Messina, truffe superbonus 110: Barbera punta alla liberazione e dice: "I pazienti sapevano..."

Messina, truffe superbonus 110: Barbera punta alla liberazione e dice: “I pazienti sapevano…”

Alessandra Serio

Messina, truffe superbonus 110: Barbera punta alla liberazione e dice: “I pazienti sapevano…”

mercoledì 10 Luglio 2024 - 12:45

Una perizia stabilità se il medico può stare in carcere. Intanto il commercialista esce e l'udienza si avvicina...

Messina – Si avvia al vaglio preliminare l’indagine della Procura di Messina su una serie di presunte truffe ruotanti intorno ai fondi per il superbonus edilizio al 110% che ha portato all’arresto del medico Antonio Barbera. La procuratrice vicaria Rosa Raffa e il sostituto Giuseppe Adornato, alla fine degli accertamenti della Guardia di Finanza, hanno confermato tutte le ipotesi d’accusa e notificato la chiusura delle indagini. Adesso vogliono il rinvio a giudizio di tutti gli indagati. L’udienza davanti alla GUP Arianna Raffa è fissata per il prossimo 11 settembre.

Tutti i nomi

Associazione finalizzata all’accesso abusivo ai sistemi informatici, truffa e tentata truffa, riciclaggio, sostituzione di persona e illeciti amministrativi i reati contestati a vario titolo al dottor Barbera, il figlio Nicola, la nuora Silvia Lo Giudice, la moglie Felicia De Salvo, la sorella Domenica e il cugino Roberto Pisa. I reati vengono contestati anche alle società Baronbeld, Panconsul, Euconsul, Safinservice srl. A difenderli saranno gli avvocati Carlo Merlo, Nino Favazzo, Carlo Autru Ryolo, Paola Barbaro, Filippo Di Blasi, Rosa Guglielmo, Angela Martelli, Francesco Scacchi, Donatella Concetta Mileti, Fabio Militello, Valerio Antonino Miserendino.

Barbera può stare in carcere?

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avv. Merlo

Intanto il Tribunale del Riesame ha detto no a tutte le richieste di liberazione avanzate dagli indagati, ad eccezione della richiesta dell’avvocato Favazzo per il commercialista Roberto Pisa che ha ottenuto la revoca dei domiciliari ma non potrà esercitare per 12 mesi. Barbera, invece, punta alla scarcerazione per motivi di salute. La Giudice per le indagini preliminari Ornella Pastore ha accolto l’istanza dell’avvocato Merlo e disposto una perizia per accertare le condizioni di salute del medico, che non gli permetterebbero di restare in cella. L’esame è stato affidato al dottor Giuseppe Strati, che valuterà il dossier con i certificati medici presentati dal difensore e le relazioni consegnate dai medici del carcere di Gazzi, dove Barbera è detenuto.

“Gli assistiti sapevano tutto”, parola di Barbera

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Pm Adornato

Dopo un iniziale “muro” contro gli inquirenti alzato all’interrogatorio di garanzia, Barbera ha chiesto di essere ascoltato dal PM Adornato. Al faccia a faccia ha rivendicato la correttezza del suo operato, ha scagionato i familiari ed ha sostenuto che tutti i suoi “assistiti”, presunte parti offese, erano perfettamente a conoscenza delle procedure in corso.

Come funzionava la truffa

Nell’avviso di fissazione dell’udienza preliminare gli inquirenti individuano 43 parti offese, 42 persone e l’Amministrazione finanziaria dello Stato. Secondo la tesi dell’Accusa Barbera avrebbe convinto conoscenti e pazienti ad affidargli le credenziali informatiche per agevolare l’ottenimento dei crediti previsti per le ristrutturazioni al 110%, a fronte di lavori poi mai realizzati. I crediti così ottenuti, spiega l’Accusa, sono stati poi spostati dai cassetti fiscali degli interessati alle società intestate al medico e ai familiari. Una parte sarebbero già stati monetizzati, per altri c’è stato un tentativo fallito. Insieme agli arresti è scattato anche il sequestro preventivo fino a 37 milioni di euro.

Un commento

  1. Il prigioniero politico favella, miracolo ha ritrovato la parola.

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