Le linee di sviluppo della città nel Piano Strategico Messina 2020

Le linee di sviluppo della città nel Piano Strategico Messina 2020

Le linee di sviluppo della città nel Piano Strategico Messina 2020

giovedì 23 Aprile 2009 - 15:00

Presentato oggi a Palazzo Zanca il documento intermedio. L’assessore Scoglio: «Questa città può riprendere a camminare, è possibile cambiare»

Infrastrutture, ricerca e innovazione, servizi per lo sviluppo, qualità della vita. Questi i quattro assi lungo i quali si muove il Piano strategico 2020, il cui documento intermedio è stato presentato oggi al salone delle bandiere di Palazzo Zanca. Documento che è venuto fuori dai lavori delle quattro commissioni tematiche nate con il compito di disegnare lo sviluppo futuro della città, e che sarà completo solo a giugno, quando sarà presentato ufficialmente dopo la ratifica della giunta municipale e l’approvazione del consiglio comunale. Progetto ambizioso, quello che ha nell’assessore ai Lavori pubblici Gianfranco Scoglio il suo “padrino” all’interno dell’amministrazione Buzzanca, che non interessa solo Messina ma l’intera Area metropolitana dello Stretto. Il Piano Strategico Messina 2020 vede impegnato l’ufficio Programmi Complessi del Comune affiancato dal raggruppamento di società Nomisma spa, Cooprogetti, Eures Group e Neostudio s.r.l..

«Stiamo riuscendo ad interessare i giovani – dichiara Scoglio – il che vuol dire far crescere la cultura del territorio e iniziare a credere che questa città può davvero riprendere a camminare. Quando si parla di Ponte sullo Stretto la città a maggior ragione non può non interrogarsi sul proprio modello di sviluppo. Ma non dobbiamo ragionare come città singola, bensì come città metropolitana. Pensando in positivo, perché a Messina è possibile cambiare».

Assente il sindaco Buzzanca, impegnato a Palermo, gli onori di casa sono spettati al presidente del Consiglio comunale, Pippo Previti, seguiti dai saluti dell’assessore provinciale, Michele Bisignano, e del city manager del Comune, Filippo Ribaudo. Dopodichè si è entrati nel vivo dei lavori, con l’intervento di Luigi Scarola di Nomisma, che ha evidenziato tre punti essenziali: la fuga dalla città, soprattutto da parte dei giovani d’istruzione media e medio-alta; la bassa propensione industriale; la progressiva perdita del ruolo di traino della città. «Messina è una città ricca di programmazione – ha precisato Scarola – ma manca la sinergia e la messa a sistema tra gli strumenti esistenti. La città non ha un’idea di sviluppo: è necessario identificare una visione di sviluppo socio – economico che sia condivisa e che porti alla sottoscrizione di un Patto per lo sviluppo per la costruzione della Messina 2020. Messina deve tornare ad essere una città di rango metropolitano, inserita in un’area che guarda all’Europa e al Mediterraneo».

Il recupero del ruolo strategico del porto e del waterfront è stato, poi, sottolineato dal consulente di Cooprogetti, Rosario Pavia: «Messina è una città di mare, ma non è sul mare. Il porto non ha un ruolo strategico e il lungomare non è vissuto. Sembra quasi di trovarsi lungo un corridoio dal quale non si può scorgere il mare». Secondo l’amministratore delegato di Nomisma, Giorgio De Rita, «questa è una città che ha difficoltà a rinnovarsi, una città che ha una vocazione internazionale, che guarda alla cultura e alla conoscenza, ma non riesce a fare di tutto questo una possibilità di crescita e di sviluppo. La fragilità dell’identità di Messina rende più difficile cogliere le opportunità di uno scenario che sta cambiando e che proprio le difficoltà in cui si sta vivendo stanno generando. Messina deve interrogarsi su come coglierle».

Infine, dopo la testimonianza degli studenti del Liceo “Bisazza”, Giuseppe De Domenico, Antonio Russo e Andrea Baldari, su “Il Piano strategico e i giovani messinesi”, è intervenuto Alberto Tulumello di Eures Group srl: «Messina è la città dei contrasti, delle grandi risorse e della paura di utilizzarle. Il Piano strategico è una scommessa, se la città riesce ad accordarsi e ad utilizzare le sue risorse».

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