Una vita tra e per i ragazzi, la devozione per Santa Febronia. Lutto nel mondo del calcio e per le comunità gioiosana e di Patti
Saranno gli accertamenti a chiarire se la tragedia di Gioiosa Marea poteva essere evitata. Intanto il centro tirrenico, la vicina Patti e i dintorni è sotto choc per la morte di Leo Scaffidi, il sessantaduenne vittima dell’incidente avvenuto al campo sportivo ieri pomeriggio.
Una vita tra calcio e fede
Una vita spesa per i ragazzi e tra i ragazzi, quella del sessantaduenne, ed oggi proprio i giovani e gli appassionati sono colpiti dall’assurdo incidente mortale, avvenuto mentre Leo si occupava di quello che aveva sempre amato: il calcio e i giovani. Un pilastro per la comunità, Leo Scaffidi, anche per la sua devozione alla patrona di Patti Santa Febronia.
Il cordoglio sui social
“E’ una morte assurda che lascia sgomenta e incredula la nostra comunità – scrive sui sociali l’amministrazione comunale di Gioiosa Marea – Leo non era soltanto un allenatore ma un uomo buono e generoso, capace di parlare al cuore dei ragazzi e accompagnarli con discrezione e autorevolezza nel loro cammino di crescita. Attraverso lo sport trasmetteva valori di rispetto, impegno e lealtà, diventando per molti un esempio e un punto di riferimento”.
Nel mondo del calcio è lutto anche fuori da Gioiosa e Patti. “La notizia ci ha scossi profondamente: se ne va un uomo di sport, un punto di riferimento per i suoi ragazzi e per tutta la comunità calcistica, che con passione, dedizione e umanità ha sempre saputo trasmettere valori dentro e fuori dal campo”, scrive il Sinagra calcio sulla sua pagina ufficiale.
Anche il Comune di Piraino si unisce al cordoglio per il Gioiosa calcio e la famiglia Scaffidi: “Non solo un uomo di sport, ma un vero educatore: con passione, dedizione e umanità ha saputo accompagnare i giovani nella crescita, insegnando valori che vanno ben oltre il calcio”.
Il ricordo di un uomo buono
“Per molti sei stato un mister, per tanti un fratello, per i giovani un padre, per tutti sei stato un amico vero e leale, un esempio iconico del calcio puro, rispettoso, ricco di entusiasmo e sani di principi. Sei stato l’ emblema di quello che ogni sportivo vorrebbe vedere sul campo, di ciò che tu con i tuoi valori vivevi e trasmettevi con naturalezza. Ciao Leo Scaffidi, compagno di tutti e anima buona, ti ricordo con una frase tua: “Io sono nato con il pallone nel sangue, è troppo bello e me lo porto fin che vivo”, è un altro dei commossi ricordi che si leggono sui social.
L’incidente
Imbianchino per lavoro, in realtà tutto l’impegno di Leo Scaffidi era per il campo di calcio. Ed è proprio qui che ha trovato la morte, nel tentativo di scavalcare un muretto e poi affrontare un cancello. Un volo di metri che lo ha lasciato schiantato a terra. I soccorsi sono stati immediati, dei presenti e del 118, ma per Leo non c’è stato nulla da fare. Il suo corpo è stato trasferito a Messina dove probabilmente la Procura di Patti disporrà l’autopsia, mentre l’impianto sportivo gioiosano è già stato sequestrato per consentire la verifica della manutenzione e delle condizioni di sicurezza. La dinamica dell’incidente è al vaglio dei Carabinieri.
