L’Associazione Giovani Cisl invoca una politica di sviluppo per il Mezzogiorno

L’Associazione Giovani Cisl invoca una politica di sviluppo per il Mezzogiorno

L’Associazione Giovani Cisl invoca una politica di sviluppo per il Mezzogiorno

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venerdì 30 Settembre 2011 - 06:39

L’Associazione Giovani Cisl afferma con forza la necessità di una politica di crescita e di programmazione che trovi nel Mezzogiorno e nei suoi giovani uno dei pilastri fondamentali. «L’intero paese – si legge in un comunicato dei giovani del sindacato – non può seriamente ipotizzare di uscire dalla crisi economica e finanziaria nella quale versa, se le regioni del sud continuano a incidere sulla produzione del Pil nazionale per meno del 60% di quanto facciano quelle settentrionali. L’attuale fase politica si mostra decisiva per il futuro di migliaia di giovani e impegna la classe politica, le forze sociali e le istituzioni ad un dibattito serio e, soprattutto, ad iniziative concrete che arrestino il rapido e strutturale declino delle nostre prospettive».
L’Associazione Giovani Cisl prende spunto dall’ultimo rapporto SVIMEZ , che «delinea il quadro di un paese spaccato, con un Mezzogiorno in netta recessione e con un tasso di disoccupazione reale del 25%. In base allo studio SVIMEZ nel 2010 il Pil è aumentato nel Mezzogiorno dello 0,2%, in decisa controtendenza rispetto al -4,5% del 2009, ma distante di un punto e mezzo percentuale dalla performance del Centro-Nord (+1,7%). Nel medio termine, compreso dal 2001 al 2010, il Mezzogiorno ha segnato una media annua negativa di -0,3%, decisamente lontana dal + 3,5% del Centro-Nord. In termini di Pil pro capite, il Mezzogiorno è passato dal 58,8% del valore del Centro Nord nel 2009 al 58,5% del 2010. Il saldo occupazionale appare ancora più negativo. Pur essendo presente meno del 30% degli occupati italiani, nel sud del Paese si è concentrato il 60% delle perdite di lavoro determinate dalla crisi. Il tasso di occupazione giovanile è giunto nel 2010 al 31,7% ».
«Tra il 2003 e il 2010 – spiegano ancora i giovani della Cisl – gli inattivi in età da lavoro sono cresciuti nel Sud di oltre 750 mila unità. L’emigrazione continua a rappresentare l’unica prospettiva concreta per migliaia di giovani. Soltanto nel 2009 sono partiti in direzione del Centro-Nord circa 109mila meridionali, di cui 23.700 dalla Sicilia, preceduta in questa triste classifica unicamente dalla Campania con 33.800 partenze. Secondo le analisi Svimez, nei prossimi venti anni il Mezzogiorno perderà quasi un giovane su quattro e nel 2050 gli under 30 al Sud passeranno dagli attuali 7 milioni a meno di 5, mentre nel Centro-Nord saranno sopra gli 11 milioni. A quella data, inoltre, si stima che la quota di over 75 sulla popolazione complessiva passerà al Sud dall’attuale 8,3% al 18,4%. Si prospetta dunque il consolidamento di una decisa tendenza allo spopolamento e alla riduzione della percentuale di lavoratori attivi, che relegherà il Sud in una posizione ancora più subalterna e marginale nel quadro dell’economia nazionale».

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