Nei giorni scorsi si sarebbero verificati gli episodi più gravi, tanto da richiedere l’intervento della Capitaneria di Porto, che sabato avrebbe addirittura invitato i bagnanti ad uscire dall’acqua.
Fuoriuscite di liquami in spiaggia che si riversano in mare, si sono verificate nell’ultimo mese, sembrerebbe a causa del mal funzionamento degli impianti di sollevamento situati in piazza Garibaldi ed anche di quelli di Casini e nei pressi del sottopasso ferroviario vicino il torrente Zappardino.
A segnalarlo è il gruppo della minoranza consiliare -Gioiosa nel Cuore-, che ha chiesto l’inserimento all’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale la discussione sulla situazione igienico-sanitaria riguardante gli impianti fognari.
Ma gli episodi sono stati anche denunciati da cittadini, bagnanti e turisti.
Nei giorni scorsi si sarebbero verificati gli episodi più gravi, tanto da richiedere l’intervento della Capitaneria di Porto, che sabato avrebbe addirittura invitato i bagnanti ad uscire dall’acqua.
“Questi eventi persistono dal Luglio del 2008 – scrivono i consiglieri – e creano problemi igienico-sanitari”. Un recente sopralluogo dei sommozzatori ha verificato anche l’esistenza di falle nella condotta sottomarina.
L’amministrazione, però, rassicura sulla limitatezza dei rischi: “abbiamo avuto qualche problema che è stato risolto in poche ore – ha detto il primo cittadino Ignazio Spanò– dovuto al sovraccarico della condotta fognaria provocato dall’avvio di nuove strutture turistiche”.
L’impianto e le condotte sono, infatti, vetuste e richiedono continui interventi di manutenzione. Alcune pompe sono state già sostituite e si sta provvedendo alla sistemazione di quadri elettrici e pozzetti, in attesa che, prima o poi, si avii l’Ato idrico che dovrebbe realizzare un nuovo impianto di depurazione. È anche pronto un progetto per interventi di somma urgenza sulle strutture esistenti, in attesa di finanziamenti. Sarebbe bene sollecitare piuttosto la provincia e gli enti competenti, ha concluso Spanò, affinchè si nomini un commissario per l’emergenza idrica.
