All'orto Botanico ancora una perdita di esemplari arborei di pregio: una Dracena draco ultracentenaria

All’orto Botanico ancora una perdita di esemplari arborei di pregio: una Dracena draco ultracentenaria

All’orto Botanico ancora una perdita di esemplari arborei di pregio: una Dracena draco ultracentenaria

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lunedì 11 Luglio 2011 - 08:14

Il ripetersi di eventi negativi ed interventi criticabili non dovrebbe richiedere una valutazione complessiva delle alberate presenti all’interno del prezioso giardino ? Si intende intervenire o si continua a restare indifferenti ?

Ho già scritto della recente eliminazione degli esemplari di Chorisia che fiancheggiavano il viale di accesso all’Orto Botanico.
L’abbattimento si è reso necessario a seguito della realizzazione dell’attuale impianto d’irrigazione. Lo sconvolgimento del regime idrico al quale erano abituati gli esemplari arborei (peraltro provenienti da climi secchi) ha favorito l’insorgenza di marciumi radicali, con conseguente danneggiamento degli alberi e perdita della stabilità.
Successivamente, nello scorso inverno, sono state eseguite drastiche potature alle palme.
Questi interventi, oltre ad essere stati eseguiti fuori periodo (le palme devono essere potate in estate) risultano contrari al vigente Piano di Azione Locale per la lotta al Punteruolo rosso delle palme.
In tale disposizione, emanata dal Ministero dell’Agricoltura e dalla Regione Sicilia, vengono vietati gli interventi cesorei sulle palme non attaccate e si dice, chiaramente, che ci si deve limitare solamente alla recisione di foglie ed infiorescenze disseccate in quanto le sostanze volatili emesse dalle sezioni di taglio attirano il Punteruolo.
Inoltre, pochi giorni addietro si è schiantato un esemplare di Dracena draco ultracentenario, che oltre a rappresentare una perdita per il patrimonio arboreo, avrebbe potuto cagionare danni ai visitatori visto che l’Orto è fruibile dai cittadini.
Infine il fusto del Ginko biloba (uno dei 5 presenti all’interno degli Orti Botanici del Sud Italia) è completamente circondato da polloni i quali causano il deperimento del soggetto principale, mentre alcuni grossi rami sono già parzialmente recisi e rischiano di schiantarsi al suolo compromettendo la sicurezza degli operatori e dei visitatori.
Tali ripetuti episodi, verificatisi a breve distanza di tempo uno dall’altro, indicano la necessità di eseguire una complessiva verifica agronomica mirata a valutare:
– le condizioni vegetazionali dell’alberatura insistente all’interno dell’Orto,
– l’effettiva opportunità della realizzazione di impianti di irrigazione,
– eventuali sofferenze delle piante imputabili ad un eccessivo carico in rapporto al sesto d’impianto,
– altri parametri afferenti prettamente alla gestione tecnico agronomica delle specie ivi insistenti (nutrienti nel substrato, superamento capacità di campo, presenza patologie crittogamiche o di entomoparassiti ecc.).
Credo che essere indifferenti circa il continuativo ripetersi di tali eventi negativi rappresenti un atteggiamento colpevole per la città, vera ed unica proprietaria di tali beni, e, soprattutto, per chi è delegato alla custodia ed al controllo di questi beni.
Ricordando come si presentava l’Orto Botanico quando mio padre (dottore agronomo pure lui) mi portava a visitarlo trovo urgente procedere a tali verifiche al fine di custodire e preservare una delle ultime testimonianze rimaste della nostra storia e di garantire la corretta e sicura fruizione di un bene tanto importante.
dott. agronomo Saverio Tignino

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