Molini Gazzi, ancora nulla di fatto neanche per gli stipendi arretrati

Molini Gazzi, ancora nulla di fatto neanche per gli stipendi arretrati

Redazione

Molini Gazzi, ancora nulla di fatto neanche per gli stipendi arretrati

sabato 06 Settembre 2008 - 10:02

Ma i lavoratori non ci stanno: «Venga a parlare con noi Pulejo in persona. Ci dia l'azienda o la venda agli interessati che ci sono»

Ancora un boccone amaro per i lavoratori della Molini Gazzi, costretti ad apprendere con rammarico che Francesco Pulejo, proprietario dell’azienda, non ha nessuna intenzione di pagare le mensilità arretrate. «Continua a nascondersi dietro un dito – scrivono – dietro l’interpretazione delle leggi. Avevamo chiesto un gesto di buona volontà….e non c’è stato. In questo imbuto del concordato non ci siamo messi noi. Che trovino loro una soluzione».

Oltre il danno poi c’è la beffa. All’ipotetico incontro con la proprietà si è presentato un giovane avvocato dello studio a cui la stessa si è affidata e per giunta un legale che mai si sarebbe occupato personalmente della vicenda e che non aveva mandato per prendere alcuna decisione in proposito.

All’incontro di lunedì all’Ufficio Provinciale del Lavoro lui non ci sarà, ma i lavoratori auspicano che vada Pulejo. «In risposta alla -commovente- dichiarazione, senza contraddittorio, del consulente aziendale Alberto Cavaliere sui motivi che portano alla chiusura aziendale facciamo presente che: 1) Se un imprenditore è in difficoltà di solito si comincia col chiedere aiuto alle istituzione come stiamo facendo noi, che siamo solo poveri lavatori, o come la Camiceria Castello. 2) Se il problema è solo questo, allora che ci conceda l’azienda o la venda visto che gli interessati ci sono. Ma dubitiamo che il motivo sia soltanto uno: il terreno su cui sorge lo stabilimento serve per costruire palazzine e finché resterà tale noi avremo poche chances di spuntarla».

I dipendenti sostengono di avere sentito in città alcune voci secondo le quali la chiusura dell’azienda faccia parte di un piano ben congegnato per sfruttare l’area a scopi speculativi e riaprire una parte dell’attività magari a Giammoro, nella sede che fu del pastificio Puglisi di proprietà della Molini Gazzi. Questa mossa per eliminare, ridurre, rimpiazzare il personale esistente.

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