Ottavo Cerchio, in 10 a processo per gli appalti degli "amici" di Tavilla a Messina

Ottavo Cerchio, in 10 a processo per gli appalti degli “amici” di Tavilla a Messina

Alessandra Serio

Ottavo Cerchio, in 10 a processo per gli appalti degli “amici” di Tavilla a Messina

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martedì 01 Settembre 2020 - 11:48

Procura chiede giudizio immediato per 10 indagati dell'operazione Ottavo Cerchio su corruzione e appalti a Messina.

Tutti a processo, tranne “Ninetta”, al secolo Antonino Bonaffini che ha patteggiato.i. E’ questa la svolta alla fine dell’inchiesta denominata Ottavo Cerchio, condotta dalla sezione anticrimine della Questura di Messina, che vede al centro la figura di Marcello Tavilla e che il 2 marzo scorso è sfociata nella misura cautelare per 11 persone. Ad accertamenti conclusi, la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio diretto di tutti gli indagati, tranne per Bonaffini che ha patteggiato.

Secondo gli investigatori non è necessario il vaglio preliminare dei reati ipotizzati, le accuse sarebbero fondate e possono andare direttamente al giudizio del Tribunale. E’ nel corso del processo di primo grado davanti ai giudici della II sezione penale, quindi, con inizio fissato al prossimo 11 novembre, che sarà vagliata la tenuta delle accuse per Tavilla, Cinzia Fiorentino, l’imprenditore Giuseppe Micali, Pietro Ferrante, Felice D’Agostino, Giovanni Francalanza, Giuseppe Frigione, Giorgio Muscolino, Angelo Parialò e Giancarlo Teresi. A difenderli ci saranno gli avvocati Alessandro Billè, Pietro Venuti, Salvatore Silvestro, Felice Gemelli, Alberto Gullino, Tommaso Autru Ryolo, Tancredi Traclò, Domenico Andrè, Teresa Aliberti, Nino Favazzo, Gaetano Pino, Giuseppa Abbate e Sergio Aliberti.

Cinque mesi dopo gli arresti il quadro delle ipotesi tracciate dagli investigatori non è cambiato: nella richiesta di giudizio immediato le accuse cristallizzate sono le stesse che hanno portato al “blitz” del marzo scorso e vanno, a vario titolo, dalla corruzione all’accesso abusivo al sistema informatico, passando per il trasferimento fraudolento di valori.

Gli investigatori, guidati dal vice dirigente Simone Scalzo, attraverso una cimice ben piazzata nella macchina di Tavilla, pedinamenti e intercettazioni, hanno ricostruito i suoi movimenti per ottenere lavori, sia al Genio Civile di Messina che commesse private insieme ad altri soggetti, dall’appaltatore Micali a Ferrante.

Sotto la lente anche i suoi rapporti con “Ninetta”, un nome noto agli investigatori e alle cronache per il suo spessore, nel frattempo coinvolto, a metà agosto, nell’inchiesta che ha portato ai domiciliari un carabiniere della polizia giudiziaria in servizio a Messina.

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