Messina Social City, polemica sui 18mila euro per la festa

Messina Social City, polemica sui 18mila euro per la festa

Marco Olivieri

Messina Social City, polemica sui 18mila euro per la festa

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mercoledì 06 Marzo 2024 - 18:19

Spese a parte per i 5 anni, il tema centrale è quello di rafforzare i servizi e l'organizzazione a favore di chi vive nel disagio

MESSINA – La festa per i 5 anni di Messina Social City: è polemica per la spesa di 18.492 euro. Per l’occasione, sono stati pure consegnati gli attestati per il progetto “Nuovi percorsi dell’abitare”, anche questo attraversato da polemiche. A divulgare i vari costi è stata Palmira Mancuso, coordinatrice in Sicilia di +Europa, sul sito di Messina Ora.

La spesa per l’audio e le luci, con determina n. 35 del 3 marzo 2024 firmata dal vicedirettore generale Giuseppe Arpi, è stata affidata a un service di Messina per 2.440 euro, iva compresa. Il servizio di catering, con la determina n. 36 sempre del 3 marzo, è stato affidato all’istituto “Antonello” per 4.950 euro, iva compresa. 1.200 magliette e il materiale grafico, con il logo della società (determina n. 37), sono costati 11.102 euro, iva compresa.

Basile: “Non una festa ma un momento di confronto nel segno di un modello da esportare”

Si è trattata di un’operazione di promozione dell’attività di Messina Social City e il sindaco Federico Basile difende la partecipata: “Raccontare un’esperienza di buon governo ben riuscita con oltre 1.000 operatori, e che servono oltre 5.500 utenti, con nuovi servizi mai garantiti prima del 2018 dal nostro Comune, è stata la prima esigenza. E un altro elemento non meno importante è stato dare continuità di risposta progettuale a 600 tirocinanti che vivevano nel disagio non solo abitativo, con in testa i progetti d’inserimento lavorativo. Per questi motivi, giorno 5 non è stata una festa ma un momento di confronto e di approfondimento per attestare un modello riuscito da esportare in altre realtà locali”.

Il vero tema è rafforzare i servizi e l’organizzazione

Al di là della questione spese, per esempio si potevano evitare le magliette, il vero tema è sempre quello: come rafforzare i servizi e l’organizzazione per rispondere ai bisogni di una città che vive drammi quotidiani, con problemi economici strutturali.

Rispetto al sistema delle cooperative, qualcosa è cambiato e alcune azioni sono efficaci. Probabilmente, e qui una verifica deve essere fatta da maggioranza e opposizione, alcuni servizi si devono rafforzare. E, qualora i riscontri vadano in questa direzione, si può intervenire nell’organizzazione della struttura per migliorarla, una volta valutati punti di forza e di debolezza, con onestà intellettuale e rigore.

Quanto ai numeri di Messina Social City, superiori a quelli dei dipendenti comunali, con più di mille a tempo indeterminato e determinato, se gli operatori sono ben diretti e organizzati non possono che rappresentare un elemento positivo. C’è bisogno di un risanamento sociale e psicologico in una terra con troppe ferite. A questo serve la politica: utilizzi le polemiche per potenziare i servizi e la struttura, verificando eventuali falle. L’importante è che non si perdano mai di vista i destinatari degli interventi.

Quanto ai tirocini d’inclusione sociale, lo abbiamo già scritto: non bastano. La vera sfida è creare lavoro a Messina. Magari copiando da modelli virtuosi in Italia e in Europa, bisogna sforzarsi di concepire un futuro per questa terra. E di costruire occupazione che liberi davvero dal bisogno, favorendo un’economia sana.

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