Cosa bisogna chiarire nella tragedia del 38enne, il ricordo dei colleghi di lavoro e della comunità
Messina – Muove i primi passi l’inchiesta per ricostruire la dinamica dell’incidente mortale avvenuto lo scorso 22 giugno sulla tangenziale di Messina. La Polizia Stradale ha sequestrato tutti i mezzi coinvolti ed ascoltato i primi testimoni ed ora è a lavoro sugli accertamenti tecnici ordinati dalla Procura per stabilire eventuali responsabilità nella morte di Pryal Thamel Shivanta, che quel giorno stava tornando a casa dal lavoro in motorino ed ha trovato la morte all’interno della galleria Baglio.
Fari puntati sull’incidente
La sostituta procuratrice titolare del caso Giorgia Spiri ha disposto anche una autopsia, per chiarire esattamente come è morto l’uomo. L’esame medico legale sarà effettuato martedì prossimo all’obitorio del Policlinico e mira anzitutto a stabilire se il 38enne è morto subito, per lo schianto sull’asfalto o perché investito dalle altre auto che sopraggiungevano in quel momento.
C’è da capire cioè, anche grazie agli accertamenti tecnici, se l’uomo ha perso il controllo del due ruote perché ha urtato un altro veicolo o per altre cause autonome e se è deceduto sul colpo o se per le profonde ferite dopo essere stato travolto dagli altri mezzi sopraggiunti.
Tre indagati provvisori
Tre gli indagati, due donne e un uomo, ovvero i conducenti delle altre vetture coinvolte. Una di loro, profondamente sotto choc subito dopo l’incidente, è stata accompagnata in ospedale per le cure del caso. Per Thamel invece non c’è stato niente da fare e gli uomini del 118 e gli agenti della Polstrada non hanno potuto fare altro che coprire i suoi resti straziati, in attesa del medico legale e prima di liberare la corsia, rimasta interrotta fino ad oltre le 18 e con lunghe code che si sono formate lungo tutta la tangenziale in direzione di Messina.
Il ricordo di Pryal Thamel
Pryal quel giorno tornava a casa dal lavoro. Da tempo era impiegato presso la rosticceria Celona di Ortoliuzzo, dove tutti lo ricordano come “…un ragazzo positivo, che amava il suo lavoro e si vedeva. Mai un gesto di stizza, mai una parola fuori luogo, anche quando i ritmi di lavoro si facevano pesanti”. Così un collega di lavoro su Facebook, che lo descrive come un uomo col “sorriso sincero, contagioso, nitido”.
L’uomo, originario dello Sri Lanka, viveva in via Calapso con la moglie e due bambine. La sua comunità d’origine ora lo piange e si è stretta con affetto intorno alla sua famiglia.

Spero si chiariscano le dinamiche di questo tremendo incidente, ma vorrei dire ai signori del CAS, della Protezione Civile e quant’altri che non si possono lasciare incolonnati al sole o peggio in galleria PER ORE delle persone senza degnarsi di passare a dare una bottiglia d’acqua. Qualunque cosa succeda non e’ possibile che la gente sia bloccata per ore senza poter fare i bisogni e senza poter bere o mangiare. Non e’ che tutti coloro che prendono l’autostrada si portano l’acqua o i panini dietro. E poi, qualcuno spieghi ai messinesi che i motori dei mezzi, in galleria si devono spegnere, per evitare di creare una camera a gas.