Messina. Sturniolo: “No al populismo alla De Luca e sì alla centralità del Consiglio"

Messina. Sturniolo: “No al populismo alla De Luca e sì alla centralità del Consiglio”

Marco Olivieri

Messina. Sturniolo: “No al populismo alla De Luca e sì alla centralità del Consiglio”

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domenica 10 Aprile 2022 - 07:25

Per il candidato della lista Messina in Comune, l'ex sindaco non considera le istituzioni

MESSINA – «Basta con il populismo di chi anela a un rapporto diretto con gli elettori tramite i social. L’ex sindaco Cateno De Luca non accetta alcuna mediazione da parte di Consiglio comunale, partiti, sindacati e comitati di cittadini. Noi invece siamo per la centralità del Consiglio e delle istituzioni». Così si pronuncia Luigi Sturniolo, candidato a sindaco sostenuto dalla lista Messina in Comune.

Da Rifondazione Comunista e Pci – Partito comunista italiano a Potere al Popolo e al movimento regionale Antudo, Sturniolo è appoggiato da forze politiche che non si riconoscono nel centrosinistra.

Sturniolo, perché secondo lei Messina ha bisogno di un salto di qualità nel rispetto istituzionale?

«Perché con l’amministrazione De Luca si è toccato il punto più basso nelle relazioni democratiche in città. Nei fatti, l’ex sindaco ha amministrato attraverso le sue dirette Facebook e trattato la sua stessa giunta come emanazione della sua personalità. Da questo punto di vista, è indicativo il modo in cui lui ha scelto il suo “successore”: il candidato a sindaco Federico Basile. Ma ciò che più conta è che ha trattato le altre istituzioni – Consiglio comunale, partiti, sindacati, associazioni, movimenti, comitati – come un intralcio alla sua opera di governo. È come se lui pensasse di essere il capo della città».

Il capo?

«Sì. L’idea delle istituzioni che De Luca ha è tutta sua, non appartiene a ciò che davvero le istituzioni sono. In particolare, ha chiesto al Consiglio di adeguarsi al suo programma elettorale. A mio avviso lo ha fatto impropriamente. Il Consiglio comunale ha anche compiti di indirizzo politico e un sindaco senza maggioranza non ha alcun diritto di pretendere che consiglieri eletti con un programma elettorale diverso debbano sposare il suo. Il tutto secondo il principio del “bene della città”, concetto astratto privo di significato, poiché il bene di uno non è per nulla il bene di un altro. De Luca avrebbe potuto dimettersi subito e andare a nuove elezioni. Certo, il Consiglio comunale, votandogli il Salva Messina e il Cambio di passo, si è messo nelle sue mani e dopo è stato difficile mantenere un’autonomia. Ma trattare i consiglieri come “asini volanti” sposta la dialettica politico-amministrativo su un piano intollerabile».

Se lei dovesse essere eletto, che rapporto avrebbe da sindaco con il Consiglio comunale, indipendentemente dalla sua maggioranza?

«I consiglieri comunali vengono eletti dai cittadini e hanno una legittimazione, in termini di rappresentanza, infinitamente superiore agli assessori che diventano tali solo per indicazione del sindaco. Il Consiglio, poi, ha compiti di controllo e garantisce l’equilibrio dei poteri dal punto di vista amministrativo. Io penso che la garanzia della democrazia sia il contropotere, non il potere. Ho sempre pensato che il peggiore dei Consigli comunali, dal punto di vista democratico, sia importante tanto quanto una buona giunta. Se dovessi essere eletto come sindaco, mi presenterei in aula con il massimo rispetto dei consiglieri e ne cercherei l’intesa poiché fare questo significa riconoscere i cittadini che li hanno eletti».

Come giudica le tensioni tra De Luca, come sindaco, e i consiglieri?

«Non credo ci siano state tensioni particolari. A parte qualche eccezione, i consiglieri comunali hanno fatto fare a De Luca tutto quello che ha voluto. Trovo incredibile che lui si sia lamentato. Evidentemente voleva comandare senza il minimo intralcio. Una pretesa inconcepibile».

Una priorità del suo programma?

«Io penso che al primo posto ci sia la democrazia locale. Intendo dire che vada ricostruita una dimensione nella quale tutte le istituzioni, quelle formalmente riconosciute e quelle che nascono dal territorio, possano avere la possibilità di esprimersi. Sotto questo profilo, la partecipazione dei cittadini deve avere un ruolo fondamentale, ma non come recinto dentro cui intrappolarla, bensì come metodo di governo».

Come?

«Faccio un esempio. È inutile impegnare piccole somme, da gestire come bilancio partecipato, quando poi il grosso del bilancio non viene discusso ampiamente in aula e con un’interlocuzione con tutte le espressioni della città. Fondamentale, poi, è chiarire la questione finanziaria, renderla pubblica e comprensibile. Dal mio punto di vista questo significa, aprire, insieme con gli amministratori delle altre città che si trovano nella nostra condizione, un negoziato con il governo centrale per modifiche normative che consentano ai Comuni di tornare in regime ordinario. Cosa impossibile nelle condizioni attuali».

Un’altra priorità?

«Curare la bellezza della nostra città. Difendere il territorio, difendere lo Stretto di Messina. Fare dei beni immateriali, dal clima al paesaggio e al patrimonio culturale, gli elementi su cui puntare per il futuro di Messina. E vorrei anche valorizzare i temi sociali. Molti dei nostri candidati sono persone che da anni si battono in difesa della parte più povera della nostra città. La nostra intenzione è immaginare il futuro di Messina a partire dai bisogni di coloro che abitano le periferie e i villaggi».

In questi giorni si è parlato ancora del Ponte sullo Stretto…

«Sì, il Ponte torna sempre, soprattutto in campagna elettorale. Il Ponte c’è sempre, anche se non lo fanno, poiché intorno ad esso si creano flussi finanziari dei quali alcuni si nutrono e perché intorno ad esso si costruisce il consenso. Noi pensiamo di ereditare decenni di lotte No ponte. In tanti ci siamo battuti non solo contro il manufatto, ma contro un modello che vede il territorio come sventrabile, devastabile, ai fini del guadagno economico e che non considera importante la volontà delle comunità locali. Pensiamo che in campagna elettorale ognuno debba assumersi la responsabilità della propria posizione su questo».

In che senso?

«Dire che tanto si deciderà a Roma è un artificio teorico che andrebbe evitato e assumere una posizione politica e culturale poco rispettosa delle istituzioni locali. D’altronde, però, anche i partiti, quasi tutti, che da sempre si sono schierati per il Ponte, dovrebbero spiegare ai propri elettori perché alla fine non l’hanno fatto. Forse perché non ce ne sono le condizioni, e allora andrebbe confessato, oppure perché il peso politico della deputazione locale nell’ambito dei partiti di riferimento è davvero modesto».

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6 commenti

  1. Sig. Sturniolo, io da cittadino messinese sono a favore del ponte ed il mio parere non è un fatto isolato, peccato solo che è uno specchietto propagandistico sul quale nessun politico locale potrà mai interferire. Lei spunta dall’ombra per promuoversi a Sindaco con programmi cotti e stracotti destinati a finire nel nulla. Ciò che ha dato popolarità al sindaco
    De Luca è stato l’uso dei social che hanno dato voce alla signora Caterina, al signor Peppino e al Dottore Carmelo, cosa che non è stata mai fatta prima, perché le decisioni si trattavano a tavolino e si mettevano in atto in consiglio a porte chiuse senza chiedere alcunché al Popolo. Sig. Sturniolo a dire di una buona maggioranza di messinesi il punto più basso raggiunto da Messina è stato avuto dall’amministrazione Accorinti ( forse distratto dal Tibet ) contrariamente a quanto da Lei asserito, piaccia o no, De Luca ha iniziato un’opera di miglioramento della Città e solo Lui da politico “Bastasu” è riuscito ad azzittire gli avvoltoi politici di altra fazione, ma come si dice: il fine giustifica i mezzi.

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  2. bonanno giuseppe 10 Aprile 2022 10:33

    I soliti sinistri estremi perdenti …., ma pi na vota fateli fruttare sti “quattru voti” e forsi dicu assai, chi aviti.,… invece di disperderli come avete fatto da sempre

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  3. Giovanni ultimo arrivato 10 Aprile 2022 13:11

    Il punto democratico più basso si è avuto con questo consiglio comunale che ,pur di non perdere la poltrona, non ha utilizzato lo strumento della sfiducia nei confronti di un sindaco volgare e senza capacità (secondo chi lo ha sempre denigrato). La realtà è diversa ed è sotto gli occhi di chi ricorda oggettivamente il passato.

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  4. Chi è Sturniolo ? Ma che vole ?

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  5. COGITO ERGO SUM 10 Aprile 2022 17:55

    ED ALLORA : LUIGI STURNIOLO, esponente di Antudo , adesso , spiegaci meglio la “… nostra intenzione è immaginare il futuro di Messina a partire dai bisogni di coloro che abitano le periferie e i villaggi». E per farlo, cita un solo esempio pratico, NON TEORICO, con cui ti proponi di realizzare, NEI FATTI, quanto hai promesso di fare. Grazie.

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  6. Peppe manzeiia 10 Aprile 2022 18:11

    Messina governata dalla destra e dal centro destra invece ha vissuto splendide stagioni che l’hanno portata a come è ora. Ovvero una città in cui il sindaco lo decidono Picciolo e Genovese Si dice.D’accordo su Accorinti. Ma sia lui che De Luca sono stati eletti democraticamente…e sono stati i messinesi a sceglierli.I quattro sfigati di sinistra, sono quattro ma sono liberi.Non hanno compari e comparelli da cui vanno col cappello in mano. La maggioranza ha ragione. Di questi tempi è else Barabba.

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