Berlusconi: un Parlamento con 630 deputati è pletorico. Ne bastano 100

Berlusconi: un Parlamento con 630 deputati è pletorico. Ne bastano 100

Berlusconi: un Parlamento con 630 deputati è pletorico. Ne bastano 100

venerdì 22 Maggio 2009 - 04:30

O auspicabile sfoltimento di una Casta che non gode la stima dei cittadini

Qualcuno lo chiama attacco al Parlamento e alla democrazia, altri una sindrome da cesarismo (o napoleonismo), altri ancora provocazione e tentazione totalitaria.

Ma l’opposizione è proprio sicura che 100 deputati non siano più che sufficienti per garantire il confronto delle idee?

E’ proprio sicura che combattere a oltranza ogni sparata berlusconiana – senza entrare nel merito – sia l’unico modo per di fare opposizione?

Sarà anche vero, come ha affermato il Presidente della Camera, che Berlusconi ha un’idea sbagliata del Parlamento, ma forse anche Fini non si rende conto di qual è l’opinione degli Italiani sull’assemblea da lui presieduta.

Cosa accadrebbe – in termini di consenso ma soprattutto in termini di moralizzazione della vita pubblica – se l’opposizione andasse a “vedere” il bluff (?) del Presidente del Consiglio, sfidandolo a realizzare subito quanto ha detto.

Avviando un confronto sulle conseguenze, senza sproloquiare su l’insostituibile ruolo del Parlamento, che nessuno mette in dubbio.

Come se ridurre i deputati da 630 a 100 possa mettere in pericolo la democrazia.

Un confronto che vada oltre l’ovvio beneficio economico che il Paese avrebbe dalla riduzione del numero delle persone che appartengono a una Casta che ha superato ogni limite di decenza.

Con soli 100 deputati il Parlamento funzionerebbe meglio?

Si ridurrebbe la piaga del clientelismo ?

Sarebbe più facile, per i cittadini, giudicare il comportamento dei parlamentari?

Solo leggendo nella sua mente si potrà sapere se il Premier ha detto quello che ha detto nell’intima convinzione che il Parlamento non serve a nulla, o se l’ha detto nella speranza di far funzionare meglio Montecitorio.

I veri liberali non si porrebbero mai questo problema.

Si limiterebbero ad analizzare le conseguenze di un tale provvedimento.

Certo, il problema non è così semplice come potrebbe apparire a prima vista, ma non è forse vero che la sua effettiva complessità è servita troppe volte da scudo per lasciare le cose come stanno?

Se è così – o, quantomeno, se esiste il dubbio che sia così – perché, invece di promuovere un’analisi psicologica sulle ragioni che hanno spinto il premier a lanciare questa proposta, non lo si piglia in parola e lo si spinge a procedere su una strada che è vista con grande favore dalla stragrande maggioranza degli Italiani?

Opporsi sempre e comunque si traduce nel lasciare a Berlusconi la parte del riformatore e, in conseguenza, assumere il ruolo di chi vuole lasciare tutto invariato.

Bel risultato, per l’opposizione e per il Paese!

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