Non solo Messina: Vasco dice “addio” alla Sicilia

Non solo Messina: Vasco dice “addio” alla Sicilia

Non solo Messina: Vasco dice “addio” alla Sicilia

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martedì 21 Giugno 2011 - 22:22

Duro botta e risposta tra gli organizzatori e il Catania calcio, dopo che l’ufficio stampa della società aveva espresso «totale dissenso» rispetto all’ipotesi concerto al Massimino. Annullata la tappa nell’isola

Il crollo del muro allo stadio San Filippo ha generato una reazione a catena che ha portato ad una conseguenza finale, che non piacerà ai fans di Vasco Rossi: il rocker di Zocca non terrà alcun concerto in Sicilia. Dopo il “fattaccio” di Messina, infatti, gli organizzatori si sono ritrovati la strada sbarrata anche a Catania, dove a mettersi di traverso è stata la società “Calcio Catania”. L’ufficio stampa della compagine presieduta da Antonino Pulvirenti, infatti, ha diramato ieri un comunicato stampa col quale bocciava l’ipotesi di un eventuale concerto allo stadio “Massimino”, innescando un durissimo botta e risposta con la società organizzatrice del concerto, la Live Nation. «A seguito delle insistenti voci sul possibile svolgimento di un concerto di Vasco Rossi allo stadio “Angelo Massimino” nel prossimo mese di settembre – si legge nel comunicato – pur nella consapevolezza dello spessore artistico dell’esibizione, il Calcio Catania esprime totale dissenso. Il rifiuto scaturisce da semplici constatazioni relative ai danni economici, con riferimento ad interventi di manutenzione straordinaria del rettangolo verde, e soprattutto ai consistenti disagi di ordine sportivo che si configurerebbero qualora dovesse tenersi un concerto allo stadio durante la stagione agonistica». Addirittura il Catania sottolinea in quel primo comunicato «l’assoluta avventatezza del semplice pensiero di poter organizzare eventi di tale portata in uno stadio di Serie A durante il campionato».

La replica della Live Nation non s’è fatta attendere: «Abbiamo cercato in tutti i modi di salvare il concerto di Messina senza successo. Abbiamo provato con tutte le nostre forze ad organizzare il concerto annullato in altre sede, a Catania, il cui stadio è dotato di pista di atletica e quindi adatto alla costruzione del palco senza toccare il manto erboso. Vasco voleva fortemente che il concerto si tenesse in Sicilia. Purtroppo non ci siamo riusciti a causa della scarsa volontà e del disinteresse dell’amministrazione locale e del Catania Calcio che ha addotto scuse patetiche e destituite di qualsiasi fondamento logico. Come è possibile che Vasco possa suonare a Udine, Torino e Bologna nello stesso periodo? Come è possibile che si sia potuto effettuare un concerto degli U2 a Roma in ottobre allo stadio Olimpico dove giocano addirittura due squadre, Roma e Lazio? È a conoscenza di tutti che il manto erboso dove staziona il pubblico è coperto a nostre spese da una struttura di plastica trasparente e traspirante che permette di preservare completamente il manto erboso da possibili danni».

Ancora più duro il proseguo del comunicato «La verità è una sola: certe amministrazioni locali siciliane e alcuni “padroni del calcio” locali sono poco attenti o addirittura disinteressati non solo alla cultura, all’arte e alla musica, ma anche alla ricaduta economica che 50.000 spettatori avrebbero portato alla città. Cari amministratori in periodi di vacche magre come questo non basta solo piangere sui tagli dei fondi dello Stato ma bisogna essere lungimiranti e approfittare delle opportunità che si presentano, anche se cadute dal cielo».

Come hanno reagito a Catania? Con un comunicato, se possibile, dai toni ancora più accesi: «Per giustificare la propria incapacità di prospettare soluzioni alternative valide e soprattutto condivise rispetto allo svolgimento del concerto di Vasco Rossi al San Filippo di Messina, Live Nation Italia chiama pesantemente in causa quell’amministrazione comunale di Catania che pure si era detta generosamente pronta a dire di sì ed anche il Catania Calcio, addebitando in particolare “scarsa volontà” e “disinteresse”. Per quanto riguarda il Calcio Catania, è una logica conseguenza dell’oggetto sociale: noi “facciamo calcio”, non organizziamo concerti e quindi risultano comprensibili anche ad un bimbo la nostra scarsa volontà ed il nostro disinteresse per le chitarre ed i microfoni, in rapporto al pallone. Le nostre scuse sarebbero patetiche e destituite di qualsiasi fondamento logico. Per noi è invece patetico il tentativo di giustificare un proprio fallimento addebitando la colpa ad altri ed è illogico rispondere ad un comunicato stampa di chi come noi, in casa propria a termini di documenti ufficiali, rimane libero di decidere in assoluto e pronto a spiegare a chi sa ascoltare i motivi di un necessario “no”».

Secondo il Catania sarebbero ingiustificati i paragoni con altre realtà, in quanto «gli stadi di Udine, Torino, Bologna e Roma, ricordiamo ai frettolosi e superficiali signori di Live Nation Italia, sono concessi in uso alle società calcistiche locali secondo discipline differenti e sono diversi nella struttura e nella capienza. Noi, “padroni del calcio” locali, esprimiamo con orgoglio il saper fare catanese e non abbiamo il dovere di rispondere con un sì, per compiacere Live Nation Italia, a pretese che toglierebbero qualcosa al nostro lavoro ed alla passione di una città. Poco attenti e disinteressati alla cultura, all’arte e alla musica? Abbiamo manifestato “consapevolezza dello spessore artistico dell’esibizione”. Live Nation Italia dimostra invece, nella circostanza, di non aver saputo leggere e nemmeno contare: 50.000 spettatori al Massimino, come da ipotesi del comunicato, sembrano un po’ troppi in funzione degli spazi effettivi a disposizione. La chiusura dell’infelice nota con la definizione del possibile concerto di opportunità “caduta dal cielo”, infine, è palesemente sprezzante nei confronti dell’intera comunità catanese, che al cielo chiede ben altro rispetto ad un concerto organizzato per sbaglio nella sua città. Ci auguriamo che una simile gratuita offesa dia luogo ad una presa di posizione dell’Amministrazione comunale di Catania. E come canterebbe proprio il Vasco nazionale, restiamo infine “Senza parole”». E a Messina in tanti continuano a mangiarsi le mani…

9 commenti

  1. Ma da quì a settembre il muro crollato al san filippo non potrà essere riparato? O che quel tratto di 10 metri crollato rimarrà lì a marcire a parenne ricordo? In attesa che qualche imprenditore si metta d’accordo con qualche politico per mangiare denaro pubblico. Con gli amministratori che sono troppo impegnati a preparare polpette di polipo. Mentre la città è pronta… all’ennesima malafigura.

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  2. per me vasco potrebbe pure xxxxxxxxx domani, ma santo iddio, c’è da dire che facemu schifu…

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  3. San Filippo…il nuovo Colosseo.

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  4. luigi paragone 22 Giugno 2011 11:22

    Il muro è sotto sequestro e lo rimarrà per almeno 3 anni.
    Vasco Rossi non verrà? E chi se ne fregaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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  5. Ringraziamo nell’ordine il sindaco Buzzanca, il Presidente della provincia di messina, Ricevuto, il presidente della provincia di catania Castiglione e il sindaco di catania Stancanelli per la bella figura fatta fare alla nostra Sicilia…

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  6. L’onestà di dire sempre la verità.
    Per ignoranza non si comprende la realtà e si condannano innocenti.
    I colpevoli, spesso, trovano chi mandare al rogo al loro posto.
    Il sindaco ed il presisente della provincia sono totalmente incolpevoli, anzi vittime a loro volta.
    Chi ha progettato il muro? Chi doveva fare i controlli?
    Se ad ogni evento si incolpa il sindaco, Anche quando l’evidenza dei fatti indica chiaramente le responsabilità di terzi, sorgono dei dubbi sulla politicità dei commemti.

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  7. L’onestà di dire sempre la verità.
    Per ignoranza non si comprende la realtà e si condannano innocenti.
    I colpevoli, spesso, trovano chi mandare al rogo al loro posto.
    Il sindaco ed il presisente della provincia sono totalmente incolpevoli, anzi vittime a loro volta.
    Chi ha progettato il muro? Chi doveva fare i controlli?
    Se ad ogni evento si incolpa il sindaco, Anche quando l’evidenza dei fatti indica chiaramente le responsabilità di terzi, sorgono dei dubbi sulla politicità dei commemti.

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  8. Vasco Rossi: musica leghista del ‘900. E poi a suonare sempre una cosa, a scrivere sempre gli stessi testi, lui 60nne che si innamora della ventenne (capisco che và di moda..) BASTAAA! La verità è che questi si volevano fare i soldiini e non ci sono riusciti e quindi brucia assai. Se poi mi dite i benefici per le città di un concertone mordi e fuggi, oltre al traffico infinito, il prato consumato, i panini venduti dai soliti compari e gli autorizzati da loro…Insomma i catanesi si facevano i soldoni e noi guardavamo la città invasa per l’ennesima volta! Poi questo pubblico acculturato (come se essere fan di Rossi fosse sinonimo di cultura musicale) se ne andava dicendo: “che brutta Messina, non c’è niente!”, avendo fatto autostrata-S.Filippo oppure autostrada-Boccetta…ma per favore, quasi ho piacere!

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  9. Purtroppo la frase “non c’è niente” è diffusa in tutti i ceti sociali messinesi.
    Buona parte dei cittadini messinesi non riescono a dare un valore ai panorami dello Stretto, alla
    stessa città di Messina posta a vari livelli sulle colline che spesso dominano il paesaggio marino.
    Messina e ricca di fontane storiche, chiese storiche, palazzi storici, fortificazioni, zone lacustri ect.ect…nonostante il 1908.
    A dire “non c’è nenti” Sono qualla parte di messinesi che spesso,sono incantati dalle vetrine dei centri commerciali catanesi, che se da un lato sono vere brutture commerciali, dall’altro arricchiscono pochi grossi imprenditorie, mentre tanti piccoli imprenditori subiscono e chiudono.

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