#ilferribottenonsitocca. A San Valentino, Messina porta in piazza l’amore per lo Stretto. FOTO E VIDEO

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Marco Ipsale

#ilferribottenonsitocca. A San Valentino, Messina porta in piazza l’amore per lo Stretto. FOTO E VIDEO

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sabato 14 Febbraio 2015 - 12:46

Appuntamento in piazza Unione Europea, poi in corteo fino alla Stazione Marittima, emblema di un abbandono sempre più accentuato negli anni. Dieci punti in una piattaforma rivendicativa che sarà sottoposta alle istituzioni con una proposta tecnica dettagliata per il potenziamento della continuità territoriale. La presidente del civico consesso, Emilia Barrile, invita il ministro Lupi ad una seduta aperta del Consiglio comunale. GALLERY DI SERENA CAPPARELLI

In principio erano i ferry boat, i “ferribotte”. Oggi sono le navi traghetto o, per meglio dire, la nave traghetto, al singolare. Perché dal prossimo 13 giugno, nei programmi di Ferrovie dello Stato, resterà una sola nave ferroviaria e saranno soppressi anche sei treni. Un servizio ridotto all’osso, tanto per dire che la continuità territoriale, diritto costituzionalmente garantito, c’è ancora. Il problema è che già adesso tutto lascia a desiderare, le difficoltà sono tante e, invece che passi avanti, si fanno passi indietro.

Sono tutti i motivi che hanno indotto stamani i messinesi a scendere in piazza, nel giorno di San Valentino, festa degli innamorati. Hanno espresso il proprio amore verso la città e verso lo Stretto, un binomio indissolubile che qualcuno vorrebbe calpestare. Appuntamento alle 9, in piazza Unione Europea, poi via in corteo fino alla Stazione Marittima, emblema di un abbandono sempre più accentuato negli anni.

Si chiama Movimento Popolare 14 febbraio, perché è aperto a qualunque associazione, gruppo politico, istituzione ed a tutti i cittadini senza alcuna distinzione. Il 14 febbraio è il giorno in cui Messina grida il proprio no a decisioni calate dall’alto, la volontà di essere coinvolti nelle decisioni che riguardano il futuro della città. #ilferribottenonsitocca è l’hashtag più utilizzato, ma ci sono anche tanti altri striscioni.

Erano presenti tutti coloro i quali avevano dato la propria adesione, molti anche dalla provincia e dalla Calabria. Ci si aspettava una maggiore partecipazione dei semplici cittadini, quelli che rischiano di vedersi negato un diritto. Chi c’era, però, ha fatto sentire la propria voce. La mobilitazione, già avviata dall’inizio di febbraio, è servita quantomeno ad accendere i riflettori su una vicenda che stava passando sotto silenzio. Tanto che già lo scorso 23 dicembre il Ministero dei Trasporti aveva autorizzato la soppressione dei treni e la rottura carico a Villa e a Messina, mentre sullo Stretto, ignari di tutto, emergeva soddisfazione per la prosecuzione del servizio Metromare. Nel momento in cui, finalmente, viene pubblicata la nuova gara per il trasporto dei pendolari, ecco che contemporaneamente viene meno il trasporto a lunga percorrenza, disincentivato in maniera tale da costringere i siciliani a muoversi in aereo, senza l’alternativa del treno.

Agli annunci nefasti, sono seguiti tentativi di gettare acqua sul fuoco, goffi manovre per mascherare la realtà. Una realtà che si confida possa cambiare ma che, al momento, sembrerebbe più nera che mai. E’ il Ministero stesso a confermare che “è allo studio un progetto di rimodulazione del servizio diurno dei treni a lunga percorrenza che prevede l’ipotesi del traghettamento dei passeggeri sullo Stretto con navi veloci per ridurre i tempi di attraversamento (20 minuti contro i circa 80 attuali) e interventi anche infrastrutturali negli scali per agevolare il passaggio treno/nave con supporto alla mobilità dei passeggeri”.

Peccato che di questi interventi infrastrutturali nulla si sappia né si hanno certezze sul numero di treni e navi che dovranno garantire la continuità territoriale. L’unica evidenza è l’intenzione di abbandonare il sistema attuale, un sistema che certamente può e deve essere migliorato ma che rischia di subire tagli invece che incrementi.

Speranze arrivano anche in seguito alla nomina del deputato messinese, Vincenzo Garofalo, in qualità di esperto ministeriale per le problematiche infrastrutturali del Sud. Garofalo è sempre stato in prima linea a difesa dei trasporti sullo Stretto ed anche al suo lavoro si devono i risultati raggiunti sul fronte Metromare, servizio mai interrotto e presto in appalto per il bando triennale.

In attesa di notizie più chiare, però, il Movimento Popolare 14 febbraio ha prodotto un documento condiviso da sottoporre alle istituzioni, con contenuti già espressi nella piattaforma rivendicativa: “Il piano di dismissione dei treni a lunga percorrenza da e per la Sicilia, ufficializzato il 2 febbraio scorso dalla holding di Fsi, è un attacco deliberato contro una popolazione già marginalizzata alla periferia della nazione. L’isola rischia seriamente di esser esclusa dal collegamento pubblico su rotaie, la soppressione del bene comune divide definitivamente la nazione in tema di diritti, è conclamata la differenza fra nord e sud a pochi anni dalla retorica celebrazione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Fsi si muove cinicamente nel mercato come una qualsiasi impresa privata ed ha perso di vista il ruolo di garante di un servizio pubblico essenziale che nella Costituzione trova fondamento”.

Focus anche sulle promesse per l’alta velocità, senza dimenticare che il raddoppio della Messina – Palermo non è nei piani e che quello della Messina – Catania non è ancora stato finanziato. “Questi annunci a orologeria – scrive il Movimento – servono solo a confondere la situazione e rallentare la mobilitazione. In tutti i casi non si comprende il motivo per cui i siciliani dovrebbero rinunciare a un diritto per ottenerne un altro, promettere un trasporto regionale decoroso solo a seguito della soppressione del servizio universale a lunga percorrenza, presente in tutta Italia, è un atto di discriminazione intollerabile da contrastare con ogni strumento”.

Sarà consegnata alle istituzioni competenti una proposta tecnica dettagliata, condivisa da tutti i promotori, per il potenziamento della continuità territoriale con i mezzi e le infrastrutture esistenti, da perfezionare con i futuri finanziamenti. Dieci i punti contenuti nella piattaforma rivendicativa: immediata sospensione del piano di dismissione presentato da Fs; garanzia e potenziamento del diritto costituzionale alla continuità territoriale ferroviaria fra la Sicilia e il continente; completamento e ammodernamento dell’infrastruttura ferroviaria regionale; ammodernamento e potenziamento della flotta navale ferroviaria col fine di dimezzare i tempi di attraversamento con treno a bordo; ammodernamento dei convogli ferroviari interni alla regione ed a lunga percorrenza; contratto di servizio regionale che garantisca un sistema ferroviario pubblico, fruibile e moderno; mantenimento dei livelli occupazionali, stabilizzazione dei lavoratori precari e ricollocazione dei lavoratori dell’indotto rimasti senza reddito; blocco del processo di privatizzazione della società Ferrovie dello Stato; blocco delle privatizzazioni dei servizi essenziali; abbattimento delle barriere architettoniche nelle stazioni.

Argomenti che la presidente del civico consesso, Emilia Barrile, vorrebbe trattare con il ministro Lupi, invitato ad una seduta aperta del Consiglio comunale, “certa che questa improvvida dismissione non incontra il suo assenso, in cui poter tracciare insieme alla deputazione nazionale e regionale, il futuro percorso di sviluppo per Messina e la Sicilia”. Conclude la Barrile: “Il punto di assoluta criticità raggiunto a causa degli ultimi atti di disimpegno di Fs impone a tutti di operare nel senso del recupero del diritto alla continuità territoriale, sancito dalla Costituzione, per lo sviluppo socio-economico della Sicilia, che passa indubbiamente dalla fruibilità del nostro territorio”.

Marco Ipsale

GALLERY DI SERENA CAPPARELLI

6 commenti

  1. Il “ferribottenonsitocca”, Franza & Matacena mancu, Genovese ormai u piddemmu, ma la carrozza cu cucchieri, u carru cu boi, e u sceccu missinisi NO, NO NO e giacche’ ci semu, dicemu NO puri o PONTI e non ne parliamo più
    Adesso, tutti compatti… per proteggere il BUDDACE patrimonio dell’umanità .

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  2. Il “ferribottenonsitocca”, Franza & Matacena mancu, Genovese ormai u piddemmu, ma la carrozza cu cucchieri, u carru cu boi, e u sceccu missinisi NO, NO NO e giacche’ ci semu, dicemu NO puri o PONTI e non ne parliamo più
    Adesso, tutti compatti… per proteggere il BUDDACE patrimonio dell’umanità .

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  3. Non volevo intervenire ma non si può leggere che la Barrile è “certa che questa improvvida dismissione non incontra il suo (del Ministro Lupi) assenso” senza restare allibiti. E capire che siamo nelle mani di nessuno.

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  4. Non volevo intervenire ma non si può leggere che la Barrile è “certa che questa improvvida dismissione non incontra il suo (del Ministro Lupi) assenso” senza restare allibiti. E capire che siamo nelle mani di nessuno.

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  5. manifestano contro se stessi e il frutto del loro operato. Ma la fame meritata presto arriverà anche per loro

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  6. manifestano contro se stessi e il frutto del loro operato. Ma la fame meritata presto arriverà anche per loro

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