Entro dicembre sarà completata la fusione tra Irccs e Piemonte. Dopo il protocollo d'intesa firmato la scorsa settimana infatti la palla passa alla Regione. "E' un rilancio, non la chiusura", spiega Picciolo. Intanto la Cisl sottolinea. "devono essere rispettate le linee guida dell'intesa siglata il 6 novembre"
Entro dicembre il matrimonio tra Piemonte e Irccs neurolesi sarà “consumato”. Dall’ 1 maggio (vedi articolo allegato) quello che era un percorso finora limitato alle decisioni emerse dagli incontri, è stato ufficialmente avviato, attraverso un protocollo che mette nero su bianco sia i primi passi che l’obiettivo finale.
Il primo passo è stato il trasferimento nell’area di Salita Villa Contino dei primi ambulatori dei Neurolesi, il traguardo è la fusione tra le due aziende sanitarie, attraverso l’unione e l’acquisizione dei rispettivi patrimoni (anche i beni del Centro Neurolesi, che da oltre 10 anni è interamente pubblico e sono di proprietà della regione, finiranno con il confluire nella nuova azienda sanitaria).
“Sarà il polo del Mediterraneo, il polo della riabilitazione per tutto il sud. Non è la chiusura del Piemonte, è semmai il suo rilancio- spiega il Presidente regionale del Pdr Beppe Picciolo che insieme ai colleghi Nino Germanà e Santi Formica ha portato avanti nelle diverse sedi il progetto per la realizzazione di quello che sarà l’unico presidio per la riabilitazione nel meridione- Chi dice che la nascita del Piemonte-Irccs equivale alla chiusura del nosocomio non conosce il progetto. Il pronto soccorso non chiuderà, e resteranno i 65 posti per acuti. Dirò di più restano i posti letto per acuti, resta il pronto soccorso, ma anche l’astanteria, la rianimazione, l’ortopedia, la chirurgia ed i posti propedeutici al pronto soccorso,nonché gli ambulatori. Resta l’intero percorso nascite. Infine sarà lì il 118. I posti per acuti non si toccano ed a questi vanno ad aggiungersi i 90 posti per la riabilitazione, ma potrebbero essere anche altri 180 perchè con ogni probabilità otterremo tutti i posti per la riabilitazione provinciale che attualmente sono diretti al Maugeri con un costo maggiorato per le casse della Regione di oltre il 30-40% rispetto a quanto costerebbe Messina. L’idea è quella di creare un polo d’eccellenza per la riabilitazione senza perdere la centralità per tutti gli ambulatori, realizzando una rete per day hospital, percorsi nascita e prestazioni ambulatoriali”.
Non è escluso che possa essere trasferita al Piemonte anche psichiatria, attualmente al Papardo. Dopo la firma del protocollo d’intesa tra il direttore generale del Papardo Vullo e il dg del Neurolesi Aliquò la palla passa a Palermo. Due le possibili strade: o un disegno di legge oppure una delibera di giunta. In entrambi i casi i provvedimenti devono passare dalla Commissione sanità, il cui parere è obbligatorio e vincolante e poi all’attenzione dell’Ars per la votazione. Successivamente, in caso di delibera di giunta, spetta all’assessore alla sanità emanare le norme attuative. Tutti passaggi che comportano diversi mesi.
“Sarà una nuova azienda sanitaria a tutti gli effetti,come se si unissero due nosocomi tra Milazzo e Barcellona- prosegue Picciolo– Il Neurolesi non è più privato da anni ed infatti non solo dipende dalla Regione ma ha un vantaggio in più, in quanto istituto di ricerca usufruisce dei fondi del ministero destinati alla ricerca. Non a caso il ministro alla salute Lorenzin ha sposato il progetto. Non dimentichiamo poi che la fusione tra i due presidi comporterà circa 300 nuovi posti di lavoro. Basta fare due conti, il Neurolesi ha un organico sottodimensionato. Con la nuova azienda saranno necessarie figure da inserire in organico con concorsi. Molti inoltre con la fusione dovranno optare tra Piemonte e Papardo ed altri ancora andranno in pensione. Insomma, ci sono anche prospettive di tipo occupazionale”.
I contributi della Regione destinati ai posti letto del Piemonte inoltre resteranno al Piemonte e non saranno “dirottati” al Papardo. Infine Picciolo ricorda come gli oltre 12 milioni di euro destinati alla riqualificazione del nosocomio, insieme alle somme che la Regione ha stanziato per l’aggiornamento tecnologico ed ai fondi della ricerca saranno tutte risorse che andranno a confluire nella realizzazione del polo.
“L’alternativa sarebbe stata davvero la chiusura, perché la normativa impone l’eliminazione di tutti i doppioni di reparti. Noi adesso abbiamo un’opportunità di rilancio unica. Al Maugeri un posto letto per la riabilitazione costava alla Regione fino a un paio di anni fa 400 euro al giorno. Noi vogliamo scommettere sulla realizzazione di un polo d’eccellenza per tutto il sud ed a questo occorre aggiungere tutti gli ambulatori in una zona centralissima”.
Sulla vicenda interviene la Cisl con una nota nella quale si ricorda come il punto fermo sulla costituzione di un’azienda unica sia l’accordo firmato il 6 novembre all’Ordine dei Medici condiviso e sottoscritto dal Comitato Salviamo l’Ospedale Piemonte, dai sindacati Cisl, Uil, Fials e dall’IRCCS.
“Lo scorso 6 novembre tutti i firmatari hanno espresso una posizione chiara e netta”, ricordano il segretario generale della Cisl Tonino Genovese, della Cisl Fp Calogero Emanuele e della Cisl Medici Gianplacido De Luca. Per il sindacato la nuova azienda non dovrà stravolgere le specificità attuali, mantenendo l’emergenza-urgenza, con pronto soccorso h24 e implementando servizi e offerta. “Bisogna pensare a un Polo di eccellenza dell’emergenza-urgenza che comprenda anche il settore neuro-riabilitativo – si legge nella nota – e non accetteremo nessun ridimensionamento del Pronto Soccorso e dei posti letto previsti”.
L’allarme della Cisl deriva dalla decisione di unificare al Papardo le Unità Operative duplicate presenti al Piemonte. “Non vorremmo sia preludio alla chiusura dei posti letto per acuti che garantiscono la specificità di emergenza-urgenza del Piemonte. E’ necessario intercettare le risorse per rendere funzionali i padiglioni completati solo all’esterno e questo può avvenire attingendo ai finanziamenti statali per la sanità”.
Genovese, Emanuele e De Luca, inoltre, ribadiscono che va mantenuto il Polo Materno: “Non si può immaginare di spostare la mole di attività del materno-infantile del Piemonte senza un potenziamento e una riorganizzazione delle attività presso il Papardo e il Policlinico”.
Rosaria Brancato
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Caro On. Picciolo (Don Peppino” mi (Le) chiedo quando un’inchiesta sui servizi della SEUS – 118. Da chi gestiti e come …..
Caro On. Picciolo (Don Peppino” mi (Le) chiedo quando un’inchiesta sui servizi della SEUS – 118. Da chi gestiti e come …..