A/18: una vergogna chiamata autostrada

A/18: una vergogna chiamata autostrada

A/18: una vergogna chiamata autostrada

lunedì 09 Marzo 2009 - 12:30

Buche, dossi, avvallamenti, luci e segnaletica inadeguate. E l’utenza, rischiando la vita, continua a pagare…

Mentre si discute ardentemente di Ponte sullo Stretto, resta un’emergenza che va di pari passo con i tanti problemi strutturali che Messina, e la Sicilia in generale, è costretta ad affrontare: quella delle autostrade. Oggi torniamo a puntare l’indice sull’A/18, per così dire “l’arteria” che collega Messina a Catania. Per così dire perché percorrendola sembra tutto fuorché un’autostrada. Potremmo definirla formaggio emmental o scolapasta per le buche, carreggiata a velocità limitata visti i dossi. Forse andrebbe anche bene come via di collegamento di campagna, date le condizioni del manto stradale, ma non per congiungere due delle province più grandi dell’Isola.

A parte l’ironia, è veramente tanto, troppo pericolosa. Una reale vergogna che ha colpevoli e vittime. Diverse quelle che negli ultimi mesi hanno pagato lo scotto di viaggiare su quel tratto di strada, alcune graziate dal fato, altre purtroppo no. Per questo, oggi più che mai servono interventi concreti e celeri. All’inizio dello scorso mese, precisamente il 4 febbraio, si è tenuta una seduta della terza commissione consiliare della Provincia, alla quale ha partecipato anche il il responsabile per la sicurezza e manutenzione del Consorzio Autostrade Siciliane Nunzio Cocivera. In quell’occasione è stata ribadita l’esigenza di agire immediatamente e lo stesso Cocivera aveva garantito che è già stato stilato un piano per cercare di sistemare pian piano la situazione, provando a tornare alla “normalità”. E’ vero sul tratto di strada si sta lavorando, ma probabilmente in maniera troppo lenta per garantire realmente la sicurezza dei cittadini in tempi brevi.

Anche per questo motivo il consiglio provinciale, nella seduta del 27 febbraio, ha approvato una mozione attraverso la quale si è impegnato il presidente della Provincia di Messina ad intervenire presso le Autorità competenti affinché vengano rimosse le condizioni di pericolo determinate dalla omessa manutenzione e assunte senza indugio tutte le azioni volte a tutelare gli utenti delle due autostrade. Ma Nanni Ricevuto è ancor di più stato provocatoriamente sollecitato, con un emendamento, affinché in qualità di legale rappresentante della Provincia, socio del Consorzio Autostrade Siciliane, invitasse il Cas stesso a sospendere l’esazione del pedaggio autostradale agli utenti, fino a quando le condizioni di sicurezza delle autostrade non saranno conformi agli standard previsti dalla legge, al fine di garantire l’incolumità degli utenti. Già perché nonostante queste condizioni pietose e ignobili l’utenza deve anche pagare un servizio davvero scadente.

“Giornalmente i mezzi degli automobilisti subiscono ingenti danni, in quanto buche sempre più profonde sull’asfalto, avvallamenti, precarietà della segnaletica orizzontale e verticale, luci inadeguate in galleria e carenze dello smaltimento delle acque nelle giornate di pioggia rendono questa autostrada altamente rischiosa per l’incolumità dei cittadini”, aveva commentato Matteo Francilia, consigliere del collegio di Taormina e primo firmatario della mozione. Sotto accusa il Cas, che gestisce l’autostrada: “Nonostante le continue proteste – continuava Francilia – soprattutto a seguito di un gravissimo incidente avvenuto il 21 gennaio nei pressi di Giampilieri, che ha provocato la morte di Antonino Arena, continua a non garantire nemmeno l’ordinaria manutenzione dell’autostrada”. Morte che va a sommarsi alle quattro avvenute dall’inizio dell’anno sul tratto autostradale.

Responsabilità del Cas, responsabilità politiche, ma non da addossare per intero all’attuale gestione del Consorzio e al commissario straordinario Patrizia Valenti. E’ questa l’opinione del presidente della terza commissione (strade e opere pubbliche) Pippo Lombardo, altro consigliere della zona jonica. “Bisogna guarda indietro, ai sette anni di commissariamento, nel corso dei quali è totalmente mancata la programmazione e la manutenzione. Tutto ciò mentre la politica era impegnata a litigare sulla nomina del Direttore Generale, con ricorsi e controricorsi che si sono sprecati. Sono dell’opinione che non servono provocazioni in questa fase, ma bisogna insistere affinché la politica si impegni per fare funzionare il Consorzio, per garantire la sicurezza dell’utenza e non si faccia vedere solo quando si discute delle vertenze che riguardano i casellanti o gli impiegati”. A parziale difesa del Cas è intervenuto qualche giorno fa l’assessore provinciale ai Trasporti Rosario Ventimiglia, che pur ritenendo oggettivo il problema, ha sottolineato la difficoltà di intervento, dovuto a lunghezze burocratiche. “Il Consorzio ha le risorse in cassa, ma non può disporre gli inteventi perché le norme prevedono una tempistica tale, che prima di metterli in atto passano in media sette/otto mesi – ha spiegato. L’unica soluzione, è la dichiarazione dello stato d’emergenza da parte del Presidente del Consiglio, che renderebbe immediatamente eseguibili gli interventi previsti”.

Tempo fa Ricevuto aveva annunciato, sempre provocatoriamente, che la Provincia regionale di Messina sarebbe stata pronta a lasciare il Cas se non si fosse cambiata linea d’indirizzo. Lombardo commenta: “Penso che il presidente l’abbia fatto per pungolare il Consorzio. In realtà sa benissimo anche lui che bisogna far valere, pur se da soci di minoranza, il ruolo che l’Ente ha in assemblea. Anche se è poi il Cda a prendere le decisioni. In tal senso mi chiedo, cosa ha fatto la Provincia Regionale in questi sette anni?”

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