga familiare, per rispondere a quello che avverte come un bisogno sociale.

Che l’universo narrativo della Modignani sia un universo al femminile, è fatto noto. E non soltanto perché le protagoniste dei suoi romanzi, così amati dal pubblico italiano e straniero, sono prevalentemente donne. Nell’approcciarsi alla lettura di queste storie, immediatamente se ne avverte la femminilità, che si palesa di rigo in rigo quasi come una presa di posizione. Attraverso l’apparente normalità del quotidiano, esse raccontano i grandi o piccoli turbamenti che abitano il profondo di ogni donna, quella inspiegabile capacità di contenere al contempo emozioni contrastanti, di passare in un attimo dalla più grande tenerezza alla più grande determinazione. Il Femminile insomma, con la sua straordinaria complessità, è la sorgente dalla quale la Modignani ama attingere per il suo raccontare, ed alla quale si accosta con dichiarata partecipazione.
“Mi ispiro alla forza delle donne”, ha detto durante un’intervista per il canale televisivo Tv2000. “Tanti anni di assenza di valori hanno fatto loro perdere fiducia nelle straordinarie capacità che possiedono, ma io credo molto nelle mie simili e vorrei che loro facessero altrettanto con se stesse.”
Più che mai nell’ultimo romanzo dell’autrice avvertiamo quest’aperta partecipazione a sostegno del popolo femminile, proprio in virtù del delicato tema che in esso si tratta.
“La moglie magica”, edito da Sperling & Kupfer, è una storia di violenza domestica, una realtà che oggi siamo universalmente costretti a riconoscere come comune, seppur con raccapriccio. La Modignani si allontana dal suo genere favorito, la saga familiare, per rispondere a quello che avverte come un bisogno sociale: dare voce alle angosce di tante donne che, come la sua protagonista, si trovano prigioniere di un incubo quotidiano ed incapaci di trovare una via di fuga.

Magia, è una ragazza esuberante e solare, che con il suo entusiasmo colora le monotone giornate degli abitanti di Rovatino, il borgo medievale dove è nata e cresciuta. La dimensione a misura d’uomo del paesello finisce, tuttavia, per starle stretta ed invaghitasi di un ricco forestiero fugge con lui, nonostante il parere contrario della famiglia. Sotto il bell’aspetto, l’uomo nasconde però un’indole insicura e violenta, che ben presto emerge trasformando in un incubo il sogno d’amore della protagonista.

Senza parafrasi la Modignani mette a nudo i retroscena di una vita coniugale malsana, scandita da dinamiche distorte che ne violano la consueta armonia. Ma l’autrice si spinge oltre, provando ad indagare sulle motivazioni più profonde che giacciono alla base di questo fenomeno. Del marito-colpevole ci offre un interessante abbozzo di indagine psicologica, non soltanto mostrandocelo nella sua duplice natura, ora brutale, ora spaurita e quasi indifesa, ma andando indietro nel tempo alla ricerca dei motivi inconsci che possono avere forgiato quest’indole violenta.
A spiazzare il lettore, un finale inaspettato: l’improvvisa morte del marito sopraggiunge come soluzione definitiva a sciogliere un nodo inestricabile in cui nemmeno la Giustizia sembra avere il potere di intervenire.
Oltre che piuttosto aspra rispetto agli standard dell’autrice, una simile conclusione sembra tradire in parte le premesse iniziali, e rischia di limitarsi a compatire le donne che vivono questa realtà, piuttosto che infondere loro la fiducia ed il coraggio necessari perché si convincano a chiedere aiuto.

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