L'Affondo - Vergogna!

L’Affondo – Vergogna!

L’Affondo – Vergogna!

mercoledì 29 Aprile 2009 - 10:51

Politici senza pudore

L’infelice definizione (Messina, città cloaca) di Antonello Caporale su La7 e la denuncia di Gian Antonio Stella sul Corriere della sera di oggi (Messina, lezione dimenticata) sono due facce della stessa medaglia.

Fabbricata col pessimo uso del denaro pubblico da parte degli amministratori messinesi degli ultimi lustri.

Un uso che colpisce chi lo guarda da lontano con forza ancora maggiore di quanto accada ai Messinesi stessi.

Infatti, quelli che sanno che le componenti della Commissione per le pari opportunità di Padova non percepiscono alcun compenso, non possono che restare disgustati dall’apprendere – da TempoStretto prima e dalla Gazzetta del Sud oggi – che le omologhe messinesi saranno compensate con un miliardo e seicento milioni di vecchie lire in 5 anni.

Quanta vergogna devono provare i Messinesi nel leggere il durissimo articolo di Francesco Celi, pubblicato sulla Gazzetta (chapeau!) di oggi: “Le pari opportunità del … pizzino”!

Certamente più di quanta ne hanno sentita quando il cronista di Repubblica ha definito “cloaca” la loro città!

Che dimostrazione di arroganza, di mancanza di pudore, di irresponsabilità politica e civica da parte di un Consiglio provinciale che si ritiene depositario di un potere senza limiti.

Consiglieri che preferiscono far sprofondare l’istituzione nel ridicolo davanti a tutto il Paese, pur di non rinunziare al potere di attribuire compensi e prebende a chi è loro vicino.

Purtroppo, i Messinesi sembrano ormai assuefatti a questo andazzo e scrollano le spalle, come fosse inevitabile.

Non c’è da meravigliarsi se una parte della classe politica si oppone allo scioglimento delle Province.

Altro che ente inutile! E’ stato utilissimo alle 29 beneficate e ai loro familiari!

Si potevano utilizzare meglio queste somme, invece che sperperarle in questo modo?

Certamente si, ciononostante i non beneficati, la stragrande maggioranza dei cittadini messinesi, tacciono.

Perché ormai rassegnati o nella illusione di poter far parte un giorno o l’altro, dell’esigua schiera degli “eletti”.

E così, si consolida quella perniciosa cultura clientelare che ha rovinato il Meridione e Messina in particolare.

Una cultura che chiude un occhio di fronte alle sopraelevazioni degli edifici e reclama l’aiuto dello Stato per la prevenzione sismica.

Come se non ci fosse uno strettissimo legame tra la mancata pubblicazione del “da farsi” in caso di sisma e le somme destinate alle aspiranti carfagnine peloritane.

Per carità, sappiamo bene che la commissione è provinciale e l’assessorato di Romano è comunale, ma è il concetto che conta. Perché, con 168.200 euro l’anno si stampano volumi di istruzioni sull’emergenza sismica, altro che i semplici volantini da distribuire subito.

Come quelli delle immagini a fianco, stampati dal Comune di Spadafora, poche settimane dopo la frana della Sciara di fuoco dello Stromboli che causò l’onda anomala avvertita fino a Milazzo.

Un semplice esempio di come l’impegno personale e il senso di responsabilità possano supplire alle presunte carenze di risorse economiche dell’ente locale.

Sono bastate poche migliaia di euro e alcuni giorni di intenso lavoro ai funzionari di quel Comune per individuare le aree di raccolta e le vie di fuga, stampare i volantini, collocare una serie di cartelli e acquistare le sirene d’allarme.

Fino a concordare con il parroco come suonare le campane per segnalare il pericolo.

Come avveniva nella vecchia e dignitosa Italia di Giovannino Guareschi, dove don Camillo suonava la campana della chiesa per segnalare le piene del Po e i sindaci di sinistra come Peppone avevano i calli alle mani e rifiutavano il seggio in Parlamento per restare al servizio dei cittadini.

Tempi passati.

Siamo degli illusi nello sperare che il Presidente della Provincia e l’intero Consiglio provinciale, in un sussulto di dignità, annullino un provvedimento che offende i cittadini e fa ridere il resto d’Italia?

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