Convegno a Limina, "Emigrazione e Religiosità Popolare: i 40 anni di S. Filippo a Caracas"

Convegno a Limina, “Emigrazione e Religiosità Popolare: i 40 anni di S. Filippo a Caracas”

Convegno a Limina, “Emigrazione e Religiosità Popolare: i 40 anni di S. Filippo a Caracas”

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martedì 12 Agosto 2014 - 08:33

Il santo protettore di Limina era “emigrato” con i suoi devoti in Venezuela, per la prima volta nel 1974 uscì in processione per le strade della capitale latino-americana. Per ricordare quell’evento e contestualizzarlo il Comune di Limina e l’Associazione Dipiesse hanno organizzato un convegno per mercoledì 13 agosto

“Emigrazione e Religiosità Popolare: i 40 anni di S. Filippo a Caracas”: il santo protettore di Limina, in provincia di Messina, era “emigrato” con i suoi devoti in Venezuela già da prima, ma per la prima volta nel 1974 uscì in processione per le strade della capitale latino-americana. Per ricordare quell’evento e contestualizzarlo il Comune di Limina e l’Associazione Dipiesse hanno organizzato un convegno per mercoledì 13 agosto. L’appuntamento culturale è alle ore 20.30, al Centro Polifunzionale “F. Scaldara” di Limina. Il patrocinio all’iniziativa è stato concesso dalla Regione Sicilia, dall’Arcipretura di Limina, dall’Università di Messina e dall’Archeoclub area jonica.

L’apertura del convegno è affidata a Filippo Ricciardi, sindaco di Limina, e don Paolino Malambo, arciprete; coordina i lavori Filippo Brianni, giornalista e presidente dell’Osservatorio per i Beni culturali dell’Unione dei Comuni. Gli interventi saranno di Mario Bolognari e Giuseppe Restifo (Università di Messina), Elina Gugliuzzo (Università telematica Pegaso), Giuseppe Campagna, giovane ricercatore laureatosi all’Università di Messina, di Giovanni Saglimbeni, detto ‘Ntanté, cultore e conservatore di tradizioni liminesi, e di Domenico Costa, presidente dell’Archeoclub Area jonica. Seguiranno le testimonianze di Nino Rizzo e Giuseppe Ragusa.

Tutti questi studiosi debbono rispondere a un complesso quesito: ma come fanno i liminesi a restare e sentirsi liminesi anche quando sono andati in terra straniera? Caracas è un ottimo banco di prova storico, perché ci si sposta dalle pendici dei Peloritani al nuovo mondo, a migliaia e migliaia di chilometri di distanza, in un altro mondo. E non sempre quest’altro mondo è disposto ad accogliere in senso multiculturale. D’altronde la Chiesa istituzionale non sempre è pronta ad accompagnare sincronicamente i flussi migratori. Ci dev’essere qualcosa nell’identità dei liminesi (ma poi si potrebbe dire lo stesso per la miriade di comunità investite dalle onde migratorie) che ancora va messo in luce pienamente. L’appuntamento a Limina appare fra quelli da non mancare, per chi si pone in atteggiamento interrogativo di fronte alle migrazioni di oggi. La micro-storia di Limina come paradigma di una storia globale.

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