Messina. Torna l’Horcynus Festival, una rassegna dedicata al “domani”

Messina. Torna l’Horcynus Festival, una rassegna dedicata al “domani”

Emanuela Giorgianni

Messina. Torna l’Horcynus Festival, una rassegna dedicata al “domani”

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venerdì 17 Luglio 2020 - 18:29

Torna a Messina, dal 24 luglio al 3 agosto, l’Horcynus Festival, ricco di eventi, tutti con un sguardo rivolto al futuro. Sarà la parola ghadaan (in arabo “domani) il tema della rassegna.

Torna a Messina, dal 24 luglio al 3 agosto, l’Horcynus Festival, con un sguardo rivolto al futuro. Sarà la parola ghadaan (in arabo “domani) il tema della rassegna 2020, che sottolinea l’urgenza di praticare strade diverse e di intraprendere nuovi percorsi economici e sociali, in grado di contrastare le sempre maggiori diseguaglianze, accentuate e aggravate dalla globalizzazione e dal climate change.

Un filo conduttore

Un filo lega l’edizione di quest’anno alle passate in una “metamorfosi” del pensiero e delle teorie e pratiche socio-economiche, della conoscenza e dell’istruzione. Un percorso di trasformazione, quindi, che vede coinvolto in prima persona il territorio, protagonista del cambiamento del riscatto.

Cinema e Poesia

Si parte il 24 luglio al Parco Horcynus Orca con lo spettacolo conclusivo del percorso comunitario di Antonio Catalano “Mondi fragili”, e si prosegue con l’omaggio alla famiglia Bertolucci divisa tra poesia e settima arte, con i film e i cortometraggi dei figli Giuseppe e Bernardo dedicati al padre Attilio. Una retrospettiva dedicata al cinema spagnolo emergente, senza dimenticare la lezione di Luis Buñuel, e un passaggio tra i corti di Paolo Benvenuti, la cui cultura popolare è il tratto caratteristico, per un viaggio nella memoria di un’Italia arcaica ma ancora presente.

La Musica

E poi ancora musica con i Fanfara Station, con il primo album Tebourba appena uscito sulle piattaforme digitali nazionali e internazionali, un concerto che si terrà il 28 luglio alle 21,30. Con la loro musica composta di fiati, elettronica e ritmi e dati del Maghreb, il trio, composto da Marzouk Mejer, Charles Ferri e Ghiaccioli Branzini, celebra l’epopea della diaspora africana e dei flussi che uniscono il medio oriente al Maghreb, all’Europa e alle Americhe. Gli strumenti che si uniscono alla voce di Marzouk sono tantissimi: le percussioni scascika, tar, bendir,darkuba e tabla che si intrecciano con la tromba, il clarinetto e i tre fiati tunisini: nay, mizued e ocra.

Il programma

E, poi, teatro, libri, seminari internazionali e laboratori per bambini. La prima parte del Festival si terrà dal 24 al 3 agosto, per poi proseguire dal 21 al 23 settembre e dal 5 novembre al 20 dicembre.


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