Messina, Stefano Argentino dal giudice. Il legale: "Genitori sconvolti. Non lo difenderò"

Messina, Stefano Argentino dal giudice. Il legale: “Genitori sconvolti. Non lo difenderò”

Alessandra Serio

Messina, Stefano Argentino dal giudice. Il legale: “Genitori sconvolti. Non lo difenderò”

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martedì 01 Aprile 2025 - 22:10

Chi è il 27enne che ha ucciso la 22enne Sara Campanella. La passione per la danza e la Juve. Noto sotto choc

Messina – Si terrà domattina nel carcere di Gazzi il faccia a faccia chiave tra Stefano Argentino e il giudice che ne ha disposto il fermo per l’omicidio di Sara Campanella, la giovane di Portella di Mare a Misilmeri uccisa a Messina lunedì sera sul viale Gazzi. Il giudice Eugenio Fiorentino dovrà decidere se convalidare il fermo disposto dalla Procura ieri notte, quando Stefano è stato raggiunto a Noto, in un appartamento della famiglia, e se accogliere o meno la richiesta di arresto in carcere.

L’accusa: omicidio pluriaggravato

Omicidio volontario pluriaggravato. E’ questa l’accusa che gli muove la Procura, basandosi sui primi accertamenti. Gli investigatori hanno raccolto le testimonianze degli amici e colleghi di Sara, vittima di quello che sembra l’ennesimo femminicidio che aveva avuto diverse avvisaglie.

Testimonianze che hanno rivelato un interesse di Stefano per la collega di università che andava avanti da almeno due anni, dall’inizio del percorso universitario cioè. Interesse non ricambiato, secondo il racconto degli amici.

Si scava nelle chat tra Sara e Stefano

I rapporti tra i due sono ora al centro del vaglio degli investigatori, che passeranno al setaccio il traffico telefonico del giovane e quello della ragazza ed eventuali altre testimonianze. Sia i colleghi di Sara che i parenti hanno escluso categoricamente che tra i due ci fosse mai stata una qualunque relazione. Anzi il continuo rifiuto di lei, sembra emergere dalle indagini, avrebbe alimentato l’interesse morboso di lui. Un interesse che non la aveva mai spaventata al punto da denunciarlo, hanno spiegato gli inquirenti messinesi, ma che la inquietavano al punto che uno degli ultimi messaggi di Sara alle amiche sarebbe stato proprio “Dove siete? Il malato mi segue”.

Investigatori a caccia di dettagli: il coltello che manca, la fuga verso Noto

Tanti i dettagli che ancora mancano al puzzle e che saranno cercati dai Carabinieri di Messina per fare luce sull’intera vicenda. Non è ancora stato ritrovato il coltello col quale Stefano ha colpito Sara, che ha compiuto 22 anni lo scorso 15 marzo. Gli accertamenti puntano poi a fare completa luce sulla fuga di Stefano. Il ragazzo era solo o qualcuno ha cercato di coprirlo?

Autopsia sul corpo di Sara

Almeno tre le coltellate infertele, una delle quali vicinissimo al collo, tanto da provocarle la profonda emorragia mortale. L’aggiunto Marco Colamonici e la sostituta Alice Parialò il prossimo 3 aprile conferiranno al medico legale di eseguire l’autopsia sul corpo di Sara per stabilire esattamente come e dove è stata colpita e altri elementi utili all’inchiesta.

Noto sotto choc

Si scava anche nel passato del 27enne della provincia di Siracusa, studente dell’Università di Messina come Sara. E’ una tragedia che ha sconvolto me come l’intera comunità di Noto. Siamo attoniti e increduli”, ha commentato il sindaco Noto Corrado Figura, che non conosceva il ragazzo.

Il legale: “Genitori sconvolti, io non lo difenderò”

Anche l’avvocato Raffaele Leone, indicato come difensore del 27enne, non aveva un rapporto diretto col giovane. “Non lo conosco. Ho assistito i genitori per una causa civile, sono persone per bene e riservate. Sono sconvolti”. L’avvocato Leone ha accettato di assisterlo in questa primissima fase di confronto con le autorità. Ha però già annunciato che rimetterà il mandato, quindi Stefano Argentino dovrà nominare un altro difensore.

L’intera comunità di Noto si è svegliata sotto choc ieri. Chi li conosceva racconta di un ragazzo abbastanza chiuso in se stesso, animato dalla passione per la danza, legato al fratello col quale compare nelle poche foto sui profili social, dai quali traspare anche il tifo per la Juventus e un interesse per le due ruote. Il padre Antonino e la madre Daniela hanno raggiunto ieri Messina, nella speranza di incontrare il ragazzo, rinchiuso nel carcere di Gazzi.

Un commento

  1. Un plauso al collega Avv. Leone, anch’io rinuncerei a difendere un simile personaggio, anche se purtroppo troverà chi lo farà.

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