Dopo l'autopsia sull'imprenditore del settore elettronica morto sul lavoro si accendono i fari sul perché dell'incidente
Messina – Entra nel vivo l’indagine sulla morte di Ramondo Mamone, travolto e ucciso da un mezzo meccanico nell’impianto di Larderia inferiore, lo scorso 29 settembre. Dopo aver effettuato l’autopsia sul corpo dell’imprenditore del settore elettronica, per stabilire l’esatta causa della morte, la Procura accende i fari sull’incidente in sé. L’intento è vagliare il funzionamento del mezzo di lavoro che ha travolto la vittima dell’incidente sul lavoro e le condizioni di guida del manovratore, un 45enne della zona sud. La pala meccanica e la stessa area sono stati sequestrati dalla Squadra Mobile subito dopo la tragedia.
Il perché dell’incidente

Il prossimo 16 ottobre nello stesso impianto della Comman sarà quindi esaminato il mezzo per verificare se i segnalatori di retromarcia (acustici e luminosi) funzionavano, come è stata effettuata effettivamente la manovra dal conducente e che visibilità aveva effettivamente dalla cabina. Gli accertamenti tecnici sono indispensabili per stabilire se ci sono effettive responsabilità nella morte di Mamone, per questo la titolare del caso, la PM Liliana Todaro, ha avvisato sia gli indagati che i familiari della vittima, così che possano assistere, coi propri difensori o consulenti di parte.
Tre indagati
Tre gli indagati con l’ipotesi di omicidio colposo e violazione delle norme sulla sicurezza: il titolare della Comman, il conducente della pala meccanica e la stessa impresa, difesi dagli avvocati Salvatore Silvestro, Gianmarco Silvestro e Ignazio Panebianco. La famiglia dell’imprenditore del settore elettronica è invece assistita dall’avvocato Cesare Santonocito.
