Messinambiente a un passo dal fallimento: i creditori dicono no al concordato

Messinambiente a un passo dal fallimento: i creditori dicono no al concordato

Francesca Stornante

Messinambiente a un passo dal fallimento: i creditori dicono no al concordato

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mercoledì 19 Settembre 2018 - 12:08

L'assemblea dei creditori convocata oggi in rischia di segnare la fine di Messinambiente. Agenzia delle Entrate e Inps hanno detto no al concordato, ci saranno altri 20 giorni di tempo, ma alla luce di questi pronunciamenti il prossimo passo sarà la dichiarazione di fallimento da parte del Tribunale

Responso negativo. L’atteso appuntamento di oggi in Tribunale per Messinambiente rischia di rappresentare la pietra tombale per la società che fino a marzo ha gestito i rifiuti in città. I creditoriche oggi dovevano esprimersi sulla proposta concordataria presentata dalla società hanno detto no. Non tutti, ma a pesare sono stati i pronunciamenti di Agenzia delle Entrate e Inps, i maggiori creditori di questa partita che pesa 100 milioni di euro e che il Comune e Messinambiente in questo anno e mezzo di lavoro hanno provato a chiudere con 30 milioni.

Con il no di Agenzia delle Entrate e Inps la dichiarazione di fallimento da parte del Tribunale diventerà un passaggio praticamente scontato. Ci saranno solo 20 giorni di tempo che sono stati concessi all’Agenzia delle Entrate per produrre le motivazioni di questo responso. E con l’Inps c’è un ricorso pendente che adesso bisognerà attenzionare.

La certezza è che se in questi 20 giorni non cambierà nulla Messinambiente sarà dichiarata fallita. 20 giorni sono il tempo massimo concesso alla Direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate per depositare le motivazioni del no al concordato, ma l’esito potrebbe arrivare già domani o nei prossimi giorni.

Subito dopo seguirà il pronunciamento del Tribunale fallimentare. Che stando a quanto è successo oggi durante l’assemblea dei creditori non potrà che andare nella direzione del fallimento.

Il liquidatore Giovanni Calabrò in questo momento vuole attendere l’evoluzione dei fatti: «Rispettiamo quelli che possono essere i responsi, ci sono però delle questioni procedurali che seguiremo in virtù di un concordato in cui questa società ha fortemente creduto» dice Calabrò.

Messinambiente e i suoi legali valuteranno attentamente tutti i passaggi e l’ipotesi di opposizione, nel frattempo si attenderanno le motivazioni dell’Agenzia delle Entrate.

L’avvocato Marcello Parrinello durante l’assemblea ha messo in luce una serie di precedenti che in Italia hanno avuto esiti completamente diversi, evidenziando in particolare un caso recente e analogo che si è verificato nel milanese e che risulta particolarmente significativo proprio per l’affinità con il caso in esame. Un’azienda con caratteristiche similiari a Messinambiente, con gli stessi presupposti di partenza, un monte debitorio di circa 100 milioni di euro e un piano concordatario, ha ottenuto parere positivo dall’Agenzia delle Entrate di Milano. Un caso citato per evidenziare che in quella situazione l’Agenzia delle Entrate, creditrice in entrambi i casi, si è comportata in maniera totalmente opposta.

Il fallimento però si fa sempre più concreto. E se così dovesse essere si aprirà una pagina difficile per la gestione rifiuti, per MessinaServizi che era nata come costola di questo concordato e che in continuità indiretta ha rappresentato uno dei pilastri della procedura che Messinambiente e l’ex amministrazione Accorinti hanno fortemente voluto impegnando 30 milioni da pagare dai bilanci comunali per scongiurare il fallimento.

Francesca Stornante

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