L'odissea di una talassemica con Covid: "Non può esistere una graduatoria dei malati"

L’odissea di una talassemica con Covid: “Non può esistere una graduatoria dei malati”

Rosaria Brancato

L’odissea di una talassemica con Covid: “Non può esistere una graduatoria dei malati”

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venerdì 13 Novembre 2020 - 07:20

La trasfusione è l'unica terapia che salva la vita ai malati talassemici. Ma se sono positivi al covid diventa un'odissea effettuarla. "Non può essere una battaglia tra malati e malattie"

In pandemia chi ha altre patologie rischia molto di più. E non soltanto per via dell’aggravarsi delle condizioni di salute, ma anche per effetti indiretti collegati ad un appesantimento del sistema sanitario. E’ il caso dei malati talassemici per i quali le trasfusioni sono indispensabili. La trasfusione per loro non è rinviabile o sostituibile con cure alternative: è l’unica terapia che salva le loro vite.

Trasfusione vitale per i talassemici

Fasted Messina Onlus, attraverso il presidente Saccà, racconta un caso dovuto alla mancanza di strutture adeguatamente attrezzate. “Il fatto che la trasfusione sia l’unica terapia indispensabile per i malati talassemici- spiega- ha posto sin da marzo i pazienti nell’attenzione massima per evitare il contagio da Covid-19. La nostra patologia, infatti, rientra tra quelle che mal si sposano con un’infezione come quella da coronavirus”.

Battaglia tra malati e malattie

L’associazione si è attivata da marzo per segnalare alle strutture ospedaliere del territorio di Messina la criticità in caso di malati in attesa di trasfusione positivi al Covid. “Dover combattere una battaglia tra malati e malattie non è accettabile. Durante i mesi di lockdown – prosegue Saccà – abbiamo avuto la fortuna di non riscontrare positivi tra i malati di talassemia. Oggi, invece, i casi sono, purtroppo, arrivati e con loro le grosse difficoltà a proseguire con le terapie”.

Il caso

Nei giorni scorsi una paziente talassemica è rimasta in attesa di poter effettuare la vitale trasfusione, ma la positività al Covid le impediva di recarsi nel reparto di talassemia del Policlinico, così come in altre strutture ospedaliere non adeguate alla situazione, così da non contagiare gli altri pazienti. L’associazione ha chiesto la possibilità di una trasfusione domiciliare ma è stato risposto che mancano le attrezzature necessarie.

L’odissea per la trasfusione

Ci siamo quindi attivati per reperire una struttura ospedaliera in grado di effettuare la trasfusione in massima sicurezza. Grazie al grande impegno del dott. Crisà dell’ospedale di Patti siamo riusciti a trovare a Barcellona la possibilità di eseguire la terapia. L’odissea, però, non è terminata: per il trasferimento nella struttura di Barcellona serve un mezzo privato – un’ambulanza – con costi altissimi e non accessibili a tutti. Cosa che comunque è inaccettabile in quanto il servizio deve essere fornito dal SSN”.

Perchè no cura a domicilio?

Fasted Messina Onlus segnala la criticità di questa situazione, comprendendo benissimo che i presidi ospedalieri sono saturi e il personale oberato di un carico di lavoro pesantissimo. Ma in questo modo, senza attrezzature necessarie non si può avere la cura a domicilio ed i trasferimenti privati hanno costi elevati.

Non esiste graduatoria della morte

Spiace dirlo, però, siamo di fronte a una graduatoria delle malattie. Non è accettabile. Senza le trasfusioni i malati di talassemia rischiano di morire, e la morte vale per tutti- conclude Saccà- Non può esistere una graduatoria nella morte, anche quelli che non risultano nei bollettini quotidiani della Protezione Civile sono morti reali. Non chiediamo nulla di particolare o speciale: solo di poterci curare. E di farlo con una trasfusione. Nulla di impossibile. I talassemici positivi al Covid rischiano tantissimo e, dispiace davvero dirlo, senza una trasfusione rischiano di morire per la talassemia e non solo per il Covid”.

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