Allarme rapine negli uffici postali. La Cisl chiede misure di prevenzione

Allarme rapine negli uffici postali. La Cisl chiede misure di prevenzione

Allarme rapine negli uffici postali. La Cisl chiede misure di prevenzione

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mercoledì 19 Febbraio 2014 - 09:07

Per la Cisl è a rischio l'incolumità di lavoratori e utenti. L’analisi e il dibattito emersi durante il Direttivo provinciale hanno evidenziato come le cause sono addebitabili alla crisi esasperante e al crescente degrado. Chiesta al prefetto e al questore riunione urgente per individuare misure di prevenzione

È allarme sicurezza. Serio, da non prendere sottogamba. Lo lancia il sindacato dei lavoratori postali della Cisl nel corso del suo direttivo provinciale per bocca del suo segretario generale, Gisella Schillaci, che ha raccolto le diverse testimonianze dei lavoratori postali su tutto il territorio.

“In alcune occasioni – ha raccontato – si vedeva la paura negli occhi di chi ogni giorno sta in prima linea allo sportello di un ufficio postale”. Partendo da questi presupposti, la Cisl e il Sindacato lavoratori postali della Cisl hanno deciso di inviare una lettera al Prefetto e al Questore di Messina.

“Negli ultimi giorni – scrivono Tonino Genovese e Gisella Schillaci – si assiste a una recrudescenza di rapine ad esercizi commerciali, banche e anche semplici passanti. La frequenza è davvero allarmante e, purtroppo, registriamo con seria preoccupazione l’accentuarsi di tali eventi ai danni di vari uffici postali della città. Fenomeni di violenza stanno colpendo e turbando le attività quotidiane dei lavoratori postali che sono particolarmente scoperti perché, purtroppo, il sistema cosiddetto ‘layout’ degli uffici postali lascia esposti alle violenze sia i lavoratori sia i clienti”.

L’analisi e il dibattito emersi durante il Direttivo provinciale hanno evidenziato come le cause sono addebitabili alla crisi esasperante e al crescente degrado “che – come continua la lettera a Prefetto e Questore – stanno armando anche le mani di chi fino a ieri aveva un lavoro”.

“È un problema sociale – continuano Genovese e Schillaci – ma proprio per questo è nostro dovere coinvolgere tutti gli attori deputati alla difesa del tessuto sociale e dell’integrità fisica e morale dei cittadini e dei lavoratori che, per pochi spiccioli, rischiano ogni giorno di vivere una tragedia”.

La Cisl chiede, quindi, a Poste Italiane e alle istituzioni locali di attuare opportuni interventi, prima che la situazione sfugga seriamente di mano. Con la lettera inviata al Prefetto e al Questore, invece, la Cisl e il Slp Cisl chiedono convocazione urgentissima, di concerto con gli organi aziendali competenti, per “individuare le misure da mettere in campo per assicurare azioni preventive contro la delinquenza, di sorveglianza costante da parte delle forze dell’ordine di quelli che possono essere gli obiettivi più sensibili per la delinquenza al fine di poter così meglio segnalare le problematiche che coinvolgono cittadini e lavoratori negli uffici postali prima, durante e dopo le rapine, sempre nello spirito di una fattiva e concreta collaborazione per il bene della cittadinanza tutta”.

2 commenti

  1. Certo la crisi,ma non solo a quella!
    Bisogna cambiare le pene per i delinquenti,ci vogliono quelle più severe,ma non di poco!
    Una volta accertato il reato bisogna prendere le chiavi e buttarle,quali sconti di pena ,quali permessi premio.
    Ma vi rendete conto!
    In Russia quando mettono in carcere una persona gli fanno passare le pene dell’inferno,quì è una villeggiatura!

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  2. La crisi non genera rapinatori di banche ed uffici postali; la persona DISPERATA va a chiedere cibo per la sua famiglia, non soldi per comprarsi mezzi, abiti e cocaina o altre sostanze stupefacenti!!!
    Per rubare devi essere ladro, non persona disperata.
    Se il governo farà l’indulto ci riempiremo di tanta gente criminale attualmente assicurata alla giustizia; gente che ricomincerà a rubare e ledere l’incolumità altrui.
    L’unico deterrente per certa gente è la Certezza della Pena e pene dure, devono avere il terrore della galera e non viverla come una “scampagnata” giusto per incontrare qualche vecchia conoscenza.

    La Cisl vada a “dialogare” con chi combatte a favore dei diritti umani di queste persone, le quali persone se ne strafregano dei diritti umani della brava gente!

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