Lucia e Angela: gli "invisibili" dei servizi sociali

Lucia e Angela: gli “invisibili” dei servizi sociali

Francesca Stornante

Lucia e Angela: gli “invisibili” dei servizi sociali

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venerdì 26 Aprile 2019 - 13:29

Dopo la creazione della Messina Social City si sono aperti altri fronti per i lavoratori rimasti esclusi. Ma ci sono anche quelli che nonostante abbiano lavorato oggi non hanno speranze

Lucia e Angela. Due nomi e due storie che diventano una delle tante facce dei servizi sociali. Perchè nonostante la nuova Messina Social City, i brindisi e i sorrisi per tanti lavoratori, la fine di quel sistema delle cooperative che tanto ha fatto discutere in questi anni, adesso restano nomi, volti e storie di altri lavoratori che sono rimasti senza risposte e soprattutto senza speranze. Ci sono gli esclusi e ci sono anche gli invisibili.

Gli esclusi stanno provando a combattere per salvare il loro lavoro a suon di proteste e occupazioni. Gli invisibili invece sono Lucia, Angela e tanti altri come loro che hanno lavorato nei servizi sociali messinesi ma oggi non hanno nulla in mano. 

Gli invisibili

Ci sono tanti operatori laureati professionisti, e non solo, come pedagogisti, educatori ed operatori socio assistenziali, che per settimane, mesi o anni hanno prestato la propria opera ed attività lavorativa presso le cooperative che avevano in appalto i servizi de Comune e, non essendo mai stati regolarizzati dal punto di vista contributivo ed assistenziale secondo il Contratto nazionale di settore previsto per categoria, sono rimasti esclusi dal tanto atteso bando della Messina Social City.

Lucia

Lucia è una professionista entrata per sostituire una collega nel suo periodo di malattia. Ad intermittenza, ha lavorato per oltre due anni, eseguendo il proprio lavoro in maniera impeccabile. Veniva pagata attraverso bonifico bancario, ma mai regolarizzata dal punto di vista previdenziale ed assistenziale, nessuna busta paga, dunque niente contributi versati e assegni di famiglia, nessun Cud. Lucia ha sempre eseguito il proprio lavoro rispettando gli orari e il suo delicato compito che prevedeva ad esempio l’elaborazione e la stesura del PEI ( Piano Educativo Individualizzato), in collaborazione con il personale docente affiancato, e seguire ogni singolo caso di bambini con vari problemi di diversa natura. Dopo più di due anni di lavoro, oggi però Lucia risulta inesistente, perché il suo lavoro è esistito davvero, ma purtroppo non sulla carta.

Angela

Poi ad esempio c’è il caso di Angela, un’operatrice socio-assistenziale che ha operato all’interno di una Cooperativa Sociale, chiamata per sopperire a varie sostituzioni, ma anche lei purtroppo mai regolarizzata da norme contrattuali e oggi “lavoratrice fantasma” agli occhi delle Istituzioni.

E purtroppo a quanto pare ci sono decine di casi come questi.

A raccontare alcune di queste storie è Franco Laimo, consigliere della V Circoscrizione che, vuole provare ad accendere i riflettori proprio su di loro, quelli che oggi nei servizi sociali messinesi sono rimasti invisibili. Nella convinzione che il meccanismo clientelare insito in tante cooperative non ha sempre lasciato spiragli alla meritocrazia. Secondo Laimo grazie alla Messina Social City si è interrotto un sistema variegato, ma al tempo stesso non bisognerebbe fare gli stessi errori e garantire una stabilità a coloro che purtroppo hanno subito solo dei soprusi.

Secondo Laimo per aiutare e stabilizzare meritatamente queste persone che hanno lavorato per il sistema delle cooperative bisognerebbe modificare l’articolo 37 che prevede l’esibizione di un estratto conto contributivo, con l’introduzione della verifica dell’estratto conto bancario o postale dal quale si possa verificare il rapporto lavoristico fra il lavoratore, anche non regolarizzato contrattualmente, e le stesse cooperative.

F.St.

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