Mancati finanziamenti Cipe: il Consorzio di rete fognante taorminese esige risposte

Mancati finanziamenti Cipe: il Consorzio di rete fognante taorminese esige risposte

Mancati finanziamenti Cipe: il Consorzio di rete fognante taorminese esige risposte

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giovedì 09 Agosto 2012 - 10:05

Il presidente Pippo Manuli: "“In mancanza di sviluppi positivi è già pronto il provvedimento per il ricorso al Tar del Lazio”

Con delibera Cipe del 30 aprile 2011 la Sicilia riceveva oltre un miliardo di euro per superare le procedure di infrazione comunitaria in materia di collettamento, depurazione delle acque e bonifica dei siti contaminati. L’infrazione riguardava il non adattamento degli impianti alla direttiva europea 91/271 sul trattamento delle acque reflue urbane.
Alla sola provincia di Messina sono stati finanziati 88 milioni per undici interventi programmati. Un solo intervento riguarda la provincia jonica (impianto di depurazione Roccalumera-Furci-Pagliara), tutti gli altri riguardano la zona tirrenica (vedi articolo correlato).

Escluso dai finanziamenti il Consorzio di rete fognante del comprensorio taorminese, nonostante, afferma il presidente Pippo Manuli, “fossero state eseguite quattro progettazioni tra il 2008 e il 2011, di cui un definitivo e tre esecutivi, progettazioni presentate nei tempi e a norma, come da disposizioni europee”. Delle quattro progettazioni neanche una è stata inserita dall’Ato nella graduatoria dei progetti da presentare al Cipe, inserendo invece altre semplici proposte preliminari.

Manuli aveva già sollevato la questione, incalzato a oggi dai mancati chiarimenti da parte dell’Ato sul perché dell’esclusione ai finanziamenti. “Elusive e contraddittorie” definisce Manuli le risposte ricevute dall’Ambito Territoriale Ottimale.
In una nota del Dipartimento Regionale Acque e Rifiuti del 2 agosto 2012, di risposta al Consorzio di rete fognante, si legge che “l’unico adempimento per superare l’infrazione “sembra essere” l’attivazione dell’impianto di depurazione “Consortile Letojanni” di recente potenziamento”.
Del 6 agosto 2012 è un’altra nota dell’Ato 3 in cui invece “si precisa che la Corte di Giustizia Europea ha confermato l’infrazione”, perché, scrive l’Ato, “non ha tenuto conto delle successive relazioni di replica e controreplica anche se, sulla scorta delle informazioni da codesto Consorzio forniteci, gli scarichi rispondevano ai requisiti normativi”.
Le informazioni fornite dal Consorzio riguarderebbero la messa a regime del “Consortile Letojanni”, ma è solo con la nota del 2 agosto che il Dipartimento Regionale Acque e Rifiuti richiede “di sapere se l’impianto è regolarmente in funzione trasmettendo le analisi come previsto dalla normativa vigente”.

L’Ato avrebbe quindi arbitrariamente deciso di escludere le proposte di progettazione del Consorzio di rete fognante, sostenendo che il Consorzio non infrangeva la direttiva 91/271 sulla base di una documentazione che ha richiesto a posteriori, ma la sentenza finale del 19 luglio 2012 sull’inosservanza dello Stato italiano alla direttiva Cee sostiene il contrario e include il sito di Taormina fra quelli inadempienti.

“Estremo disagio quello che l’intera comunità di Taormina sta subendo a seguito del mancato inserimento delle opere da finanziare”, afferma Pippo Manuli, sottolineando come l’Ente rete fognante e il suo buon funzionamento sia il motore del turismo a Taormina.
“In mancanza di sviluppi positivi è già pronto il provvedimento per il ricorso al Tar del Lazio” – conclude infine, facendo riferimento ai fondi di 600 milioni di euro per la Sicilia che lo scorso luglio l’Unione Europea ha bloccato a causa di carenze riscontrate nei sistemi di controllo. Che la storia si ripeta?
(Giusy Briguglio)

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