L'intervista all'esperto su "Il futuro della città con più trasporto pubblico e piste ciclabili" non convince il presidente del comitato Messina 3S
MESSINA – L’ingegnere Gaetano Sciacca risponde all’esperto in mobilità sostenibile Giuseppe Saija, intervistato da Tempostretto. Replica alle osservazioni sulla “manifestazione organizzata dal nostro Comitato Messina 3S sabato scorso 12 aprile, sul Pums e altro ancora”. Rileva il presidente del comitato: “Nessuno ha mai messo in discussione la necessità di redigere un Piano urbano della mobilità sostenibile. Quello che contestiamo è il contenuto del piano redatto dall’attuale amministrazione, che riteniamo insostenibile per la realtà specifica di Messina. Un Pums va fatto, sì, ma deve essere realmente aderente alle caratteristiche territoriali, infrastrutturali e sociali della città — altrimenti rischia di restare un esercizio
teorico privo di efficacia concreta”.
Aggiunge Sciacca: “Siamo pienamente d’accordo con l’esperto che le attuali condizioni per chi va in bicicletta sono tutt’altro che sicure. Le poche piste ciclabili presenti non garantiscono adeguata Protezione, e il traffico caotico è spesso indisciplinato. E rende l’esperienza ancora più rischiosa. In più, dice l’esperto: Non dimentichiamo che, nel 2023, Messina è risultata tra le città più congestionate al mondo. Proprio per questo ci chiediamo come mai, dopo sette anni di un’amministrazione che si definisce “green”, non siano ancora state completate infrastrutture strategiche che avrebbero potuto ridurre sensibilmente la congestione del traffico. Parliamo, in particolare, del porto di Tremestieri, la cui piena operatività avrebbe permesso l’eliminazione definitiva del traffico gommato di attraversamento dei mezzi da e verso il continente nel centro città, e della via Don Blasco, anch’essa essenziale per migliorare la viabilità urbana. Due opere fondamentali, ancora oggi incompiute, che avrebbero potuto fare la differenza” (I ritardi del porto di Tremestieri però non possono essere imputati all’amministrazione, n.d.r.)”.
“La nostra è una zona sismica 1 e i parcheggi d’interscambio non andavano fatti in zone sensibili”
Prosegue il presidente di Messina 3S – Sviluppo Sostenibilità Sicurezza: “Dice l’esperto: Alcuni parcheggi di interscambio non mi convincono perché troppo a ridosso del centro città. Siamo perfettamente d’accordo. Con un’aggravante: realizzare parcheggi di interscambio in zone sensibili, come le coperture di torrenti o lungo strade strategiche per la protezione civile, è una scelta tutt’altro che opportuna. Se si prende a modello Copenaghen, come fa lo stesso esperto, bisogna però ricordare che Messina non può essere paragonata a quella realtà. La nostra città si trova in zona sismica 1, la più a rischio in Italia, ed è anche fortemente esposta al rischio idrogeologico. Interventi di questo tipo, quindi, non solo sono discutibili dal punto di vista urbanistico, ma pongono anche seri problemi di sicurezza. E rileva l’esperto: L’elemento più importante è il trasporto pubblico. Siamo pienamente d’accordo sull’importanza del trasporto pubblico. Proprio per questo, ci siamo sempre opposti alla decisione dell’amministrazione di ridurre in alcune tratte il doppio binario del tram a un binario unico. E grazie a Dio l’Ustif, Ufficio speciale del ministero dei Trasporti, ha dato parere negativo a tale scellerata ipotesi”.
“Contestiamo il tram sospeso per due anni”
E ancora: “Ci chiediamo inoltre perché la stessa amministrazione, che si definisce “green”, non abbia destinato i 30 milioni dell’appalto del tram all’acquisto di nuove carrozze o al potenziamento della rete, ma li abbia invece investiti in opere che poco hanno a che vedere con il reale sviluppo del sistema tranviario. È altrettanto incomprensibile la scelta di introdurre linee di autobus inquinanti che duplicano il
percorso del tram, generando ulteriore traffico e inquinamento, anziché valorizzare l’esistente infrastruttura. Messina, con la sua conformazione, stretta e lunga, e i 48 villaggi collinari, avrebbe
bisogno di collegamenti “a pettine”. E con la linea tranviaria longitudinale avrebbe una soluzione di
trasporto pubblico coerente e funzionale. Oggi, invece, ci ritroviamo con il tram sospeso per due anni a causa di lavori che, di fatto, poco o nulla hanno a che fare con un reale miglioramento del trasporto pubblico cittadino”.
“Le ciclabili paesaggistiche rappresentano un’opportunità preziosa per Messina”
Evidenzia l’ingegnere Sciacca: “Dice l’esperto: Le ciclabili paesaggistiche rimandano a un concetto anacronistico perché relega la mobilità in bici ad attività di diletto, quando invece va considerata come una forma di mobilità urbana a pieno titolo. E se anche avessimo le ciclabili solo fuori città, come ci si arriverebbe? Saranno anche considerate anacronistiche, ma le ciclabili paesaggistiche rappresentano, a nostro avviso, un’opportunità preziosa. Il territorio di Messina, con le sue colline e i numerosi corsi d’acqua, è un patrimonio naturale unico, che merita di essere valorizzato. Proprio per questo, riteniamo che tali percorsi possano contribuire allo sviluppo del cicloturismo, anche in funzione dei tanti crocieristi che sbarcano in città con il desiderio di scoprire le nostre bellezze naturali. Quanto alle piste ciclabili urbane, siamo favorevoli, ma a condizione che non comportino una riduzione delle principali arterie stradali, fondamentali per la mobilità cittadina”.
“Copenaghen o Bologna hanno caratteristiche differenti rispetto a Messina”
“Dice l’esperto: Dobbiamo abituarci alla coesistenza di varie forme di mobilità. In altre città ci
riescono. E vengono citate le numerose città del nord Europa dove questo già avviene. Città come Copenaghen — o, per restare in Italia, Bologna — presentano caratteristiche urbanistiche che favoriscono lo sviluppo di piste ciclabili, isole pedonali e zone a traffico limitato. A Copenaghen, ad esempio, le sezioni stradali possono superare i 60 metri di larghezza e includere corsie per le auto, spartitraffico, parcheggi, aree verdi, marciapiedi e infine piste ciclabili, complete di semafori, segnaletica orizzontale e verticale. Da noi, soluzioni tecniche così complesse non sono realisticamente attuabili. Basta ad esempio fare un giro lungo la SS114, tra Scaletta e Itala, per rendersene conto: in molti tratti non esistono nemmeno i marciapiedi, e la carreggiata raggiunge a malapena i 7 metri di larghezza. In un simile contesto, parlare di piste ciclabili è pura utopia. E lo stesso vale per la città capoluogo”.

Tutto è perfettibile.
Resta il fatto che questa è la prima amministrazione a fare quello che io avrei voluto vedere già 10 anni fa.
Attivate le ZTL e sfilate le auto da sotto il sedere di migliaia di automobilisti arroganti ed aggressivi che hanno reso questa citta’ a misura di prepotente.
Quanti usano la bicicletta a Messina? In una pista ciclabile in città dove a pochi centimetri passa l’autobus, io non ci andrei, figuriamoci un bambino. Anni fa ricordo lo slogan…lascia l’auto a casa e prendi l’autobus. Oggi si fanno parcheggi a pagamento ovunque c’è spazio, prendi l’auto, paga e poi se è il caso prendi l’autobus. Mi sembra un controsenso.
Infatti non si possono Paragonare ma almeno possiamo usare come modello la città di Copenhagen
Come sempre si vive in un altra realtà e proprio non si riesce a capire
L’intento dell’attuale amministrazione è con le piste ciclabili e cordoli vari quella di disincentivare l’uso dell’auto….
VOLETE CAPIRLO O NO…….!!!!!!
La città deve essere libera da auto, se si tolgono le ciclabili e cordoli le strade saranno si larghe…..ma a vantaggio della nuova invasione di auto con immediato rilascio delle stesse in doppia/tripla/quarta fila…….quindi sarebbero nuovamente strette vedi ad esempio corso Cavour e Cesare Battisti dove ostinatamente si dà colpa ai cordoli quando invece la sosta selvaggia riduce la stessa strada
Ma io dico……ma quanto ci vuole a capirlo…….
chiederei a questi illustri scienziati: come mai ad Amsterdam, strade strettissime, esistono quasi solo biciclette e piste ciclabili?
Complimenti al comitato x le osservazioni, il lavoro è molto complesso e di non facile soluzione.
Questa amministrazione ha proposto soluzioni (molte discutibili, dettate dalla fretta) solo sui capitoli dove erano presenti fondi.
Concordo pienamente, Messina è una realtà a sé stante, imparagonabile con le città del nord Europa, le ciclabili in città sono assolutamente inutili, soldi buttati, qui di ciclisti non se ne vede neanche a pagarli.
Dilettanti allo sbaraglio. Ci vorrebbe la praticita’ di De Luca, per risolvere senza ideologie, anche questi problemi.
Ma se il problema è l’inciviltà dei cittadini che parcheggiano ovunque e comunque…e possibilmente senza pagare perché non si pensa a potenziare il corpo dei vigili urbani? La verità è che è meglio pontificare che agire…
Ing. Sciacca sono d’accordo con lei su molte cose ma mi pongo anche un problema come mai lei fu contrario alla pista ciclabile da S.Agata a Ganzirri che sarebbe dovuta passare lato mare, quella si una ciclabile paesaggistica ma ricordo che lei espresse parere sfavorevole o mi sbaglio??