“Piazza” Castronovo dalle origini ad oggi. «Bastano pochi interventi»

“Piazza” Castronovo dalle origini ad oggi. «Bastano pochi interventi»

“Piazza” Castronovo dalle origini ad oggi. «Bastano pochi interventi»

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sabato 20 Maggio 2017 - 04:57

Ne è convinto l’architetto messinese Nino Principato che ricostruisce le fasi storiche della realizzazione della piazza ammirata dal’alto durante la tappa messinese del Giro d’Italia

E’ diventata l’argomento di moda di questi giorni, grazie all’esaltazione della tappa messinese del Giro d’Italia, come se si fosse appreso solo adesso della sua esistenza. E allora, in questo clima di euforia collettiva, mass-media e amministrazione comunale discettano su progetti di riqualificazione della piazza. Noi, qui, ripercorreremo alcuni momenti della sua storia, ribadendo la nostra opinione che la cosiddetta piazza, con le caratteristiche architetture razionaliste di Filippo Rovigo che la contornano, ha bisogno solo di semplici e non invasivi interventi di ordinaria manutenzione, che ne escludano l’inutile pedonalizzazione trattandosi di uno slargo storicamente mai fruito, ad eccezione dei portici. Non dimentichiamoci, inoltre, che lì si allestisce e da lì parte la Vara del 15 agosto che non può modificare il suo percorso, per motivi tecnici che magari i profani non conoscono e che, piaccia o non piaccia, è la più grande tradizione messinese che si tiene dal 1535 e una delle più antiche in Europa.

All’indomani del terremoto del 28 dicembre 1908 l’ingegnere capo del Comune, Luigi Borzì, ricevette l’incarico dalla Giunta nel maggio 1909 di redigere il piano regolatore della ricostruzione. Presentato il 9 dicembre del 1909, fu approvato con i Regi Decreti del 26 giugno 1910 e del 31 dicembre 1911. Negli elaborati di studio propedeutici alla stesura definitiva del piano regolatore, conservati nell’archivio di Palazzo Zanca, Borzì immagina un monumentale sfondo scenografico della lunga via Garibaldi nella sua conclusione a nord, disegnando una piazza circolare porticata denominata “Piazza Garibaldi” (oggi, appunto,“Castronovo”) ed un’elaborata gradinata a doppia rampa che conduceva alla sovrastante strada di circonvallazione in corrispondenza di una nuova piazza semicircolare mai realizzata, cui dà il nome di “Piazza Montorsoli”.

L’esigenza di caratterizzare urbanisticamente e visivamente tale porzione di città, nasceva anche tenendo conto di quanto aveva previsto, oltre cinquant’anni prima, l’architetto messinese Leone Savoja (1814-1885). Borzì, ancora una volta, dava prova della sua profonda conoscenza dei trascorsi storici della città, del vivace dibattito architettonico che aveva alimentato, soprattutto nell’800, tutto un crogiolo di idee, proposte, progetti per portare a soluzione alcuni dei problemi strutturali di Messina. Leone Savoja che nella sua città realizzò, fra le tante opere, il celebre Gran Camposanto (1865-1872), la chiesa di Santa Chiara (1856) e il Palazzo del Priorato, poi Prefettura (1877), aveva infatti redatto un progetto mai attuato per la sistemazione della collina dell’Ogliastri, valorizzandola quale sfondo della via Ferdinanda (poi Garibaldi) con una grande cascata d’acqua e ponendola in collegamento con la strada provinciale per Palermo, attraverso le colline di Tremonti. Non una semplice arteria di attraversamento, ma un percorso panoramico tra scenari di incomparabile bellezza sul mare e sulle colline, supporto per un futuro sviluppo della città.

Nel 1952 avevano inizio i lavori per la costruzione dei quattro edifici porticati che contornano lo slargo, opera dell’architetto messinese Filippo Rovigo e per tutti gli anni Cinquanta la scarpata di fondo, oggi sistemata a villetta intitolata a Gino Prudente, fu la sede della purtroppo ormai scomparsa “Festa degli alberi”. Nel 1957, ancora Filippo Rovigo realizzerà la bella architettura del “Teatro dei Dodicimila” con la collaborazione dello scultore e disegnatore Francesco Finocchiaro, l’unico anno che non viene allestito in piazza Municipio.

Per l’occasione, su un alto palo (in corrispondenza dell’attuale edicola di giornali), viene collocata una scultura mobile a vele ispirata alle opere dell’americano Alexander Calder, successivamente smantellata. Da questo punto di vista, esattamente dalla collinetta sistemata a villa, incredibile ma vero, Antonello ambientò la sua ultima opera prima di morire, la “Pietà con un angelo” (1475 circa) conservata al Museo del Prado di Madrid.

Ancora una volta, come nelle Crocifissioni, fa da sfondo Messina rinserrata nelle mura normanne lungo il Boccetta, con a destra la Cattedrale e il suo alto campanile cuspidato e, a sinistra, il mare con parte della penisola falcata, dove si scorgono due croci del Calvario con alcune figurette di dolenti.

Nino Principato

10 commenti

  1. Vedere com’era la nostra bellissima città e guardarla oggi e non riconoscerla, suscita tristezza e rabbia al tempo stesso.

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  2. Vedere com’era la nostra bellissima città e guardarla oggi e non riconoscerla, suscita tristezza e rabbia al tempo stesso.

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  3. LUPORIBELLE I PALAZZINARI I PALAZZINARI E L’INCAPACITA’ DI ESSERE CITTADINI NON GENTE SCAPPATA DA FOGNE O ALTRO. MESSINA DISTRUTTA, MASSACRATA DA GENTE CHE CONOSCE SOLTANTO IL DETTO: MI FAZZU ‘U VILLINU NUDDU MI PO FARI NENTI E DISTRUGGE DISTRUGGE. NON C’E’ NEANCHE PIU’ ODORE DI MARE, NON STRADE LONTANO DAL MARE, MA ANCHE VICINO AL MARE. ODORE DI ZAGARE CHI LO RICORDA PIU’ IN TUTTA LA CITTA’. BORZI’ HA COSTRUITO UNA CITTA’ SECONDO LE IDEE DELL’ANTICA ROMA, ERRORE DI BORZI’, SECONDO IL SOTTOSCRITTO CHE NON E’ NE’ ARCHITETTO, NE’ INGEGNERE EDILE E NE’ GEOMETRA, HA RICOSTRUITO UNA CITTA’ CON VIE PICCOLISSIME. OVVERO DISASTRI SICURI CON TERREMOTI FORTISSIMI CHE SI VERIFICHERANNO INVEVITABILMENTE 1908 E 1715 O VIOLENTO 1978. POTEVA FARE MEGLIO

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  4. LUPORIBELLE I PALAZZINARI I PALAZZINARI E L’INCAPACITA’ DI ESSERE CITTADINI NON GENTE SCAPPATA DA FOGNE O ALTRO. MESSINA DISTRUTTA, MASSACRATA DA GENTE CHE CONOSCE SOLTANTO IL DETTO: MI FAZZU ‘U VILLINU NUDDU MI PO FARI NENTI E DISTRUGGE DISTRUGGE. NON C’E’ NEANCHE PIU’ ODORE DI MARE, NON STRADE LONTANO DAL MARE, MA ANCHE VICINO AL MARE. ODORE DI ZAGARE CHI LO RICORDA PIU’ IN TUTTA LA CITTA’. BORZI’ HA COSTRUITO UNA CITTA’ SECONDO LE IDEE DELL’ANTICA ROMA, ERRORE DI BORZI’, SECONDO IL SOTTOSCRITTO CHE NON E’ NE’ ARCHITETTO, NE’ INGEGNERE EDILE E NE’ GEOMETRA, HA RICOSTRUITO UNA CITTA’ CON VIE PICCOLISSIME. OVVERO DISASTRI SICURI CON TERREMOTI FORTISSIMI CHE SI VERIFICHERANNO INVEVITABILMENTE 1908 E 1715 O VIOLENTO 1978. POTEVA FARE MEGLIO

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  5. MessineseAttento 20 Maggio 2017 13:21

    Ogni singolo cittadino è responsabile del declino di Messina, soprattutto coloro che oggi si lamentano dell’attuale amministrazione; ovvero gli stessi che per mezzo secolo hanno consegnato Messina agli interessi affaristici e clientelari dei partiti politici. Oggi, si fa presto a parlare dell’incapacità di Accorinti o dell’assessore tal dei tali, è tutta misera propaganda, a cominciare dalla stampa che dava del tu alla politica di scambio. Nel 2013 Messina ha lanciato un messaggio preciso a politicanti e giornalistucci conniventi, gli stessi ominicchi che oggi spingono per la restaurazione.

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  6. MessineseAttento 20 Maggio 2017 13:21

    Ogni singolo cittadino è responsabile del declino di Messina, soprattutto coloro che oggi si lamentano dell’attuale amministrazione; ovvero gli stessi che per mezzo secolo hanno consegnato Messina agli interessi affaristici e clientelari dei partiti politici. Oggi, si fa presto a parlare dell’incapacità di Accorinti o dell’assessore tal dei tali, è tutta misera propaganda, a cominciare dalla stampa che dava del tu alla politica di scambio. Nel 2013 Messina ha lanciato un messaggio preciso a politicanti e giornalistucci conniventi, gli stessi ominicchi che oggi spingono per la restaurazione.

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  7. LUPORIBELLE E MESSINESEATTENTO SI PUO’ DIRE CHE QUESTO ARTICOLO E’ PARAGONABILE AL FAMOSO ROMANZO HOW GREEN WAS MY VALLEY, TITOLO IN ITALIANO COM’ERA VERDE LA MIA VALLE. ROMANZO TRAGICO CRUDO, MA VERO STORICO E LEALE DI FATTI SIA IN GALLES CHE A MESSINA. INIZIA CON STAVO IMPACCHETTANDO LE MIE COSE NELLO SCIALLE DI MIA MADRE SENTO ANCORA LE VOCI DEI MIEI AMICI ANDATI E PARTO PER NON TORNARE PIU’. ECCO COME HO FATTO ANCH’IO ED ALTRI MESSINESI VERI MESSINESI PRIMA DI ME E DOPO DI ME. NON C’E’ ALCUNA DIFFERENZA. RICORDATEVI AVEVO GIA’ DETTO, QUANDO ERO STUDENTE ALLO JACI PER DUE ANNI NEGLI ANNI ’70 INIZI PARLAVAMO CON IL PROFESSORE HO DETTO MESSINA SARA’ UN GRANDE PAESAZZO. TUTTI A RIDERE E SFOTTERE ORA QUELLA MIA VERDE VALLE O CITTA’ E’ MORTA

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  8. LUPORIBELLE E MESSINESEATTENTO SI PUO’ DIRE CHE QUESTO ARTICOLO E’ PARAGONABILE AL FAMOSO ROMANZO HOW GREEN WAS MY VALLEY, TITOLO IN ITALIANO COM’ERA VERDE LA MIA VALLE. ROMANZO TRAGICO CRUDO, MA VERO STORICO E LEALE DI FATTI SIA IN GALLES CHE A MESSINA. INIZIA CON STAVO IMPACCHETTANDO LE MIE COSE NELLO SCIALLE DI MIA MADRE SENTO ANCORA LE VOCI DEI MIEI AMICI ANDATI E PARTO PER NON TORNARE PIU’. ECCO COME HO FATTO ANCH’IO ED ALTRI MESSINESI VERI MESSINESI PRIMA DI ME E DOPO DI ME. NON C’E’ ALCUNA DIFFERENZA. RICORDATEVI AVEVO GIA’ DETTO, QUANDO ERO STUDENTE ALLO JACI PER DUE ANNI NEGLI ANNI ’70 INIZI PARLAVAMO CON IL PROFESSORE HO DETTO MESSINA SARA’ UN GRANDE PAESAZZO. TUTTI A RIDERE E SFOTTERE ORA QUELLA MIA VERDE VALLE O CITTA’ E’ MORTA

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  9. MessineseAttenta 13 Giugno 2017 13:20

    Un guaio della democrazia? Dare la parola ai catanesi…………

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  10. MessineseAttenta 13 Giugno 2017 13:20

    Un guaio della democrazia? Dare la parola ai catanesi…………

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