Per l'Unione del Nisi solo false partenze: "Si concretizzerà o no?"

Per l’Unione del Nisi solo false partenze: “Si concretizzerà o no?”

Giusy Briguglio

Per l’Unione del Nisi solo false partenze: “Si concretizzerà o no?”

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venerdì 06 Febbraio 2015 - 10:35

L'interrogativo arriva dal Coordinatore del Circolo Pd di Nizza di Sicilia, Franco Parisi, che ha inviato una lettera agli amministratori dei quattro Comuni che formano l'Unione perché diano risposte in tempi brevi

Si riaccendono i riflettori sull’Unione del Nisi. A farlo è il circolo Pd di Nizza di Sicilia che ha inviato una lettera ai quattro Comuni che ne fanno parte (Nizza, Fiumedinisi, Alì Terme e Alì) per chiedere di mettere un punto definitivo alla questione. “L’Unione si concretizzerà o no?”, è la domanda che il Partito Democratico rivolge ai quattro Enti che nel 2009, dopo aver abbandonato l’Unione dei Comuni delle Valli Joniche e dei Peloritani, hanno deciso di formarne un’altra che rispondesse in maniera più efficace alle necessità del territorio della Valle del Nisi. Un’idea sicuramente buona rimasta, per l’appunto, solo un’idea. Giunta al sesto anno di vita, l’Unione non è mai stata operativa: “Adesso è importante ritornare a discuterne perché o viene costituita la nuova Unione o ogni paese deve sentirsi libero di decidere per conto proprio con chi aggregarsi”, ha commentato il coordinatore del circolo Pd Franco Parisi.

Il 15 gennaio del 2014, le amministrazioni di Nizza, Fiumedinisi e Alì Terme sembravano voler finalmente dare una svolta all’immobilismo in cui versava l’Unione e, durante un incontro, avevano posto le basi per fare (ri)partire l’Ente, spinti dalla necessità di adeguarsi alle nuove norme sui comuni al di sotto dei 5 mila abitanti. Dopo un anno, si registra l’ennesimo buco nell’acqua che riflette le difficoltà dei Comuni di intraprendere la giusta direzione, anche a causa delle incomprensioni tra le amministrazioni che ne fanno parte, con Alì in pole position sulla strada della contrarietà. Incomprensioni che, oltre a sospingere in mare alto le sorti dell’Unione, rischiano di vanificare gli altri progetti comprensoriali. Depuratore e svincolo sono solo "vecchie" questioni che si uniscono a quelle più attuali come la costituzione dell’Ambito di Raccolta Ottimale, fermo sulla rampa di lancio.

Di fronte alla costituzione della città metropolitana, con il rischio di essere marginali rispetto a Messina e alle grosse cittadine della zona tirrenica – conclude Parisi – è indispensabile che i paesi della zona jonica si aggreghino per programmare il proprio sviluppo ed avere più peso politico poiché la frantumazione in piccole unioni, o il restare isolati, può essere dannoso in questo momento, con il rischio di rimanere fuori dai centri decisionali e dalla possibilità di alcuni finanziamenti”.

Giusy Briguglio

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