La riflessione del pittore messinese sull'impegno per la pace in tempi di guerra, tra il Cuore Sacro e le atmosfere parigine
Messina – La tessitura è quella di sempre: i colori sgargianti, le immagini vive di esperienze, ricordi e viaggi, mediate dal vissuto interiore. Ma c’è un tema inedito negli ultimi oli e acquerelli che Simone Caliò espone alla libreria Ciofalo-Mondadori fino al prossimo 8 dicembre.
Il Cuore Sacro
E’ il “Minimo comune cuore” che dà il titolo alla personale e che il maestro colorista messinese mette letteralmente in piazza per la pace. Ecco, quindi, che tra le 30 opere oli e acquarelli che spaziano dai paesaggi parigini, i pesci e le finestre annegati nell’immancabile blu del pittore, viene anche declinato Cuore Sacro, comune a quasi tutte le religioni e spiritualità, antiche e moderne. Un cuore fiammeggiante, incoronato, un cuore che esplode e un cuore in mano ad un bimbo, insomma il cuore comune a tutti noi.
L’impegno per la pace
L’invito è a cercare quel che ci unisce, dentro ognuno di noi, rispetto a quel che ci divide, in un momento storico di grandi divisioni e minacce di guerra globale. Il riferimento attuale è al dramma della Palestina, che l’artista ha vissuto da attivista, in questi mesi, scendendo in piazza. Non poteva perciò mancare per lui anche l’impegno nell’arte.
“L’idea del Sacro cuore spagnolo è venuto fuori perché ero a Barcelona quando è partita la Freedom Flotilla, ed è a quell’idea di portare aiuto oltre il dramma che ho voluto richiamarmi. Come con la bambina che ha il cuore in mano, che idealmente lo porta ai bambini di Palestina come la Freedom Flotilla porta gli aiuti – spiega Caliò – L’arte invita all’unità e io sentivo forte il bisogno di esprimere questa posizione partigiana”.
La mostra parte quindi dall’attualità della sofferenza, che però in Caliò non è punto di approdo ma momento di riflessione: abbiamo smarrito questo cuore universale che ci accomuna, questo pezzettino di eternità che è in ognuno di noi, ma lo smarrimento non lascia attoniti. Piuttosto, attraverso la ricerca artistica e la riflessione interiore, si arriva al “minimo comune cuore”, all’impegno per gli altri cuori feriti. .
