Ars, no al doppio incarico: parte da Messina la proposta di referendum

Ars, no al doppio incarico: parte da Messina la proposta di referendum

Ars, no al doppio incarico: parte da Messina la proposta di referendum

venerdì 08 Maggio 2009 - 14:44

Si costituisce un comitato che ha già raccolto 500 firme e che presserà su 18 deputati per andare al voto: l’obiettivo è abrogare la leggina approvata a marzo che tutela le doppie poltrone dai ricorsi presentati. Fragale (Pd): «E’ un aberrante unicum rispetto ai dettami della Corte Costituzionale»

L’Assemblea regionale siciliana ne ha combinate di cotte e di crude, ma questa volta il limite è stato abbondantemente superato, e di fronte alla leggina “salva-doppi-incarichi” non si può non reagire col più democratico degli strumenti rimasti al popolo: il referendum. Ne abbiamo già parlato mesi fa, lo ha fatto anche il solito Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera. Nel mirino finisce ancora una volta la scandalosa legge approvata dai deputati regionali il 3 marzo scorso e con la quale si tende a scongiurare quello che è un principio riconosciuto dalla stessa Corte Costituzionale: la scelta fra due incarichi, fra le poltrone di deputato regionale e di amministratore locale. A Messina abbiamo tre esempi illustri, il sindaco Buzzanca, il suo vice Ardizzone e l’assessore alla Protezione civile Romano, Pdl, Udc e Mpa, giusto per non scontentare nessuno.

La predisposizione di una leggina ad hoc, emendata a puntino dallo stesso Buzzanca e dai colleghi “bipartisan” Leontini, Formica, Faraone, Laccoto, Dina e Campagna, si è resa necessaria quando di fronte all’ultimo ricorso presentato da un primo dei non eletti, l’ex Udc (oggi Pdl sponda Briguglio) Antonino Reitano, il Tribunale di Palermo ha ritenuto fondata la questione di costituzionalità sollevata dal suo legale, l’avvocato Catalioto, in merito alla legge del 2007 che rese ammissibile il doppio incarico. Il Tribunale ha trasmesso gli atti alla Corte Costituzionale la quale, se dovesse dar ragione a Reitano, rimetterebbe tutto in discussione costringendo i deputati a una “dolorosa” scelta.

Con la leggina del 3 marzo, invece, questo rischio è scongiurato: i deputati, infatti, hanno stabilito che la scelta dovrà essere compiuta solo quando l’incompatibilità sarà accertata dall’ultimo grado di giudizio, la Corte di Cassazione. Cioè fra anni, cioè quando il doppio incarico magari non ci sarà più perché il mandato sarà bello e concluso. E’ a questa legge-truffa che oggi si oppone un Comitato al quale stanno aderendo esponenti di diversi partiti ma anche della società civile. La maggior parte sono del Pd, ma c’è anche Trischitta del Pdl, Andaloro di Rifondazione, Palermo di Italia dei Valori. Il Comitato ha già fatto partire una raccolta firme (già arrivata a quota 500) e si è posto l’obiettivo di convincere 18 deputati regionali, numero minimo da raggiungere, a presentare alla segreteria di presidenza della Regione una proposta di referendum abrogativo. Il tutto andrà fatto entro il 13 giugno, entro cioè 90 giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della legge stessa.

Tra i promotori Emilio Fragale: «Questa leggina è un aberrante unicum rispetto ai dettami della Corte Costituzionale». Unicum approvato con 57 sì, 10 astensioni e soli 3 no, tra i quali quello del messinese Filippo Panarello, del Pd. «La cosa grave è che il doppio incarico non è consentito nemmeno dallo statuto del Partito democratico», motivo per cui la posizione di quei deputati Pd che hanno votato favorevolmente verrà esaminata oggi dal direttivo provinciale che si riunirà. «Chiederemo spiegazioni» assicura il segretario comunale Giuseppe Grioli. «Non si può sfruttare la prerogativa della specialità statutaria – aggiunge Fragale – per la difesa di interessi personali». Rincara la dose l’ex sindaco Franco Providenti: «C’è da indignarsi, una legge così è sbagliata sia dal punto di vista etico che politico». Anche Reitano ribadisce: «La Costituzione parla chiaro, il mio ricorso non può non essere accolto». L’azione popolare è partita e c’è anche un indirizzo e-mail attraverso il quale aderire: noaldoppioincarico@libero.it.

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