L'84% dei Comuni della Provincia a rischio. Coldiretti: «Effetto della cementificazione». D’Alia: «Si pensa al ponte mentre Messina frana». Tutte le dichiarazioni

L’84% dei Comuni della Provincia a rischio. Coldiretti: «Effetto della cementificazione». D’Alia: «Si pensa al ponte mentre Messina frana». Tutte le dichiarazioni

L’84% dei Comuni della Provincia a rischio. Coldiretti: «Effetto della cementificazione». D’Alia: «Si pensa al ponte mentre Messina frana». Tutte le dichiarazioni

lunedì 15 Febbraio 2010 - 02:22

Richieste di interventi anche dall’Mpa, Latteri: da tempo lanciato l’allarme. Bobo Craxi esprime solidarietà ai cittadini di San Fratello, il paese in cui nacque il suo bisnonno Benedetto. Mario Centorrino: «A San Fratello scene davvero tristi»

Sono passati 88 anni da quanto i 4500 abitanti di San Fratello abbandonarono il paese. Anche allora a minacciarli fu la collina, che venne giù trascinando con sé l’intero centro abitato. Negli occhi dei pochissimi tornati su quei luoghi, o ancora in vita che ricordano quei momenti, le sensazioni sono le stesse. Molti altri conoscevano solo il racconto di quei “terribili” ricordi, tornati ad essere realtà. Ieri con una nota Bobo Craxi, leader dei Socialisti Uniti-Psi, ha voluto esprimere la propria solidarietà agli amministratori del piccolo centro nebroideo, il centro che diede i natali al suo bisnonno, Benedetto, nonno di Bettino: «Ho espresso agli amministratori di San Fratello solidarietà e preoccupazione per i rischi imminenti che sta correndo il paese – ha affermato -. Mi auguro che le autorità preposte siano messe nelle migliori condizioni, tecniche ed economiche, per affrontare questa emergenza ambientale».

Ma richieste di intervento per tutta la zona nebroidea sono arrivate dal parlamentare Ferdinando Latteri, coordinatore nazionale dei Dipartimenti del Movimento per le autonomie: «I parlamentari dell’Mpa – ha ricordato – da tempo hanno gia’ presentato in Parlamento un’interrogazione al presidente del Consiglio per far fronte al dissesto idrogeologico dei Comuni della zona dei Nebrodi, cosi’ come in Sicilia l’assemblea dell’Mpa Nebrodi ha votato un ordine del giorno per chiedere al governatore Lombardo interventi risolutivi per il dissesto idrogeologico manifestatosi in tutta la sua gravita’ in questi ultimi mesi».

San Fratello, Nebrodi, ma non solo. Negli ultimi anni è tutta la provincia di Messina a vivere nell’emergenza. Dalla zona tirrenica, alla jonica, passando per la città. A ribadire quanto sia grave la situazione, provando a trovare delle motivazioni per quanto accaduto, è la Coldiretti: «L’84% dei Comuni della provincia di Messina e’ considerato a rischio per frane e alluvioni anche per effetto della progressiva cementificazione del territorio che ha sottratto terreni fertili all’agricoltura – si legge in una nota -. La situazione di Messina con ben 91 comuni a rischio e’ piu’ grave rispetto alla media nazionale in Italia dove – precisa la Coldiretti – ci sono 5.581 comuni, il 70 per cento del totale, a rischio idrogeologico dei quali 1.700 sono a rischio frana e 1.285 a rischio di alluvione, mentre 2.596 sono a rischio per entrambe le calamita’. Una situazione a cui non e’ certamente estraneo il fatto che – continua il documento – dal 1982 al 2005 sono scomparsi quasi 6 milioni di ettari di suolo agricolo e che secondo le stime dell’Anbi nell’arco di tempo 1990-2016, se il ritmo di cementificazione del territorio rimanesse inalterato, si sara’ persa una Superficie Agricola Utilizzata pari al 17,5 per cento del territorio nazionale, vale a dire un’area superiore a quella delle regioni Sicilia e Sardegna».

«Eventi nefasti come quelli che stanno travolgendo il territorio siciliano in queste ore – dichiara il Presidente Nazionale Confeuro Rocco Tiso – non erano imprevedibili. La frana che sta costringendo all’evacuazione quasi duemila persone è li da circa duecento anni. La fragilità del terreno è il risultato di una politica poco attenta al monitoraggio territoriale, e conseguentemente, della scarsità dei fondi stanziati per il settore agricolo regionale, che proprio nella preservazione del terreno attraverso il rimboschimento dell’area svolge uno dei suoi compiti principali».

Duro l’intervento del senatore dell’Udc, Gianpiero D’Alia: «La frana avvenuta nei Comuni dei Nebrodi in queste ore e’ l’ennesima sciagura preannunciata e dimostra che il dissesto idrogeologico e’ il vero problema da risolvere nella Provincia di Messina. Il governo di fronte a questa situazione drammatica latita e pensa a inaugurazioni di cantieri fantasma e alla stipulazione di contratti faraonici per il Ponte di Messina, opera che non vedrà mai la luce. Un comportamento inaccettabile e irresponsabile mentre il territorio messinese frana sulle spalle dei cittadini. Credo sia arrivato il momento di smetterla con la propaganda bisogna agire e programmare interventi seri e concreti a sostegno del nostro territorio per prevenire i fenomeni franosi»

Senza mezzi termini anche Stella Bianchi, della segreteria nazionale del Pd, responsabile Ambiente: «L’ennesimo disastro a distanza di poco tempo dalla tragedia dell’area di Giampilieri conferma purtroppo che questi eventi luttuosi non sono calamita’ inattese ma tragedie annunciate, frutto dell’uso irresponsabile del territorio, della cementificazione, dell’abusivismo. Non e’ piu’ rinviabile l’adozione di un piano nazionale di messa in sicurezza del territorio, accanto alla solidarieta’ e agli interventi immediati a sostegno delle popolazioni colpite».

In mattinata dell’assessore regionale alla formazione Mario Centorrino è giunto a San Fratello: «Spero che l’intera collettivita’ si faccia carico di questa emergenza perchè stiamo assistendo a scene veramente tristi, di una popolazione costretta a sfollare, cercando compostamente e disperatamente di mettere a riparo tutte le proprie cose».

Panarello (Pd): “La disastrosa situazione determinatasi a San Fratello, Sant’Angelo di Brolo ed altri comuni dei Nebrodi ripropone la necessità di attuare un piano straordinario di contrasto al dissesto idrogeologico e di messa in sicurezza del territorio della provincia di Messina. Non è più tollerabile assistere inerti al ripetersi di ‘ disastri annunciati’ con il rischio di avere tragedie come quella di Giampilieri – continua – ora è il momento di prestare tutta l’assistenza alle popolazioni colpite, ma nel contempo bisogna attivare tutte le misure necessarie ed assicurare le risorse indispensabili per prevenire ulteriori fenomeni di dissesto. Bisogna chiedere al governo nazionale di prevedere un intervento finanziario consistente e individuare misure finanziarie adeguate nel bilancio della Regione, nei ‘Fondi Fas’ e nei fondi europei”.

Germanà (Pdl): “Intervenga la Presidenza del Consiglio riconoscendo lo stato di calamità naturale per tutto il territorio dei Nebrodi interessato dagli eventi alluvionali che in questi giorni hanno provocato diversi movimenti franosi, isolando intere comunità causando enormi disagi. Ho provveduto, dunque a formulare un’interrogazione scritta alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, chiedendo di riconoscere immediatamente lo stato di calamità naturale per tutto il territorio interessato. Inoltre, nella stessa si chiede di destinare aiuti di carattere economico per gli interventi necessari a fronteggiare le emergenze in modo da sostenere l’impegno cui sono sottoposti i sindaci delle zone colpite in queste ore”.

Formica(Pdl): “Il fronte esposto a rischio è ben più ampio di quello che l’emergenza delle ultime ore fa apparire. Interi paesi presentano danni notevoli già manifestatisi, altri incombenti. L’elenco sarebbe lungo ma solo per citarne alcuni, Galati, Caprileone, San Salvatore, Tortorici, Naso, Gioiosa, Basicò, San Pier Niceto (acquedotto in pericolo), Terme Vigliatore e Barcellona (lungomare e depuratore esposti ai marosi), oltre naturalmente Capo d’Orlando, Raccuja e i tratti dell’emergenza più acuta a cominciare da San Fratello e Tusa. S’impone la dichiarazione di calamità naturale – dichiara il vicepresidente dell’Ars on. Santi Formica – e al contempo occorre provvedere subito a risolvere la questione delle competenze in ordine ad alcuni settori, perché ad esempio per i torrenti i soggetti in capo ai quali gravano le responsabilità di intervento non sono ben definiti (Genio civile, Comune, Provincia?) e questo spesso determina uno scarica barile tra istituzioni che nella fase dell’emergenza si appalesa in tutta la sua acutezza. C’è poi l’aspetto finanziario. I Comuni sono al collasso: in molti casi hanno dovuto anticipare somme per provvedere al dissesto e adesso non hanno più dove attingere per fronteggiare nuove urgenze. Da qui l’indifferibile tempestività con cui il Consiglio dei Ministri è chiamato a dichiarare lo stato di calamità e approntare le somme di primo intervento”

Tonino Genovese(Segretario Cisl): -L’emergenza e’ per una provincia intera, non solo per un paese e quanto accaduto e’ il frutto e la conseguenza di una politica dissennata. La tragedia di Giampilieri non ha insegnato nulla-.

Francantonio Genovese (deputato Pd): “Purtroppo la frana che sta trascinando a valle il territorio di San Fratello e dei comuni dei Nebrodi si muove più velocemente del governo nazionale. Dopo la tragedia di Giampilieri abbiamo assistito, con ovvia incredulità, alle facili promesse del Presidente Berlusconi e del Ministro Prestigiacomo sugli interventi per prevenire il dissesto idrogeologico nel messinese. Sono passati più di tre mesi, ma non si è ancora visto nulla di concreto. Durante la fase di approvazione della legge finanziaria abbiamo cercato di far comprendere che la situazione di emergenza del territorio messinese richiede interventi immediati, ma non siamo stati ascoltati né dal governo, né dalla maggioranza. E’ ora di smetterla con le chiacchiere sulle grandi opere. Il governo dichiari subito lo stato di calamità naturale per il comune di San Fratello e cominci ad assumere provvedimenti concreti”.

Oceano(Segretario Cgil):“Cos’altro deve accadere prima che i nostri politici,i nostri amministratori si decidano a fare qualcosa?”. Lillo Oceano, segretario generale della Cgil di Messina si interroga con queste parole mentre continua lo stillicidio di allarmi da tutto il territorio della provincia di Messina. “Siamo stanchi, stanchi e sconcertati di fronte all’incredibile comportamento di una intera classe dirigente che davanti a questi accadimenti non riesce ancora a comprendere quale sia la priorità, quale il vero bisogno dei cittadini, della gente che non dorme più sicura nelle proprie case- spiega Oceano-. La Cgil, subito dopo i fatti tragici del 1° ottobre, ha presentato un proprio dossier sullo stato del nostro territorio elaborato da tecnici, ha formulato proposte, lanciato idee, sollecitato interventi. Nulla. Nulla si è mosso fagocitato come sempre da dibattiti sterili e sterili promesse. Il giorno dopo la conta delle vittime si annunciano provvedimenti straordinari e interventi sugli strumenti di regolamentazione dei territori poi, appena passata l’emozione collettiva ritorna tutto alla normalità, con le strade abbandonate, le colline devastate, e il cemento che avanza”.

Roberto Visentin(Presidente AnciSicilia):“Credo che adesso non si possa più aspettare oltre, la situazione in Sicilia, e soprattutto nel territorio messinese, peggiora di giorno in giorno. Intere zone, in balìa delle condizioni meteo avverse, rischiano di scomparire e numerose famiglie sono costrette ad abbandonare le loro case. E’ necessario mettere in sicurezza le zone maggiormente a rischio di dissesto idro-geologico per garantire a interi paesi una vita normale, senza rischi continui per la pubblica incolumità. Già nei giorni scorsi i sindaci dei Nebrodi avevano protestato per rivendicare l’attenzione del governo di fronte all’emergenza frane che sta mettendo in ginocchio tutto il comprensorio. Ieri il disastro annunciato a cui oggi si aggiunge un’altra emergenza verificatasi a Lipari, dove un tratto di oltre 500 metri è franato dalla montagna nella frazione di Quattropani lasciando isolate dieci famiglie. E’ giunto il momento di graduare le priorità dei provvedimenti: da quelli finalizzati a gestire le necessità immediate a quelli strettamente legati alla prevenzione. A nostro giudizio, e per questo chiediamo un intervento immediato da parte del governo nazionale e della Regione Siciliana, è necessario pianificare una normativa seria che definisca in maniera certa, ruoli, piani e azioni concrete per intervenire in tutte le aree a rischio della Sicilia senza aspettare che si verifichino altre tragedie.”

Confeuro La tragedia che nelle ultime ore sta colpendo gravemente il territorio siciliano, in particolar modo nella zona del messinese, è anche il frutto degli scarsi investimenti fatti nel settore agro-alimentare isolano. Eventi nefasti come quelli che stanno travolgendo il territorio siciliano in queste ore – dichiara il Presidente Nazionale Confeuro Rocco Tiso – non erano imprevedibili. La frana che sta costringendo all’evacuazione quasi duemila persone è li da circa duecento anni. La fragilità del terreno è il risultato di una politica poco attenta al monitoraggio territoriale, e conseguentemente, della scarsità dei fondi stanziati per il settore agricolo regionale, che proprio nella preservazione del terreno attraverso il rimboschimento dell’area svolge uno dei suoi compiti principali. La richiesta di dedicare maggior spazio alla crisi del settore – continua Tiso – non è dovuta solo all’agricoltura come parte della composizione del P.I.L nazionale, ma altresì al suo essere strumento di garanzia di un corretto rapporto tra cittadini e territorio. Continuare a identificare l’indotto agricolo italiano come uno dei numerosi strumenti in grado di comporre il bilancio economico nazionale, significa non capirne la reale essenza, e soprattutto disconoscerne l’ enorme contributo, passato e presente.

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