Ospedali riuniti, faccia a faccia tra deputati regionali ed enti locali

Ospedali riuniti, faccia a faccia tra deputati regionali ed enti locali

Giovanni Passalacqua

Ospedali riuniti, faccia a faccia tra deputati regionali ed enti locali

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sabato 08 Aprile 2017 - 11:04

Venerdì si sono riuniti i Consigli comunali di Milazzo e Barcellona, alle cui sedute sono intervenuti anche alcuni deputati regionali. Durissime le polemiche; ma la strada sembra ormai tracciata. E, tra un attacco e l'altro, ha provato a spiegarla Beppe Picciolo

Nella giornata di ieri si sono riuniti i Consigli comunali di Milazzo e Barcellona, per discutere della nuova rete ospedaliera approvata da Regione e Ministero della Sanità, che apporta numerosi cambiamenti agli ospedali riuniti. A Milazzo si è riunito un Consiglio insoddisfatto, ma che sembra aver compreso le ragioni del riordino; è andata peggio a Barcellona, dove sindaco e consiglieri hanno attaccato ferocemente il governo regionale e i suoi rappresentanti.

Il Consiglio a Milazzo
“Siamo destinati a scomparire, per volere del PD provinciale, regionale e nazionale”. Apre con una posizione perentoria Pippo Midili, rappresentante dell’opposizione, che si scaglia contro il partito di governo: “Il riordino dei reparti è stato disastroso: a Milazzo sono state tolte strutture complesse, posti di pneumologia, nefrologia non potrà contare sulla dialisi, subiremo tagli alle ambulanze. Questo succede da noi, mentre nella provincia dell’assessore alla sanità Guicciardi due ospedali di base sono stati riempiti di reparti, al punto da essere paragonabili a ospedali d’eccellenza. È evidente che si tratta di meri calcoli elettorali; ma il bluff è destinato a cadere quando si dovrà trovare copertura finanziaria per le nuove assunzioni promesse”.

Dopo Midili, intervengono i consiglieri Antonio Foti e Simone Magistri. Il primo evidenzia la posizione paradossale del deputato Beppe Picciolo, che il 4 aprile votava e definiva bellissima la nuova rete ospedaliera, mentre il giorno dopo chiedeva modifiche. “Da noi aumentano i tumori, eppure non avremo oncologia; il nostro Pronto soccorso non regge poco più di 20.000 accessi, e dovrà gestirne altri 20.000 dopo la chiusura del PS di Barcellona. Avremo cardiologia senza emodinamica. Ma che riordino è?”
Sulla stessa linea Magistri, che però aggiunge: “C’è un dato positivo: il superamento degli ospedali riuniti come assurda divisione di area medica a Barcellona e chirurgica a Milazzo. Un modello fallimentare, che ha portato a inefficienze e reparti doppioni, e che finalmente è stato accantonato. Prendiamo però atto che non c’è stato un potenziamento del Fogliani, e che anzi alcune scelte rischiano di perpetrare vecchie inefficienze”.

Dal deputato regionale Giuseppe Laccoto (PD) arrivano consigli pratici: “Milazzo non è stata maltrattata: è pur sempre un ospedale di I livello, cosa che non sarà più Barcellona. È chiara la scelta di puntare sul Fogliani, a scapito del Cutroni-Zodda. Per questo, bisogna essere realisti e concentrarsi su pochi punti fondamentali, di concerto con Barcellona. Sarebbe giusto chiedere un reparto di nefrologia, visto che quello più vicino si trova a Taormina, e il potenziamento strutturale del PS, ovvia conseguenza della chiusura del PS barcellonese. Ci saranno ulteriori ritocchi, ma Milazzo non è affatto destinata alla chiusura; anzi”.

Poi, arriva Beppe Picciolo. Il deputato di Sicilia Futura è stato decisivo per l’approvazione della nuova rete ospedaliera in Commissione sanità all’Ars, e per questo si è attirato le critiche bilaterali di Milazzo e Barcellona. Ma si è presentato in consiglio, e ha spiegato le sue ragioni: “Il piano è stato approvato in tutta fretta perché era necessario rispettare alcune scadenze che ci permetteranno non solo di salvare l’attuale sistema sanitario siciliano, ormai al collasso, ma anche di attivare due nuove reti che permetteranno di incrementare i servizi nei due nosocomi. Sapendo che sarebbero state possibili modifiche successive, ho preferito votare il piano e iniziare da subito a lavorare piuttosto che far saltare tutto”.
Picciolo ribadisce che, a suo parere, Milazzo esce bene dalla rimodulazione: “Alcuni reparti sono stati tolti perché poco attrattivi, altri potranno essere spostati o potenziati nel prossimo futuro. Bisogna tener conto del decreto Balduzzi, che prevede diversi step per valutare l’efficienza e la produttività degli ospedali: se quelle verifiche non verranno superate, allora sì che avremo la chiusura. Per questo è meglio un ospedale con pochi reparti ma efficienti, che possano funzionare da eccellenze grazie alle nuove assunzioni che partiranno a breve. Superate le verifiche, si potranno chiedere i potenziamenti”.
Anche il deputato ribadisce che separare area medica e chirurgica non era una buona soluzione: “Il Ministero ha bocciato la proposta, ritenendola inefficiente da un punto di vista tecnico; non possiamo che prenderne atto, e ripartire da quel che è rimasto a Barcellona. Per quanto riguarda Milazzo, non credo abbia da preoccuparsi: anzi, è quasi scontato che la battaglia per il potenziamento del PS verrà vinta, e su questa bisogna puntare”.

Dopo Picciolo, ha detto la sua anche il sindaco Giovanni Formica. Che, in linea con il deputato, ha evidenziato più le note positive: “Ci manca qualche reparto, ma siamo un presidio di primo livello, con le relative garanzie. Non appena l’ospedale sarà a pieno regime, potremo ottenere il potenziamento dei servizi; intanto, era necessario garantire la sopravvivenza. Barcellona si sente scippata, ma capirà presto che il tema vero è trovare una mission al Cutroni-Zodda. Un polo riabilitativo a Barcellona non sarebbe uno scandalo. Ora dobbiamo capire quali saranno i passi successivi e concorrere a governarli”.

Il Consiglio a Barcellona
Decisamente più tesa la situazione a Barcellona, che dovrà digerire un ospedale praticamente svuotato. Durissime le parole del sindaco Roberto Materia: “Tante promesse, tante impegni, firme su firme; e alla fine ci hanno preso in giro. Ci hanno venduto la fontana di Trevi, come Totò; e noi ci siamo fidati. Non discuto su alcune inefficienze, ma ci spettava un’assistenza di primo livello. Invece, Milazzo sarà sovraccaricata, mentre a Barcellona non resta praticamente nulla. E tutto questo mentre, nella provincia dell’assessore Guicciardi, ci sono due ospedali di base equiparabili agli hub di Catania e Palermo. Se non ci saranno cambiamenti, valuteremo ogni azioni possibile, compreso un ricorso al TAR”.

Il successivo intervento del deputato Santi Formica è un’accusa al governo regionale e alla sua maggioranza: “Con un documento inviato il giorno prima e approvato senza discutere, è stato sancito il tramonto degli ospedali riuniti di Milazzo e Barcellona. Le assunzioni della pianta organica? Pura campagna elettorale. Nonostante le risorse siano rimaste le stesse, la provincia di Messina ha subito tagli mortiferi: perché? Forse per favorire alcuni feudi elettorali? Avremo un presidio di I livello che dovrà comunque fare i conti con alcuni tagli, mentre il presidio di Barcellona perde praticamente senso. E non si parli di risparmi, visto che sono stati aumentati i fondi destinati alle cliniche private. Chi governa si assuma le proprie responsabilità”.

E, ad assumersi queste responsabilità, è ancora una volta Beppe Picciolo: “L’approvazione della nuova rete da la possibilità di procedere a nuove assunzioni e pensare al potenziamento degli ospedali. Senza, tutto sarebbe rimasto immobile. E, alle successive verifiche di rispetto dei parametri del decreto Balduzzi, magari avremmo visto la chiusura definitiva del Cutroni-Zodda. Che, invece, manterrà 6 posti-letto di rianimazione e l’ossatura dei servizi di riabilitazione. Il Ministero voleva chiudere il Cutroni-Zodda; solo grazie alle nostre proposte abbiamo ancora speranza di riconvertire il presidio: la mia idea è di realizzarci il punto di snodo della rete dello stroke (ictus e simili) sulla costa tirrenica, magari portando al Cutroni-Zodda un reparto di neurologia, e di potenziare i servizi riabilitativi. In prospettiva, potrebbe essere possibile persino portare a Barcellona l’oncologia”.
Picciolo ha poi affrontato i principali nodi tecnici, ribadendo che la divisione di area medica e chirurgica è stata bocciata dal ministero, e che l’attuale suddivisione era l’unica possibile per salvare il Cutroni-Zodda: “Abbiamo già avviato un’interlocuzione con il sottosegretario alla salute Faraone, che ascolterà le nostre istanze scavalcando l’assessorato. Punteremo alla razionalizzazione del sistema, sulla base del buonsenso; ma non si possono avere due grandi ospedali in 5 kilometri. Il Cutroni-Zodda dovrà trovare la sua mission: ma è aperto, e riusciremo a renderlo un punto di rianimazione e riabilitazione, ragionando in armonia con il presidio milazzese”.

Nel successivo intervento, a tirare i bilanci è stato il Comitato tutela diritto alla salute di Milazzo e Barcellona: “La storia delle riforme sanitarie in Italia è una storia di scopiazzamenti dall’estero e precarietà. Ci sono tantissime storture non solo nel sistema, ma anche nel modo in cui vengono calcolati i dati, valutata la produttività. Abbiamo 317.000 abitanti sulla costa tirrenica che devono andare a Taormina per curare i tumori; abbiamo due Ps in cui i tempi medi di attesa superano le tre ore. E adesso Barcellona verrà svuotata e Milazzo ingolfata. Quanti anni ci vorranno per l’efficientamento strutturale del Fogliani? Forse, la cosa migliore sarebbe abbandonare le due strutture attuali, e costruire un unico centro d’eccellenza che risolva definitivamente problemi non solo di campanile, ma anche di gestione efficiente”.

Nei loro interventi, i consiglieri comunali hanno ribadito quanto già espresso. Il civico consesso si è compattato sull’opposizione alla nuova rete ospedaliera, condivisa anche dai rappresentati del PD locale e di Sicilia Futura. Un alone di rassegnazione ha però caratterizzato la fine dei lavori: il Cutroni-Zodda, come presidio complesso, sembra ormai destinato a scomparire. “Si tratta di una decisione che viene da lontano: si è puntato negli anni sul Fogliani, e oggi è troppo tardi per tornare indietro di decenni” – aveva spiegato poco prima Picciolo. L’ospedale di Barcellona, tuttavia, resta aperto; e la nuova rete ospedaliera non sarà definitiva fino al 31 dicembre 2018.

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