Maxi sequestro agli avvocati Lo Castro e Bagnato, tutti i dettagli

Maxi sequestro agli avvocati Lo Castro e Bagnato, tutti i dettagli

Alessandra Serio

Maxi sequestro agli avvocati Lo Castro e Bagnato, tutti i dettagli

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giovedì 03 Luglio 2025 - 07:15

Un patrimonio immobiliare costruito alle aste giudiziarie negli anni dei processi attraverso società intestate ai familiari. Sigilli al tesoretto dei due professionisti

Messina – La sentenza del processo Default è prevista entro Natale. Mentre la piena libertà l’avevano recuperata entrambi qualche settimana addietro. Ieri mattina però la Guardia di Finanza ha bussato alla porta dell’ex avvocato Andrea Lo Castro e il collega e collaboratore Francesco Bagnato per notificare un nuovo provvedimento giudiziario.

Sigilli al patrimonio

Con il decreto di sequestro firmato dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Messina (presidente Armaleo), la Gdf ha messo sotto chiave la cassaforte del duo di affaristi immobiliari. I sigilli sono scattati per le società Sicaimm srl (con sede in via Mazzini a Roma) e la 2B di Bagnato, la Capital e la AnAnt di Lo Castro, il 30% della Editrice Meridionale (che a dispetto del nome si occupa di immobiliare) e il 25% della Imita. Ancora, conti correnti intestati ai familiari e una lunga serie di immobili: gli uffici di Corso Cavour a Messina in Galleria, sede storica dello studio Lo Castro, il box sulla stessa via, un terreno ad Asciano, nel senese, con il palazzo Leonina nel cuore delle crete senesi, tra ulivi e relais di lusso, immobili a Spadafora, Rometta, Venetico, Santa Teresa di Riva, Santa Marina Salina, Messina (tra la zona nord residenziale, la zona sud di Tremestieri e il centro), San Calogero nel vibonese, Roccalumera, a Roma poco lontano dalla metro Battistini, a Villafranca e a Milazzo. Tutto il patrimonio è stato affidato all’avvocato Antonio Arena almeno fino all’ottobre prossimo, quando il Tribunale ascolterà la Procura di Messina e i difensori dei due, gli avvocati Antonello Scordo e Nino Favazzo, per decidere se confiscare o meno tutto quanto. La Procura ha anche chiesto la sorveglianza speciale per 5 anni.

La Tenutella

Un esempio dei passaggi analizzati dagli investigatori: tra il 2015 e il 2016 la Sicaimm si aggiudica all’asta almeno 70 immobili. Una buona fetta “entrano” nel 2015: fabbricato circondato da agrumeti in contrada Cuba a Misterbianco, proprio davanti il Centro Sicilia. Per i catanesi, la zona è anche nota come “La Tenutella”. Alla fine del 2004 a Messina venne arrestato il faccendiere triestino Dino Grusovin per una presunta truffa milionaria ai danni di un imprenditore catanese. Alla base della truffa c’era la compravendita di terreni a Misterbianco che il faccendiere, insieme a un socio messinese, dicevano di possedere. Secondo i magistrati però non avevano alcun titolo a vendere, cosa che invece fecero trasferendo le quote della società “La Tenutella srl”. Sui terreni si discuteva allora di costruire un grosso centro commerciale, progetto poi naufragato. Mentre Grusovin “subiva” gli arresti domiciliari in un lussuoso albergo della costiera amalfitana, gli inquirenti messinesi spiccavano un avviso di garanzia anche nei confronti dell’avvocato Lo Castro, indagando sul suo ruolo nella vicenda.

La posizione del legale messinese venne poi archiviata e l’indagine per lui si sgonfiò. Nel 2013 invece Dino Grusovin tornò agli onori della cronaca e nazionale perché venne arrestato in Svizzera con la pesante accusa di aver preso parte alla strage Cottarelli.

Il tesoretto

In estrema sintesi secondo la Procura attraverso le società principali Lo Castro e Bagnato hanno investito nella Sicaimm e nelle altre società i capitali frutto dei reati contestati nei processi Default e Beta, continuando ad operare, malgrado i guai giudiziari, per acquisire un ingente patrimonio immobiliare, una grossa parte del quale acquisito alle aste giudiziarie (in particolare presso il Tribunale di Messina). In vista delle sentenze dei vari processi di Lo Castro, e in coincidenza coi principali passaggi delle traversie di Bagnato, poi, i due avrebbero tentato di “schermare” le operazioni con passaggi societari tra di loro o trasferendo denari e quote ai familiari. L’intento era, secondo gli inquirenti, evitare possibili sequestri dovuti ai processi. Ovvero esattamente quello che è comunque accaduto ieri. Una operazione chiave, esemplificativa dell’intento dei due professionisti è, scrivono gli inquirenti, il trasferimento delle quote della Sicaimm da Lo Castro a Bagnato il 26 aprile 2023. Due giorni dopo, il 28 aprile, diventò definitiva la condanna a 9 anni per Lo Castro per l’operazione Beta. Nell’ottobre successivo l’Ordine degli Avvocati ha adottato nei confronti del legale d’affari il provvedimento di cancellazione dall’Albo.

Perché il sequestro

Per la sezione Misure di Prevenzione i due sono “socialmente pericolosi”. Lo dimostrerebbero i vari procedimenti giudiziari e le sentenze già passate in giudicato, dall’operazione Beta che vede Lo Castro condannato perché giudicato “consigliori” del clan Romeo ( i Santapaola di Messina), agli altri processi in corso e definitivi, come quello celebrato a Torino che ha visto Lo Castro accusato di falso ideologico, esercizio abusivo della professione e sostituzione di persona (la sentenza, diventata definitiva, è del 2021).

Agli atti c’è pure la sproporzione dei redditi dichiarati dai due professionisti e il patrimonio effettivo. In particolare gli investigatori hanno analizzato alcuni anni chiave, in cui Lo Castro e la moglie, malgrado un saldo negativo di oltre un milione e mezzo di euro, hanno compiuto investimenti immobiliari e operazioni finanziarie anche per mezzo milione a tranche.

Un commento

  1. Perché vi ostinate a chiamarli avvocati? Sono stati cancellati dall’ albo?

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