L'umo fornisce la sua versione dei fatti: ha condotto il figlio all'appuntamento mortale poi però si è allontanato
Messina – Si è difeso negando di aver sparato Sebastiano Pirri, in carcere dallo scorso 9 luglio con l’accusa di aver partecipato all’omicidio del figlio Angelo. L’uomo è stato interrogato stamani nel carcere di Gazzi dal giudice che ha autorizzato il suo arresto. Assistito dall’avvocato Giuseppe Lo Presti, il pensionato 63enne si è difeso, ha respinto le accuse ed ha fornito la propria versione relativa a quella sera. L’uomo ha spiegato di aver portato il figlio a Giammoro dove aveva appuntamento da alcune persone ed essere tornato a casa a prelevare una valigetta con un computer e un drone. Avrebbe dovuto tornare, ma Angelo non lo ha richiamato e lui è tornato a casa.
I frame del delitto
Contro di lui ci sono le immagini delle telecamere di sorveglianza che riprendono l’uomo recarsi a casa del figlio e passare nella zona di Giammoro dove poi è stato trovato il cadavere di Angelo e i tabulati telefonici che lo localizzano nella stessa area. Il microfono di un impianto di video sorveglianza ha poi registrato il suono di una deflagrazione, lo sparo che lo ha ucciso secondo gli investigatori, in un orario compatibile con quello della morte del 41enne. “Fino a che c’ero io con lui – ha detto in sostanza Sebastiano Pirri – non c’è stato alcuno sparo”.
Il ruolo del padre
Sebastiano Pirri, che ha diversi precedenti datati alle spalle, per il momento resta in carcere. Vanno avanti le indagini dei Carabinieri e della Procura di Barcellona per individuare gli altri complici e il movente del delitto
