L'impatto ambientale del ponte, nuovo reclamo all'Unione europea

L’impatto ambientale del ponte, nuovo reclamo all’Unione europea

Redazione

L’impatto ambientale del ponte, nuovo reclamo all’Unione europea

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lunedì 04 Agosto 2025 - 13:54

Ancora in campo Greenpeace, Legambiente, Lipu e Wwf: "La grande opera non rispetta le condizioni previste dalla procedura speciale comunitaria". Salvini annuncia: "Il sì al progetto definitivo mercoledì"

“L’impatto ambientale del Ponte sullo Stretto di Messina è certo, documentato e, dopo anni di negazioni, ammesso dagli stessi proponenti l’opera. Per superare questa impasse è stata avviata una procedura speciale che consentirebbe comunque la realizzazione del Ponte secondo condizioni precise fissate dalle norme comunitarie, condizioni che però non sono state rispettate. Per questo le associazioni Greenpeace, Legambiente, Lipu e Wwf hanno presentato oggi un nuovo reclamo all’Unione europea a integrazione di quello già inviato il 27 marzo di quest’anno”. Ad annunciarlo è, sul suo sito, il Wwf.

Mentre Salvini annuncia il via libera Cipess, le associazioni insistono sull’impatto ambientale e le 62 prescrizioni

Nel frattempo, il ministro e vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini annuncia il via libera del Cipess al progetto definitivo mercoledì 6 agosto. Scrivono invece le associazioni: “Oggetto del reclamo è il secondo parere della Commissione Via Vas con cui si è chiusa la cosiddetta procedura di “livello III della Vinca” (Valutazione d’Incidenza). Cioè la procedura che si è dovuta obbligatoriamente attivare perché indicata dal primo parere della Commissione Via Vas, che pur rilasciando parere positivo di compatibilità ambientale dell’opera lo ha condizionato a ben 62 prescrizioni (ancora da ottemperare) tra cui, appunto, la procedura speciale aggiuntiva. Se non ci fossero impatti ambientali questa procedura non sarebbe mai stata avviata. Questa, infatti, si attiva solo in presenza di impatti ambientali acclarati e non mitigabili che riguardano aree tutelate dalle direttive comunitarie Habitat ed Uccelli, cioè i siti della Rete Natura 2000, che interessano anche lo Stretto di Messina, sia il lato siciliano che quello calabrese oltre che il tratto di mare che li separa”.

E ancora: “La Commissione Via Vas ha evidenziato gli impatti ambientali che il Ponte produrrebbe e, quindi, per poter procedere all’autorizzazione del progetto nonostante questo incida sui siti Natura 2000, ha prescritto la procedura di autorizzazione in deroga che però prevede tre condizioni ineludibili: l’assenza di alternative rispetto al progetto che produce impatti; la presenza di motivi imperativi di rilevante interesse pubblico che lo giustifichino e interventi ambientali compensativi che bilancino gli impatti che provoca”.

“Le paradossali motivazioni militari nella realizzazione del ponte sullo Stretto”

Secondo Greenpeace, Legambiente, Lipu e Wwf”tali condizioni non sussistono. Inoltre il modo in cui si è tentato di dimostrare la sussistenza di questi requisiti è stato strumentale per eludere il parere che altrimenti si darebbe dovuto chiedere all’Unione europea. Infatti il governo nei motivi imperativi di rilevante interesse pubblico, oltre a valutazioni economiche sul rapporto costi benefici dell’opera, ampliamente opinabili, e oltre all’effetto economico atteso dal carattere miracolistico, ha sostenuto che il Ponte avrebbe un interesse strategico anche per motivi di sicurezza militare, sanitaria e di protezione civile e in presenza di tali motivazioni la procedura viene esentata dal parere comunitario”.

Aggiungono le associazioni: “Ma le motivazioni militari sono paradossali non fosse perché il Ponte se militarmente strategico sarebbe il primo obiettivo da abbattere, per non dire che pensare oggi a spostamenti rapidi di mezzi e truppe via terra ha dell’anacronistico. Le motivazioni di protezione civile, richiamate sia in caso di calamità sia per gli incendi, non tengono correttamente conto dei mezzi e delle persone dislocate sul territorio, non considerano il collasso del sistema di mobilità che ci sarebbe in caso di terremoto, fingono d’ignorare il sistema di dislocamento dei canadair e la gestione nazionale di questi. Le motivazioni sanitarie addirittura sostengono l’inverosimile tesi per cui il Ponte migliorerebbe l’accesso ai servizi sanitari, si favorirebbe il coordinamento dei centri di cura, si ridurrebbe il sovraccarico ospedaliero, si migliorerebbero i servizi sanitari nel loro complesso, quando i sistemi di sanitari di Messina, Villa San Giovanni e Reggio hanno problemi di mezzi e risorse che nulla c’entrano con l’attraversamento dello Stretto”.

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7 commenti

  1. Ogni mattina qualcuno si alza per dire no mai nessuno a proporre sistemi alternativi.
    La verità non la sapremo mai sia per il no sia per il si la migliore alternativa è rimanere a boccie ferme.

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  2. COGITO ERGO SUM 4 Agosto 2025 14:57

    Bene, bene, bene : mercoledì 6 AGOSTO 2025, finalmente sapremo la verità. ….. O NO ?
    Hic Rhodus haec salta.

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  3. E mentre i politici locali si allargano la bocca per le frecce tricolori si distrugge Messina e lo Stretto

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  4. Motivazioni militari? Prevedendo un attacco tra 80/90 anni 😂..ma poi lo sanno che i ponti vengono notoriamente distrutti per primi?

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  5. Opera voluta con prepotenza.
    Sembra che crei notevoli disagi sotto tanti aspetti.
    Ma si ignora tutto.
    Magari tra qualche anno si racconterà dei problemi, oggi ignorati.
    Ma può una città, anzi due, sopportare tale notevole pericolo ???

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  6. Certo che andare a fare questo annunzio proprio il giorno dell’ 80 anniversario di Hiroshima è l’ ennesima provocazione. Ma purtroppo alla Nemesi non si sfugge. E’ il segnale della distruzione della città. Ne sorgerà sicuramente un’altra, ma non sappiamo se sarà migliore o peggiore, comunque è un regalino che costoro hanno riservato ai nostri ventenni.

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  7. ……associazioni di ANARCHICI RETROGADI……..PIEGATEVI alla MAGGIORANZA dei cittadini che il Ponte lo vogliono !!!!!!!

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