Metalmeccanici. Il partito “Alternativa comunista- invita i lavoratori a votare No al referendum

Metalmeccanici. Il partito “Alternativa comunista- invita i lavoratori a votare No al referendum

Redazione

Metalmeccanici. Il partito “Alternativa comunista- invita i lavoratori a votare No al referendum

martedì 26 Febbraio 2008 - 16:16

“Costruiamo un fronte unitario per il No nelle fabbriche e negli uffici-. Questo l’invito rivolto dal partito di “Alternativa comunista- ai metalmeccanici chiamati in questi giorni a votare per il referendum sul loro contratto.

Un No che Giacomo Di Leo e Vito Giunta, per il coordinamento provinciale del Partito di Alternativa Comunista motivano dettagliatamente affermando come sia: “un gran passo indietro per i lavoratori-.

Dopo la firma di Fiom, Fim e Uilm, gli esponenti di Confindustria e del governo hanno espresso soddisfazione per l’accordo che accoglie lo scambio tra -salario e produttività-, con la messa in soffitta del Contratto nazionale e il rilancio del tavolo per la riforma del modello contrattuale.

Ma sottolineano Di Leo e Giunta “nessuna delle rivendicazioni della piattaforma, nel complesso insufficiente e debole, è stata ottenuta. L’ipotesi di accordo vede l’accettazione da parte della burocrazia sindacale di un aumento salariale insufficiente, una maggiore flessibilità, un aumento dell’orario di lavoro: in sintesi, si tratta di un contratto bidone!-

Vediamo nel dettaglio i contenuti dell’accordo.

– Più flessibilità e più orario: aumenta di 8 ore lo straordinario obbligatorio, 40 ore per le aziende sopra i 200 dipendenti e 48 per quelle con meno dipendenti. Le aziende potranno trasferire all’anno successivo uno dei giorni di riposo collettivi (Par). Nella sostanza aumenta l’orario di lavoro di due giorni, mentre si ha un peggioramento dal punto di vista della flessibilità.

– Mercato del lavoro: Viene stabilito il limite di 44 mesi, dopo il quale c’è la conferma, per chi somma lavoro interinale e a tempo determinato. Ma per i contratti a termine i limiti sono quelli dell’accordo del 23 luglio 2007, mentre per i contratti interinali non c’è alcun limite né vincolo, se non quelli di legge. Nella sostanza, si accetta la precarietà del lavoro.

– Inquadramento unico: La 5° S diventa una categoria a tutti gli effetti e si introduce la 3^ ERP (3°+). Quest’ultima soluzione è molto negativa, perché rischia di bloccare, invece che favorire, i passaggi dei lavoratori dal 3° al 4° livello. Uno degli obiettivi fondamentali della piattaforma, la riforma dell’inquadramento unico, non viene realizzato.

– Parità normativa operai-impiegati: richiesta dalla Federmeccanica, viene realizzata con diverse penalizzazioni per gli operai. In particolare, aumenta il periodo di prova, sulle ferie ci vogliono 10 anni per avere un giorno in più e ben 18 per ottenere la settimana in più che hanno già gli impiegati e, infine, c’è la penalizzazione salariale per i nuovi assunti. Il passaggio al salario mensile determina uno svantaggio per i nuovi assunti, per chi si licenzia e cambia lavoro.

– Salario: il recupero salariale è insufficiente, i 127 ? sono subordinati all’allungamento di sei mesi della vigenza contrattuale. Per tutto il 2008 l’aumento è di 60 ? al 5° livello e di 51 ? lordi al 3° livello. Nell’arco dei due anni (luglio 2007 – luglio 2009), la durata della parte economica del contratto, l’aumento al 5° livello è di appena 97 ?, quello del 3° di 87 ?. Nel biennio precedente c’era già stato un prolungamento di 6 mesi, nei fatti ora il contratto è stato spostato in avanti di un anno, in linea con il volere di Confindustria che vuole allungare il rinnovo del contratto nazionale a 3 anni.

-Occorre spiegare ai lavoratori – concludono Di Leo e Giunta – la natura regressiva del contratto e la necessità di organizzare, in unità con tutte le forze disponibili, la battaglia per il No all’ipotesi di accordo. Per questo motivo domani invitiamo i lavoratori a votare NO al referendum sul contratto dei metalmeccanici-.

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