Comprensorio Milazzo. Ancora denunce di sviluppo industriale contro i principi dello sviluppo sostenibile

Comprensorio Milazzo. Ancora denunce di sviluppo industriale contro i principi dello sviluppo sostenibile

Comprensorio Milazzo. Ancora denunce di sviluppo industriale contro i principi dello sviluppo sostenibile

sabato 18 Aprile 2009 - 08:28

A lanciare l’allarme l’Adasc, Cittadinanza Attiva Milazzo e UnitiControLaSnam

L’Adasc (Associazione per la Difesa dell’Ambiente e della Salute dei Cittadini), Cittadinanza Attiva di Milazzo e il comitato cittadino spontaneo UnitiControLaSnam, denunciano un continuo sviluppo industriale contro i principi dello sviluppo sostenibile. “È inaccettabile – scrive le associazioni – che, in un’area dichiarata Zona ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale, Sito di Interesse Nazionale, si pensa a creare ulteriori impianti dannosi e rischiosi per la salute pubblica e per l’ambiente deturpato già da un intensivo sviluppo industriale. È assurdo che i cittadini vengano a conoscenza di ulteriori progetti, come la nuova unità di Steam Reforming HMU3 (impianto ad idrogeno) che verrà costruita presso la Raffineria di Milazzo, la centrale di pompaggio SNAM che verrà insediata a Monforte Marina e l’elettrodotto della TERNA, solo da parte degli organi di stampa o da associazioni che cercano di tutelare il nostro ambiente e la nostra salute. Sentiamo pronunciare sempre una frase: il popolo è sovrano. Ma in questo caso questa citazione è stata ignorata dai nostri amministratori”.

Dalla sintesi non tecnica del progetto della nuova unità di Steam Reforming HMU3 si legge: “L’impegno di RAM non è rivolto soltanto alle esigenze di produzione, ma, in linea con le politiche societarie, anche a garantire la sicurezza e la salute nelle proprie attività, a salvaguardare l’ambiente e ad assicurare un buon rapporto con il territorio. La realizzazione dell’impianto “Steam Reformer HMU3” rappresenta quindi una tappa obbligata per soddisfare il fabbisogno di H2 necessario agli impianti esistenti per incrementare la conversione dei residui pesanti in prodotti a più alto valore aggiunto ed a basso contenuto di zolfo, in accordo alle disposizioni in materia di antinquinamento. La Raffineria di Milazzo è un attività industriale a rischio di incidente rilevante, in quanto ricade nell’ambito di applicazione dell’art. 8 del D.Lgs.334/99 e s.m.i.. Le emissioni convogliate totali di macroinquinanti (ossidi di azoto, polveri, biossido di zolfo, monossido di carbonio) prodotte nella configurazione futura rimarranno sostanzialmente invariate rispetto allo stato attuale. Per quanto riguarda le emissioni diffuse (derivanti da flange, pompe, valvole, ecc.) non sono previste variazioni apprezzabili rispetto allo stato attuale”.

Ma come è possibile che un impianto non produca altre emissioni, si chiede l’Adasc? Secondo quanto si evince le emissioni rimarranno quasi invariate: “A nostro parere può essere solo fantascienza – continuano Il Presidente dell’Adasc Giuseppe Maimone, il referente Cittadinanza Attiva Milazzo Assunta Sciacca e la rappresentante del comitato UnitiControLaSnam Venusta Grillo. La vocazione turistica di Milazzo e del suo comprensorio è solo una utopia. I cittadini sono stanchi di sentire parole vogliono i fatti. Bisogna essere corretti e onesti con la popolazione. Vogliamo Milazzo città turistica o Milazzo polo industriale-veleno?”

Per quanto riguarda l’elettrodotto Terna da 380 kv, chiamato elettrodotto Sorgente – Rizziconi, dal nome delle due stazioni di arrivo e partenza: Rizziconi, in Calabria, Sorgente, in Sicilia. Si tratta di un cavo lungo circa 105 km in doppia terna con tralicci alti anche 80 metri, parte in linea aerea, parte in cavo, sia marino che terrestre. L’elettrodotto, si dovrebbe immergere a Scilla per riemergere a Villafranca Tirrena. Da qui dovrebbe poi proseguire per via aerea fino alla stazione elettrica di sorgente, a San Filippo del Mela, presso la centrale elettrica. “La Valle del Mela ha bisogno di una rete di monitoraggio efficiente e di bonificare il territorio al posto di creare nuovi impianti – continuano i tre rappresentanti. Non ci possiamo fidare dei dati forniti dalle industrie. Inoltre chiediamo di effettuare un monitoraggio della matrice suolo e della matrice acqua e rendere i dati pubblici. I cittadini si devono mobilitare tutti, per dire basta ad ulteriori ampliamenti e insediamenti industriali, e sostenere una campagna di tutela e rivalutazione del nostro territorio. Si chiede a gran voce che le istituzioni prima di prendere decisioni che riguardano il territorio devono interpellare la cittadinanza perché il territorio è di chi ci abita e la popolazione ha il diritto di abitare in un territorio sano; inoltre vorremmo sapere quali azioni le amministrazioni intendono intraprendere per difendere il nostro territorio e soprattutto la salute dei cittadini. Ma la nostra salute chi la deve difendere?”

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