L’incendio della Raffineria "sbarca" al Parlamento Europeo

L’incendio della Raffineria “sbarca” al Parlamento Europeo

Serena Sframeli

L’incendio della Raffineria “sbarca” al Parlamento Europeo

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giovedì 02 Ottobre 2014 - 12:36

Il M5S porta il caso al parlamento europeo, mentre il PSI presenta un’interrogazione a Roma. L’Associazione consumatori siciliani chiede invece una nuova sede per il liceo artistico milazzese, il più vicino al polo industriale

Continuano gli interventi dei politici locali sul caso della Raffineria di Milazzo. Il parlamentare siciliano Ignazio Corrao, capo delegazione del Movimento 5 Stelle in Parlamento Europeo, ha posto precise domande al commissario designato su "Aiuti Umanitari e gestione delle crisi" Stylianides nel corso dell’hearing in Commissione Sviluppo a Bruxelles, con chiaro riferimento a quanto accaduto in Sicilia nella raffineria di Milazzo. Partendo dall’esempio gestione crisi del disastro ambientale generato dalla piattaforma petrolifera Deep Water Orizon nel golfo del Messico e della recente catastrofe nucleare in Giappone, Corrao spiega che “due casi gravi che hanno dimostrato come anche i Paesi tecnologicamente più attrezzati e forti economicamente possono essere capaci di gestire disastri, generalmente causati dall'ostinazione dell'uomo di mantenere modelli energetici non sostenibili. In Europa ci sono centrali nucleari ovunque, e quello successo in Giappone potrebbe succedere anche nel continente europeo”. Corrao ha quindi chiesto al candidato Commissario Christos Stylianides se, in caso di catastrofe, saremo in grado di affrontarla e come; il Commissario però non era conoscenza nei dettagli degli avvenimenti di Milazzo. “E’ necessario – ha aggiunto il deputato Cinquestelle – che l’Europa si faccia carico di programmi per gestire la crisi in aree ad alto rischio, come quelle siciliane di Gela, Priolo e Milazzo. In Sicilia ci sono tre aree ad alto rischio industriale, dove si verificano più volte incidenti pericolosi; venerdì scorso è scoppiato un incendio nella raffineria di Milazzo, e gli effetti di tale disastro si vedranno probabilmente tra medio e lungo termine quando le polveri avranno arrecato gravi danni alla salute degli abitanti e dell’ambiente”. Interviene anche il Partito socialista italiano della Provincia di Messina, che porta il caso della Raffineria Mediterranea di Milazzo direttamente a Roma, consegnando un documento dettagliato all’onorevole Oreste Pastorelli, componente della Commissione Ambiente della Camera e al senatore Riccardo Nencini, viceministro alle Infrastrutture e Trasporti nonché' Segretario del Partito Socialista Italiano, che porteranno a loro volta il problema all'attenzione del Parlamento, del Governo e del Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Il testo, contenente una serie di richieste urgenti, è stato presentato dall'onorevole Pastorelli, sotto forma d'interrogazione al Ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, e verrà sottoposto agli altri organi competenti in materia. In seguito ad una riunione operativa del Psi della provincia di Messina, alla quale hanno preso parte Maurizio Ballistreri – Segretario provinciale Psi, Amedeo Gitto responsabile del Partito per la zona tirrenica e Barbara la Rosa – Responsabile Nazionale Psi del Terzo Settore, il gruppo ha predisposto un documento, nel quale si legge: “il Psi si farà portavoce dei cittadini e delle associazioni del comprensorio per rivendicare interventi concreti in materia di sicurezza e prevenzione dei rischi ambientali a Milazzo e nella Valle del Mela, compresi i Comuni di Barcellona Pozzo di Gotto, Terme Vigliatore, e Castroreale, drammaticamente emersi con il recente gravissimo incidente alla Raffineria Mediterranea". Nel testo si leggono inoltre le richieste d'intervento alle autorità competenti per quanto riguarda: 1. "Rilevazione dei livelli d'inquinamento ambientale, in seguito dell'incendio alla Raffineria e successivi controlli mensili dell'aria, del sottosuolo e del mare; 2. avvio di indagini epidemiologiche e sanitarie indispensabili alla prevenzione e alla cura delle malattie già attestare dall'Organismo Mondiale della Sanità; 3. attuazione del decreto 4 settembre 2002 dell'Assessorato regionale siciliano al Territorio e all'Ambiente che definisce la Valle del Mela "Area ad alto rischio ambientale", che comprendeva tra l'altro l'istituzione di una Commissione Stato-Regione-Provincia-Enti Locali per la definizione di un Piano di risanamento ambientale e di rilancio economico del Comprensorio; 4. sblocco da parte della Regione siciliana dei fondi europei per la riqualificazione della zona di Milazzo della Valle del Mela, compresi i Comuni limitrofi di Barcellona PG, Terme Vigliatore, e Castroreale; 5. verifica e controllo delle norme in materia di sicurezza sul lavoro presso la Raffineria di Milazzo; 6. riesame Radicale delle Autorizzazioni Integrate Ambientali (AIA), evidentemente inadeguate, finora rilasciate agli stabilimenti della medesima azienda; 7. attuazione effettiva dei principi di tutela giuridica dell’ambiente dell’Unione Europea, fra i quali quello di Precauzione, Prevenzione e del "Chi inquina Paga"; 8. riconversione Industriale degli impianti della Valle del Mela e della Raffineria di Milazzo; 9. screening sanitario gratuito di massa per gli abitanti delle zone a rischio e compensazione economica per i gravi disagi sopportati dai cittadini del comprensorio, con abbattimento del costo dei carburanti, attraverso interventi fiscali”. Maurizio Ballistreri, Barbara La Rosa ed Amedeo Gitto hanno poi concluso affermando che “è indispensabile porre fine al ricatto morale che scaturisce dalla scelta tra occupazione e salute: si possono unire sicurezza sul lavoro, livelli occupazionali, rispetto dell'ambiente e tutela della salute, utilizzando le tecnologie più avanzate e gli investimenti mirati derivanti dai fondi europei". Anche l’Associazione Consumatori Siciliani di Milazzo interviene in merito all’incendio della Raffineria per esprimere “disappunto nei confronti delle decisioni prese in merito al disastro ecologico conseguente all’incendio presso la Raffineria di Milazzo, in particolare: l’assenza di un piano di evacuazione o di mobilitazione collettiva; la mancanza di informazioni precise e periodiche relative alla qualità dell’aria nel milazzese; la frequenza degli studenti dei plessi scolastici milazzesi, in particolare del plesso più vicino al complesso industriale, il Liceo Artistico “Renato Guttuso”. “Da tempo ormai- spiega Dario De Pasquale, responsabile dell’associazione- sono e siamo costretti a sopportare fumi e immissioni nocive da parte del suddetto complesso industriale. Vogliamo delle comunicazioni più certe, attendibili e frequenti circa la situazione ambientale del comprensorio milazzese; chiediamo che vengano attivate misure di protezione civile per tutelare la popolazione in casi come questi e infine chiediamo una nuova collocazione per il Liceo Artistico di Milazzo, la scuola più vicina alla raffineria e alla centrale elettrica ormai da considerare invivibile”.

Proprio questa mattina gli studenti del Liceo Artistico hanno protestato contro la mancata chiusura delle scuole; indossando la mascherina, gli studenti hanno sfilato per le vie milazzesi esibendo degli striscioni.

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