Morte 22enne a Lipari, quegli audio di Lorenza. Domani prime risposte alla protesta

Morte 22enne a Lipari, quegli audio di Lorenza. Domani prime risposte alla protesta

Alessandra Serio

Morte 22enne a Lipari, quegli audio di Lorenza. Domani prime risposte alla protesta

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martedì 01 Settembre 2020 - 07:30

La pianta organica dell'ospedale scoperta, le visite non registrate, le attrezzature difettose. Tutti i "buchi" nei 9 giorni di dolore di Lorenza Famularo. Domani a Lipari gli ispettori ministeriali. Ospedale ancora occupato.

Da una parte l’inchiesta penale per stabilire eventuali responsabilità nella morte di Lorenza, che si allarga con ulteriori acquisizioni e accertamenti. Dall’altra le indagini interne di Regione e Ministero sull’operato del personale dell’ospedale di Lipari. Si muove su più piani l’accertamento della verità su quel che è costato la vita a Lorenza Famularo, la giovanissima eoliana morta il 23 agosto scorso dopo diversi accessi ai presidi sanitari di Lipari, senza ottenere una diagnosi che pure si poteva formulare, secondo i consulenti della famiglia.

Almeno a quel che è emerso dopo l’autopsia eseguita dai dottori Letterio Visalli e Michele Giannetto per conto della Procura di Barcellona. L’esame medico legale – vi ha partecipato anche la dottoressa Daniela Sapienza, di fiducia della famiglia Famularo – ha stabilito che la 22enne è stata stroncata da una trombo embolia polmonare, mentre dai primi accertamenti tutti i sanitari che l’hanno incontrata le hanno parlato di dolori muscolari, forse una cervicale.

Dalle inchieste sulla presunta malasanità alla protesta, che ha ottenuto le prime risposte. Domani infatti sono attesi sull’isola gli ispettori del Ministero della Salute, ma anche i rappresentati del governo regionale. In particolare l’Assessore Ruggero Razza, anche se manca ancora la conferma ufficiale. “Vogliamo risposte concrete, altrimenti organizzeremo eclatanti manifestazioni di protesta e potremmo anche arrivare ad un clamoroso sciopero generale”, ha detto il sindaco di Lipari Marco Giorgianni, anche se ieri sera il comitato “Io sono Lorenza” ha smentito la notizia che uno sciopero generale fosse stato già indetto sull’isola per il 2 settembre prossimo.

Il Comitato continua a presidiare l’androne dell’ospedale liparoto, e sta raccogliendo in queste ore da un lato gli appelli degli eoliani, dall’altro la solidarietà degli abitanti e delle istituzioni di altre realtà isolane siciliane. Il sindaco e l’amministrazione di Pantelleria ieri hanno espresso solidarietà agli abitanti delle Eolie: “Cogliamo l’occasione per sollecitare l’amministrazione regionale a dare risposte concrete sulla situazione sanitaria delle isole minori. E’ doveroso da parte delle istituzioni preposte garantire un diritto costituzionalmente sancito: quello di avere un’assistenza sanitaria efficiente al pari di quella garantita a tutti i cittadini italiani che vivono sulla terraferma”, ha dichiarato l’amministrazione con un post sulla pagina social istituzionale del Comune.

Domani, quindi, sarà il giorno chiave, per gli abitanti delle Eolie, per capire se la loro protesta avrà uno sbocco concreto. Sul tavolo c’è anzitutto la pianta organica dell’ospedale, approvata dall’assessorato nel 2017 e che prevede 150 unità di personale, coperta soltanto per metà.

Emanuele Crescenti procuratore capo Barcellona Pozzo di Gotto
Emanuele Crescenti

La mancanza di figure specializzate è costata la vita a Lorenza? Sarà l’inchiesta coordinata dal procuratore capo di Barcellona Emanuele Crescenti e dal sostituto Rita Barbieri a stabilirlo. La magistratura ha già ordinato il sequestro di tutta la documentazione sanitaria relativa ai 9 giorni chiave della vicenda, dal primo accesso al pronto soccorso di Lorenza, quando l’infermiere poi “punito” l’ha dirottata alla Guardia Medica senza visitarla né segnalarla ai medici, fino al 23 agosto fatale.

Una documentazione e che presenta alcuni “buchi”. Non tutti gli incontri tra Lorenza e i medici, infatti, sarebbero stati registrati. Eppure la ragazza aveva ricevuto alcune prescrizioni, di medicinali antidolorifici per lo più. In attesa di chiarire tutti i passaggi, la Procura non ha ancora spiccato alcun avviso di garanzia. Al momento quindi non ci sono indagati, ma non è escluso che ne arrivino nel prosieguo degli accertamenti.

Le inchieste, penale e sanitarie, dovranno poi fare luce anche sull’attrezzatura in dotazione all’ospedale, sia quella presente nel presidio che quella a disposizione dell’unica ambulanza in servizio a Lipari, che ad una prima ricognizione è risultata non pienamente operativa in tutti i macchinari.

avvocato Vincenzo La Cava
avv Vincenzo La Cava

Anche la famiglia e i legali incaricati, gli avvocati Vincenzo La Cava e Nunzio Rosso, stanno lavorando al reperimento di tutta la documentazione utile a fare luce su quei 9 giorni di dolore lancinante e inascoltato di Lorenza. Un dossier che sarà consegnato agli inquirenti.

Oltre alle prescrizioni mediche in possesso di Lorenza, ci sono anche altri audio che raccontano la trafila della ragazza da un presidio all’altro, da un sanitario all’altro. Senza che nessuno abbia sentito la necessità di approfondire i suoi disturbi. Eppure almeno uno di loro era perfettamente a conoscenza del fatto che Lorenza prendeva le pillole anticoncezionali, spiega la famiglia.

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