Interrogazione “bipartisan- sulle lottizzazioni di San Licandro e Faro Superiore

Interrogazione “bipartisan- sulle lottizzazioni di San Licandro e Faro Superiore

Redazione

Interrogazione “bipartisan- sulle lottizzazioni di San Licandro e Faro Superiore

venerdì 28 Settembre 2007 - 15:50

Urso (Prc), Morabito (Sinistra democratica) e Rizzo (An) elencano in un documento ricco di dati le loro perplessità

Quello delle lottizzazioni e dei presunti sacchi edilizi è un tema delicato e, purtroppo, a Messina piuttosto ricorrente. Ad accendere i riflettori, stavolta, è una delegazione “bipartisan- del Consiglio comunale, tre rappresentanti di quella che potremmo definire la “new generation- della politica messinese: Nino Urso di Rifondazione, Santino Morabito di Sinistra Democratica e Francesco Rizzo di Alleanza Nazionale, i quali hanno inviato un documento al sindaco Genovese, all’assessore all’Urbanistica Antonio Catalioto, all’assessore alla Legalità Clelia Fiore, al presidente della X Commissione (della quale lo stesso Rizzo è vicario) Enrico Buda e ai vari gruppi consiliari. In particolare, i tre chiedono lumi sui dati espressi da due piani di lottizzazione, quello di San Licandro e quello di Faro Superiore, oggetto delle proposte di delibera n. 204 e n. 208.

E’ bene partire dalla normativa attualmente in vigore, ricordata dagli stessi consiglieri alla fine del documento: «Ai sensi del DA del 30 marzo 2007 pubblicato in GURS n. 20 del 27 aprile 2007, la Variante al PRG e i numerosi altri piani (PIT, Piani Particolareggiati, PRUSST ecc) avrebbero dovuto essere sottoposte a verifica e in caso di incompatibilità (contrasto con gli obiettivi di tutela, quale è il caso di molte delle previsioni della Variante al PRG), sottoposti a Valutazione di Incidenza (art. 5 punto 2) che recita, all’Articolo 5 punto 2: -I piani di cui all’art. 2, lett. A, comma a), attualmente in vigore, approvati dopo la pubblicazione del D.M. 3 aprile 2000, devono essere verificati dalle amministrazioni competenti per l’approvazione e, se ritenuti in contrasto con gli obiettivi di conservazione dei pSIC, SIC, ZSC, ZPS, soggetti alla procedura di valutazione di incidenza ai sensi dell’art. 2, lett. A, del presente decreto».

Per quanto riguarda S. Licandro, sulla cui lottizzazione è titolare la ditta “Sabrina-, ha fatto riflettere che sia bastato un solo giorno (tra il 19 e il 20 luglio) per l’approvazione della valutazione di incidenza. Un solo giorno di istruttoria, anche per uno stacanovista come Carmelo Ricciardi dell’ufficio Programmi complessi, è quasi un record. Su S. Licandro si legge che «l’area è sottoposta a vincolo idrogeologico, vi sono frequenti smottamenti, e pur avendo ottenuto il parere favorevole, si prescrive che la pendenza degli accessi non superi l’8% in una zona che risulta in sofferenza da traffico, tra l’altro a 150 metri della strada da realizzarsi ricadono aree destinate a parcheggio e verde attrezzato del piano di zona 6 i cui vincoli risultano decaduti (rapporto istruttorio – piano di lottizzazione Municipio di Messina dipartimento pianificazione urbanistica».

Sulla repentina approvazione della valutazione di incidenza, i consiglieri scrivono: « Nel documento di approvazione a firma di Carmelo Ricciardi (capo dell’ufficio Programmi complessi del comune) e di Vincenzo Cacciola (biologo) si legge “verificata la Valutazione di Incidenza-, ovvero, frase che nulla dice e nulla contiene, basandosi su una Valutazione di Incidenza che non corrisponde in alcun modo a quanto previsto dalla normativa vigente (allegato G del DPR 357/97 e smi) e non corrisponde in alcun modo a quanto richiesto dal decreto dell’Ass. regionale territorio e ambiente del 30 marzo 2007 in GURS n. 20 del 27 aprile 2007. Tra le carenze più evidenti spicca l’assoluta mancanza di analisi della complementarietà di questo piano/progetto con altri piani e/o progetti, ovvero, nessun impatto viene segnalato sia in relazione al singolo progetto, sia in relazione e sommatoria agli altri numerosissimi interventi/progetti/ piani previsti anche a San Licandro stesso (vedasi verbale della seduta della Commissione Urbanistica)».

Passando a Faro Superiore (qui la lottizzazione riguarda la località Fosse), viene notato che «sulla questione acqua (al pari di molte altri aspetti) la valutazione di incidenza non analizza nessun impatto possibile né diretto né indiretto, eppure, come si legge dalla lettera del Municipio “area coordinamento servizi tecnici – dipartimento viabilità – arredo urbano- del 8 febbraio 2006, a firma del geometra Salvatore Grillo non esistono reti comunali di acque bianche e acque nere, come emerso dal sopralluogo effettuato. Dalla lettera dell’AMAM del 11/01/07 (a querelle su ZPS e divieto assoluto di edificazione già noto tramite stampa, parere ufficio legale e legislativo della Regione Sicilia) si legge che “la zona in cui ricade il progetto è servita da rete fognaria comunale esistente lungo il torrente Martino per cui è possibile, previa regolare richiesta, la concessione del relativo allaccio. Per quanto riguarda la rete idrica, si avvisa che la stessa, pur essendo presente in zona, non è in grado di alimentare i fabbricati previsti nel piano di lottizzazione, in quanto risulta insufficiente il diametro della condotta in ghisa malleabile esistente-. La lottizzazione è a monte del torrente, quindi è da realizzarsi una nuova condotta (non analizzata in alcun modo) e aumenterebbe il carico dell’acqua nera, rischiando l’inquinamento delle falde del torrente, ed in superficie per eventuale rottura dovuta al carico in eccesso. Nel documento del Comune di Messina “proposta di deliberazione n. 44 del 10/8/07- alla base della futura espressione favorevole o contraria del consiglio comunale, si legge invece, nella seconda pagina: “Visto l’attestato di sussistenza delle reti idrica e fognaria (allegato in copia) dell’AMAM del 11/01/07-, fatto questo smentito dalla perizia di Salvatore Grillo. Non vi è cioè rete fognaria se non nel torrente Martino».

Altri aspetti da sottolineare: « Non c’è il parere del consiglio di quartiere che non si è potuto esprimere per dimissioni del presidente del consiglio (quindi per decorrenza dei termini), tale mancato parere non viene citato nel documento di proposta di deliberazione. La Valutazione di Incidenza è carente ed incompleta: Spicca come sempre l’assoluta mancanza di analisi della complementarietà di questo piano/progetto con altri piani e/o progetti, ovvero, nessun impatto viene segnalato sia in relazione al singolo progetto, sia in relazione e sommatoria agli altri numerosissimi interventi/progetti/ piani previsti anche in quel di Faro Superiore-. Anche in questo caso – sottolineano infine Urso, Morabito e Rizzo – tempi -lampo- per la valutazione d’incidenza, presentata il 23 luglio 2007 e approvata il 25 luglio 2007».

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