Messina. Il Comitato per il no a Montemare diventa Comitato per il decentramento

Messina. Il Comitato per il no a Montemare diventa Comitato per il decentramento

Redazione

Messina. Il Comitato per il no a Montemare diventa Comitato per il decentramento

venerdì 26 Agosto 2022 - 09:51

Le proposte per migliorare la vita dei cittadini nelle periferie

La questione Montemare ha fatto tornare forte in città il tema delle periferie, della loro valorizzazione, del rilancio di identità, luoghi, storie e manufatti che sono parte di ciò che è Messina.

Ora il Comitato per il no a Montemare diventa Comitato per il decentramento e adotta un nuovo assetto organizzativo: il presidente è Alfredo Mangano, il portavoce Peppe De Luca.

“L’assenza di infrastrutture e, talvolta, di servizi essenziali che stanno condannando giorno dopo giorno i nostri villaggi collinari ad una lenta ma inesorabile morte. Quando abbiamo avviato il percorso del nostro Comitato per il NO a Montemare eravamo consapevoli che, se volevamo davvero rilanciare i nostri villaggi, il nostro NO doveva portare con sé proposte ed azioni fattive e costruttive, delle risposte alla domanda: Come rendiamo nuovamente vivibili, attuali ed attrattive le periferie e le nostre zone collinari? Come noto, dunque, il nostro approccio nel costruire soluzioni è stato sempre rivolto alla totalità della città (da Nord a Sud) e non solo alla zona che era (fortunatamente, adesso, possiamo parlare al passato) interessata dal Referendum secessionista. Perché? Perché – come abbiamo sempre detto in campagna referendaria – siamo fermamente convinti che la nostra città, che la nostra Messina, sia unica ed unita, e ciò non per nomina divina ma per fattivo funzionamento: la nostra città può funzionare solamente se riesce a valorizzare ogni mq del suo diversificato territorio, poiché è proprio questa diversità a rendere la nostra città completa di ogni caratteristica; ogni villaggio, ogni paese, ogni zona è complementare ad un’altra ed insieme creano un unicum che ci consente davvero di poter affrontare le sfide dell’età contemporanea e tornare ad essere il centro del mediterraneo. Dalle verdi colline del Parco dei Peloritani alle spiagge di Orto Liuzzo e San Saba, dai borghi di Altolia, Gesso e Pezzolo ai negozi del centro città, passando per una parte industriale certamente da riqualificare e potenziare, senza dimenticare le strutture (come stadi ed ospedali) che, seppur necessitano di riqualificazione, ma sono comunque presenti.
Cosa manca dunque nella nostra città? Valorizzazione e buona gestione. Durante la campagna referendaria per il NO a Montemare abbiamo dovuto, per forza di cose, concentrare la nostra attenzione alle zone interessate dalla secessione, ma come detto sopra le proposte fattive del nostro Comitato sono state costruite guardando alla città nella sua interezza, e adesso siamo pronti ad esporle, consapevoli della necessità di impegno affinché si realizzino, impegno che verrà realizzato nella nuova veste di Comitato per il Decentramento:

  1. Passaggio integrale alle Municipalità: E’ tempo che tutte le circoscrizioni diventino, pienamente, Municipalità, con una propria dotazione di poteri di intervento e di fondi necessari a poter velocizzare azioni immediate sul territorio. E’ impensabile che Palazzo Zanca debba occuparsi persino di una buca in una strada secondaria. Serve dunque attuare il decentramento amministrativo senza, ovviamente, ledere al principio di trasparenza e corretta gestione amministrativa e della spesa. Urge dunque una riforma degli statuti delle “vecchie” Circoscrizioni, in modo da adeguarle al concetto di Municipalità, come fatto anzitempo dalla quinta circoscrizione (ora Quinta Municipalità);
  2. Creazione di due nuove Municipalità: serve scindere in due le attuali prima e sesta circoscrizione, decisamente troppo ampie e che raccolgono una porzione di cittadini dalle esigenze troppo variegate. Un abitante di Altolia non ha le stesse esigenze di un abitante di Tremestieri, come un abitante di Gesso non ha le stesse esigenze di un abitante di Torre Faro. Ma non è solamente una questione di esigenze dei cittadini ma anche dei territori, i territori ricompresi in queste circoscrizioni sono ampi e diversi per esigenze gestionali e di sviluppo. I nomi di queste due nuove Municipalità? Beh, per la nuova municipalità derivante dalla divisione del primo quartiere: “Pilieri”, per quella invece derivante dalla divisione del sesto: “Tramontana” come gli storici casali che da sempre sono peculiarità di quei territori. Al fine di contenere i costi di funzionamento i consiglieri municipali andrebbero ridotti da 9 a 7. I Municipi Messinesi dovranno seguire il modello Romano, con la possibilità di nominare degli assessori Municipali che possano occuparsi di specifiche tematiche. Andranno anche rivisti i confini delle municipalità, facendo ricadere i luoghi effettivi di erogazione dei servizi all’interno della municipalità (capita infatti che, ad esempio, taluni Messinesi residenti in quarta circoscrizione votino in luoghi afferenti la terza), in un’ottica di funzionalizzazione dei Municipi, ripensandoli come divisioni amministrative utili all’erogazione di servizi “quotidiani” per i cittadini, i quali non dovranno più recarsi a Palazzo Zanca per il disbrigo di pratiche, alleggerendo così la casa Municipale e rendendo più capillari i punti di accesso alla PA da parte degli utenti. Tutto ciò potrà essere accompagnato ad un monitoraggio delle performance dei Municipi, in relazione alle pratiche lavorate, alle richieste ed ai servizi offerti, in modo da intervenire sistematicamente nelle aree di maggior criticità, ottimizzando la spesa;
  3. Creazione di un piano di interventi nei villaggi e nelle periferie: serve programmare, anche su un ampio lasso temporale, gli interventi infrastrutturali e non nei villaggi e nelle periferie. Come? Mediante un piano che elenchi in maniera analitica le urgenze oggettive di intervento attuali e prospettiche. Tale piano può essere implementato anche mediante la partecipazione diretta dei cittadini mediante l’invio di osservazioni e proposte di interventi da parte degli stessi, utilizzando un modello simile a quello già utilizzato dal Comune di Messina per l’invio di osservazioni sul PUMS o per la presentazione dei progetti di Democrazia partecipata;
  4. Valorizzazione di feste e tradizioni dei villaggi: I nostri villaggi sono vivi tutto l’anno! A scandirne la vita sono storie, tradizioni, ricorrenze, memorie ed antiche specialità tramandate nel tempo. Ogni anno i nostri villaggi festeggiano momenti storici di vario genere ove si scoprono e riscoprono, è ora di mettere tali eventi “a sistema” all’interno di un calendario annuale che renda attrattivo il nostro territorio tutto l’anno! Messina deve infatti diventare meta per tutti i 365 giorni dell’anno e quale miglior modo se non valorizzare quanto già esistente? Creando così un filo conduttore storico, folkloristico ed innovativo che si intrecci anche con eventi in centro città. Il tutto debitamente pubblicizzato dal Comune di Messina e, nondimeno, coordinato. Tale azione consentirebbe non solo di far conoscere la nostra città all’esterno dei confini Comunali ma anche di far conoscere spazi, luoghi ed eventi del nostro territorio ai … Messinesi stessi! Troppo spesso non a conoscenza di eventi e storia del territorio ove siamo nati. Altra grande occasione in tal senso è quella di poter riscoprire e potenziare storie e tradizioni dei nostri villaggi, i quali potrebbero avere vantaggio nell’ulteriore studio di determinati eventi al fine del potenziamento delle varie manifestazioni.
  5. Risposte immediate: dare la possibilità ai Municipi di avviare i progetti RDC: Impiegare i percettori del Reddito di Cittadinanza per l’esecuzione di compiti socialmente utili funzionali alle esigenze dei Municipi. Nel Comune di Messina sono circa 10.000 i percettori di Reddito di Cittadinanza che sono nelle condizioni di poter partecipare ai progetti sociali a loro dedicati, bisogna dunque estendere la possibilità di sottoscrivere accordi e progetti in tal senso anche ai Municipi affinché possano, con tali progettualità, impegnare i percettori residenti nel rispettivo Municipio, facendo sì che gli stessi acquisiscano competenze e, contemporaneamente, rendano un servizio alla collettività rispondendo alle esigenze basilari e quotidiane del Municipio ove vivono ai sensi della normativa vigente. In tale percorso i Municipi, soprattutto in una prima fase, potranno essere assistiti dal Comune di Messina il quale svolgerà ruolo di monitoraggio e coordinamento.

Nelle prossime settimane dettaglieremo maggiormente le nostre proposte, coinvolgendo anche la cittadinanza, ed avvieremo interlocuzioni con gli organi istituzionali al fine di poter dare quanto prima alla nostra città la risposta di cui ha bisogno: il vero decentramento funzionale.

In queste nostre proposte vi è il grido d’amore per la nostra città, un amore concreto, fatto di azioni organiche e pragmatiche. Alziamoci tutti le maniche ed amiamo il nostro territorio”.

2 commenti

  1. I vari villaggi rimanendo nel comune di Messina non è che abbiano fatto una scelta oculata, totalmente abbandonati da Messina, con la creazione di un nuovo comune difficilmente avrebbero peggiorato la situazione..

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  2. L’esito delle votazioni è stato sin troppo chiaro. Pur nel rispetto delle problematiche e ideologie altrui la città ha ben altri problemi da risolvere. Se vogliono l’autonomia che sia loro concessa ma deve essere un’autonomia totale senza più legami con la città metropolitana. Quindi servizi pubblici propri, rete elettrica idrica fognaria propria, uffici propri ecc.

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