Stu Tirone appesa a un filo: la liquidazione potrebbe costare al Comune fino a 20 milioni in contenziosi

Stu Tirone appesa a un filo: la liquidazione potrebbe costare al Comune fino a 20 milioni in contenziosi

Francesca Stornante

Stu Tirone appesa a un filo: la liquidazione potrebbe costare al Comune fino a 20 milioni in contenziosi

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mercoledì 28 Settembre 2016 - 08:10

Da un lato i vertici della società, dall'altro l'assessore De Cola, in mezzo i consiglieri comunali. Sullo sfondo la città, che potrebbe trovarsi con un altro macigno di debiti sulle spalle. Pare che l'amministrazione Accorinti non riesca a decidere cosa fare e dunque come agire con questa società, le preoccupazioni manifestate sono tante, così come gli interrogativi.

Cosa ne sarà della Stu Tirone? Cosa ne sarà di quella società pubblico privata che ha come obiettivo la rigenerazione urbana del quartiere del Tirone? Dopo tre anni di amministrazione Accorinti non c’è nessuna certezza. L’assessore Sergio De Cola fino a ieri in IV commissione ha ripetuto che invece le idee sono chiarissime e le linee guida sono state individuate da tempo, i consiglieri comunali hanno dubbi che sono rimasti irrisolti, ma quel che è peggio è che a navigare a vista in questo momento siano proprio i vertici della società. Non lo hanno nascosto il presidente Marcello Parrinello, scelto proprio dall’amministrazione Accorinti, e l’amministratore delegato Franco Cavallaro. Il 18 ottobre si riunirà l’Assemblea straordinaria dei soci e sul tavolo ci sarà una decisione importante da prendere: mettere o meno la società in liquidazione. Un’ipotesi che però potrebbe costare al Comune una pioggia di debiti che immediatamente si abbatterebbe un secondo dopo la messa in liquidazione, Cavallaro stesso ha conteggiato che i contenziosi che scatterebbero oscillano tra i 10 e i 20 milioni di euro. Lecito tremare di fronte a cifre del genere, soprattutto nelle condizioni economico-finanziarie in cui versa Palazzo Zanca.

Per evitare questo scenario e mantenere in vita la società tutto dovrebbe passare dall’adeguamento del Piano industriale alle nuove direttive emanate dall’amministrazione Accorinti che circa due anni fa ha imposto un ridimensionamento formale dell’impatto generale del progetto. Per compiere questo passaggio ci sarebbero due alternative: trasferire la cubatura inizialmente prevista, riducendo così la volumetria del progetto iniziale, o mettere nella disponibilità della società un immobile. Lo ha spiegato a chiare lettere il presidente Parrinello: «In questo modo la società potrebbe superare lo squilibrio che attualmente si registra nel piano. Finora mi sono mosso sulla base della buona gestione di una società. Sono stato scelto anche perché l'idea dell'amministrazione non era quella di liquidare, ma il piano industriale non è più sostenibile». Parrinello, su input degli interventi dei consiglieri Franco Mondello, Peppuccio Santalco e Antonella Russo ha parlato anche dei bilanci non approvati dal 2012 ad oggi: «I bilanci sono stati esitati ma non approvati dall’assemblea dei soci e questa è un’altra arma nelle mani del socio Pizzarotti che ha ingaggiato una guerra guerreggiata con l’intenzione di farci male. Serve uno schema protettivo, dobbiamo alzare un ponte levatoio nei confronti di un'aggressione che si vuole consumare a danno della Stu».

Ma se l’amministrazione Accorinti non decide con chiarezza cosa fare della società ogni ragionamento sarà inutile, questo il quadro davanti a cui si sono ritrovati consiglieri e vertici della società. Si è parlato anche dei debiti non quantificati dal 2012 ad oggi, proprio per la mancata approvazione dei bilanci, sull’argomento è intervenuto a gamba tesa l’assessore Eller che ha parlato di possibili ripercussioni sul Piano di riequilibrio e sul bilancio comunale.

A questo punto ci sono circa 20 giorni prima dell’assemblea straordinaria dei soci. Qualsiasi decisione si dovesse prendere serve una delibera che il consiglio comunale dovrebbe approvare. Ma l’aula vuole chiarezza e lo ha detto chiaro Nino Carreri: « Non vi azzardate a presentarci poi una delibera all'ultimo momento. Le responsabilità che vi siete assunti gravano sulla città».

Francesca Stornante

2 commenti

  1. un’altro carrozzone ereditato dalla “buona” politica… per riqualificare il Tirone non potevano incaricare il dipartimento urbanistica? non c’è ne sono ingegneri e architetti dipendenti del Comune? Creare una società con presidente e consiglio di amministrazione, mantenerla in vita per anni senza produrre niente e liquidarla lasciando i debiti al Comune… bravi, bis

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  2. un’altro carrozzone ereditato dalla “buona” politica… per riqualificare il Tirone non potevano incaricare il dipartimento urbanistica? non c’è ne sono ingegneri e architetti dipendenti del Comune? Creare una società con presidente e consiglio di amministrazione, mantenerla in vita per anni senza produrre niente e liquidarla lasciando i debiti al Comune… bravi, bis

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